Potremmo ritornare

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Sono le 8 del mattino e sono quasi pronta per andare in ufficio.

Sarà una giornata lunga e difficoltosa e a complicare ulteriormente le cose, stanotte non ho chiuso occhio.

So benissimo che lo incontrerò. Non riuscirò ad evitarlo. E a completare il quadro alquanto pesante, il mio capo mi aveva chiamata di primo mattino per dirmi che doveva parlarmi.

Tutte a me oggi?! E che cavolo!

Mi preparo con cura, non voglio lasciare nulla al caso e soprattutto non voglio apparire sciatta, non lo sono mai stata e certamente non lo sarò oggi.

Indosso il mio splendido completo pantalone con taglio maschile blu e la camicia bianca di seta. So benissimo che era uno dei preferiti di Ignazio e quindi lo indosso apposta. Oggi si provoca!

Tacco 10, capelli sciolti e mossi e trucco naturale ma che si vede. Mi guardo allo specchio e mi piaccio parecchio.

Ovviamente lascio aperti i primi bottoni della camicia in modo da far intravedere il reggiseno bianco di pizzo ed anche il mio seno prosperoso. Oggi sono molto fiera di me e della mia quarta!

Voglio far colpo assolutamente. Il signorino deve capire cos'ha perso.

Ultimi ritocchi, uno spruzzo generoso del suo profumo preferito e sono pronta.

Arrivo nel parcheggio di Sony leggermente in anticipo. Prendo un bel respiro, un ultimo sguardo nello specchietto della macchina per controllare che sia tutto apposto e scendo.

Questo è quello che hai perso Boschetto. Penso mentre salgo le scale.

Mentre faccio gli ultimi scalini sento le loro voci. Stanno parlando con Michele del nuovo progetto di cui oggi inizieremo la programmazione.

Apro la porta dell'ufficio e me li trovo tutti davanti. Piero e Gianluca di fronte a me mentre Ignazio, Michele e Barbara mi danno le spalle.

"Secondo me la cosa si può fa...." Piero sta dicendo, ma si interrompe nel vedermi. Gianluca lo guarda e poi segue la direzione del suo sguardo voltando la testa verso di me restando a bocca aperta.

"Pie, hai perso le parole?" esclama Ignazio.

Piero non gli risponde e mi saluta. "Marta, sei splendida oggi."

A quelle parole Ignazio si gira di scatto. Incontro il suo sguardo e vedo il movimento delle sue labbra e capisco al volo quel "Minchia" sussurrato per non farsi sentire.

Mi fissa negli occhi. Mi scruta per cercare di capire la mia reazione, ma non faccio trapelare nulla, nemmeno la minima emozione, mentre invece noto quel suo deglutire a vuoto e quel grattarsi la nuca di quando è colpito da qualcosa.

Michele mi viene incontro e mi saluta con un abbraccio caloroso.

"Buongiorno a tutti, sono felice di rivedervi" dico con un sorriso sincero e smagliante.

"Marta, è tanto che non ci vediamo. Come stai?" mi chiede Barbara.

"Sto bene. Sempre molto presa dal lavoro, ma bene."
"Ti trovo in splendida forma infatti. Ti fa bene l'aria di Milano."
"Si, mi trovo molto bene qui. Il lavoro è sempre molto stimolante. I colleghi e la persone che frequento mi vogliono bene e mi rispettano," dico guardando Ignazio negli occhi.

Non voglio che ci siano più equivoci tra noi e lui capisce chiaramente a chi sono rivolte quelle parole, perché abbassa lo sguardo immediatamente.

Improvvisamente veniamo chiamati dal mio capo in sala riunioni.

Mille giorni di te e di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora