Quello che non ti ho detto

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Sono due giorni che mando messaggi ad Ignazio. Devo spiegargli cosa è successo, ma lui non vuole assolutamente saperne nulla di me.

Ci provo un'altra volta, vediamo se questa volta almeno mi legge.

-So che sei arrabbiato, ma per favore, dammi la possibilità di poterti spiegare cosa è successo una volta per tutte. Se non vuoi farlo adesso dammi la speranza che prima o poi io lo possa fare-

Leggo e rileggo quel messaggio prima di inviarlo. Ho paura di sbagliare anche solo una parola ma alla fine mi sembra di aver scelto quelle giuste e quindi invio.

Resto per un attimo a fissare lo schermo del cellulare per vedere se quella maledetta spunta diventa blu, ma resta tutto grigio come la mia anima.

Ho sbagliato. Dovevo dirglielo, ma lui era lontano da me, dal nostro amore, da quello che eravamo stati ed in quel momento mi sembrava la cosa migliore.

-Ma quel bambino era anche suo Marta, hai sbagliato a tacere- penso con un senso di angoscia che mi attanaglia lo stomaco.

Non mi perdonerà mai e se fossi al suo posto forse non lo farei nemmeno io.

Lascio il cellulare in soggiorno sul bracciolo del divano e vado in camera mia dove mi cambio, prendo la borsa e mi preparo per uscire.

Voglio tornare da Sara per fare due chiacchiere visto che Marco è tornato dalla sorella e quindi so per certo che non lo incontrerò.

Scendo le scale, mi siedo sul divano per allacciarmi le scarpe quando improvvisamente suona il telefono e quando leggo il nome sullo schermo mi si gela il sangue nelle vene, come se già sentissi che quella non sarebbe stata una chiamata pacifica.

"Ciao Igna," rispondo timorosa. "Finalmente. Ti ho..." ma non mi fa nemmeno finire di parlare che mi travolge come un fiume in piena.

"Non ti voglio più sentire. Non voglio sapere più un cazzo di te e di quello che ti succede. Tu hai deciso di tenermi fuori dalla tua vita e adesso sono io che ti sbatto fuori dalla mia. Sappi che se fosse per me non saresti nemmeno venuta in America perché con te non voglio avere più niente a che fare, ma a quanto pare per qualcuno sei brava almeno nel lavoro," si ferma solo per respirare e aggiunge la stocca finale. "Per me sei solo brava a raccontare balle!"

Resto impietrita ad ascoltare tutta la sua rabbia e tutta la sua cattiveria nei miei confronti. Non mi sembra neanche la sua voce talmente è carica di disprezzo. Io lo so che lui non è così, non è cattivo ma l'ho proprio ferito e deluso... e non sa ancora tutta la verità.

"Igna ti prego, fammi spiegare," dico cercando di non piangere.
"Fammi spiegare un cazzo Marta! Dovevi farlo prima!" mi urla. "Sei una grande delusione. Te lo ripeto. Non voglio avere più niente a che fare con te se non per lavoro" e con questo chiude la chiamata.

Non riesco nemmeno a muovermi.

Scoppio in un pianto disperato e mi rendo conto che adesso l'ho veramente perso per sempre.

Sento una grande paura dentro di me e vorrei gridare e piangere fino a consumare le mie lacrime ma non riesco nemmeno a mettere insieme due idee.

Cerco di riprende un minimo di controllo ed esco di casa. Salgo sulla mia amata Audi e vado da Sara come previsto.

Arrivo in accademia ma non la trovo. Mi dicono che è uscita per un'oretta e allora chiedo se posso aspettarla nella sala del pianoforte.

Apro la porta ed i ricordi con Ignazio mi travolgono. Il nostro primo bacio, le nostre "fughe" da tutti, i nostri momenti in cui chiudevamo il mondo fuori da quella porta e poi...quella notte, sul divano di questa stanza a fare l'amore come due amanti clandestini.

Mille giorni di te e di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora