Un amico è cosi.

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 Dopo una notte tormentata da tanti pensieri mi alzai più stanca di quando ero andata a dormire.

I ragazzi quella mattina avrebbero avuto un'intervista in centro a Bologna, ma Barbara mi aveva detto che ci avrebbe pensato lei. Decisi allora che avrei occupato il tempo a recuperare alcuni rapporti che avevo inevitabilmente perso durante gli anni passati a girare per il mondo con i ragazzi.

Presi la macchina e mi diressi verso quella che era stata la mia ancora di salvataggio quando ero letteralmente fuggita dalla mia famiglia.

In accademia ormai i ragazzi che frequentavano il mio corso non c'erano più, ma due persone erano rimaste ad insegnare ed era arrivato il momento di spiegare loro tante cose.

Arrivai e venni accolta con molto calore dal personale non docente della scuola che si ricordava ancora molto bene di me . Nessuno sapeva quello che mi era successo e quindi mi fecero tutti i complimenti per essere dimagrita, in forma e secondo loro io "stavo molto bene". Quanto avrei voluto fosse così.

Chiesi dove potevo trovare Sara e Marco e mi dissero che erano in sala pianoforte a provare alcuni pezzi.

Mi diressi verso quella stanza con il cuore in gola perché in quel posto avevo tantissimi ricordi.

Aprii la porta e li trovai impegnati al piano. Mi davano le spalle e quindi non si accorsero di me.

Aspettai in piedi accanto alla porta che finissero e una volta terminato mi partì un applauso.

Loro si girarono e mi guardarono stupiti. Sara si alzò subito e mi venne incontro abbracciandomi, ma Marco rimase seduto al pianoforte osservandomi con sguardo serio.

"Mamma mia Marta, quanto tempo. Come stai? Ti trovo benissimo, sei dimagrita tanto." Con mia grande sorpresa, la mia amica era felice di vedermi e mi abbracciava con tanto affetto.

"Adesso sto bene, spero che il peggio sia passato," sorrisi un po' indecisa.


"E' stata dura dopo la fine della tua storia con Ignazio?" mi chiese preoccupata, credendo mi riferissi a quello.

Presi Sara per mano e la condussi da Marco.

"Fosse stato solo quello Sara," sospirai. "Sono venuta proprio perché volevo raccontarvi cosa era successo ed il motivo per cui ero sparita."


Mi voltai verso Marco e lo guardai dritto negli occhi e mi sedetti sullo sgabello al suo fianco. "Lo so che sei arrabbiato con me e forse hai anche ragione, ma lasciami spiegare. Dopo, se vorrai essere ancora arrabbiato con me non mi vedrai più."

"Sei completamente sparita Marta," mi disse lui serio. "Ti sei dimenticata di noi che eravamo i tuoi più cari amici," continuò con un tono lagnoso da bambino che si sentiva tradito, che confesso mi irrito molto. "E tutto perché quel pezzo di merda che ti aveva mollato per una conosciuta chissà dove" concluse

"Marco, per favore," sospirai. Alzando gli occhi al cielo.

"Per favore un cavolo Marta! Ma ti sei mai chiesta che cacchio ne era stato di noi in tutti questi mesi?" sbottò alzandosi di scatto. "O eri talmente concentrata sul riprenderti quel pezzente che ti sei dimenticata della nostra esistenza?"

"Non mi sono dimenticata di niente e di nessuno," gli risposi molto irritata. "E non chiamarlo pezzente."

"Ancora lo difendi? Non ti è bastato quello che ti ha fatto?" Marco alzò la voce.

"Se mi lasciassi spiegare invece di aggredirmi..."

"Non ho voglia di starti a sentire," quasi urlò mentre si avvia verso la porta. Devo confessare che non mi sarei mai aspettata una reazione così infantile da parte sua.

Mille giorni di te e di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora