Quando una lei va via.

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Quanti viaggi, quanti concerti, quante litigate, quanti momenti meravigliosi avevamo passato insieme in quegli anni.

Non era sempre stato tutto facile tra un arrivo ed una partenza, ma sapevo qual'era la sua vita e avevo accettato tutto pur di stare con lui.

La mia carriera in accademia era continuata con grande successo. Avevo dato tutti gli esami dell'ultimo anno e mi mancava solo l'esame finale, il più impegnativo ma per seguirlo avrei dovuto lasciarla non senza fatica, e lasciando l'accademia, inevitabilmente avrei visto molto meno anche Sara e Marco. Decidemmo insieme però che prima avrei dato l'esame finale e sia Igna che i ragazzi mi aiutarono molto fino alla loro partenza.

Ignazio ed i ragazzi erano in tour in America ma questa volta ero dovuta rimanere a Bologna per sistemare alcune pratiche lasciatemi da Barbara durante la sua assenza ma mi costò parecchio non essere con loro, con lui.

Mio fratello Francesco aveva conosciuto una ragazza molto carina, Giada. Avevano cominciato una relazione molto seria e fortunatamente Nicola l'aveva accettata con entusiasmo. Finalmente era sereno anche se il suo idolo era zio Ignazio.

Quei due si amavano di un amore speciale. Ignazio tornava bambino ogni volta che stava con Nicola ed il mio nipotino non voleva nessun altro che lui.

"Quando torna zio dai concerti?" era la prima domanda di ogni mattina e l'ultima prima di addormentarsi.

"Presto Nico, tra qualche giorno torna a casa."

"Ma posso chiamarlo?"

"Nicola, è sera dove sta Ignazio e magari sono a cena adesso."

"Ma anche lui ti chiama quando stiamo mangiando, perché io non posso farlo?".

E come facevo a dirgli di no? Anch'io avevo voglia di sentirlo soprattutto perché negli ultimi due giorni le nostre telefonate erano state pressoché inesistenti.

"Vieni, chiamiamolo," dissi sedendomi sul divano.

Tutto felice Nicola si accomodò accanto a me. Accesi il vivavoce e aspettammo con ansia che Ignazio rispondesse alla nostra chiamata.

"Marta, adesso non posso. Dev..." lo sentii dire e mi colpì la sua voce. Sembrava infastidito.

"Ziooooo! Ciao sono io!" esclamò Nicola al telefono tutto felice.

"Amore dello zio come stai? Mi manchi Nico, ma presto sarò a casa e ricominceremo a giocare insieme, va bene?" lo sentii dire. Il suo tono era tornato quello dolce ed entusiasta di sempre, e questo mi rasserenò.

"Sì sì, zio. Ti aspetto, ma quando torni?"

"Presto Nico, presto. Quando torno devo andare a Roma per un paio di giorni ma poi sarò tutto tuo."

"E della mia zia," Nicola precisò ridendo.

"Certo. La zia è lì con te?"

"Certo, te la passo. Ciaooooo!"

Nicola mi passo' il telefono e andò a giocare.

"Eccomi," dissi sorridendo anche se non poteva vedermi, ma la mia gioia morì appena sentii la voce di Ignazio passare da squillante a seria e svogliata.

"Marta, senti... Io..."

"Igna, tutto bene? Come mai a Roma? Non sapevo nulla."

"Sì, Marta. L'abbiamo deciso in questi giorni. Vado a Roma con Gian per qualche giorno e poi torno a casa. Ho già avvisato anche i miei."


"Ah ok," risposi sempre più perplessa. "E quando pensavi di dirmelo?"

"Dai Marta, non farla tanto lunga," sbottò chiaramente infastidito. "Adesso comunque devo andare. Ciao," e chiuse la telefonata senza neanche aspettare la mia risposta.

Mille giorni di te e di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora