Ti avrei voluto dire

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 Il tempo passa in fretta e cura tutte le ferite, dicono... ma diciamo che col tempo ci si abitua a tutto e piano piano si viene a patti con tutto quello che ci succede nella vita.

Ho fatto un ciclo di 6 chemioterapie assolutamente preventive ed adesso posso dire che fisicamente sto bene. Moralmente è tutta un'altra storia... la strada è ancora lunga ma ho trovato rifugio nella mia musica ed in una canzone in particolare di Federica Carta. Pareva scritta proprio per me.

Ho passato l'estate praticamente a piangere abbracciata all'urna del mio piccolino.

Ho voluto tenerlo con me perché nella mia casa nuova c'è un bellissimo giardino con un ulivo molto grande. Appena riuscirò a staccarmi da lui, lo metterò lì sotto, all'ombra di quella grande pianta a proteggerlo anche se so che il mio piccolino è già al sicuro tra le braccia del suo nonno in Paradiso.

Piero ha fatto di tutto per farmi scendere in Sicilia per il suo compleanno, ma io non ho voluto muovermi da Bologna. Non ero proprio dell'umore adatto per fare festa ma, a giudicare dalla quantità di storie, foto e video che hanno messo su Instagram, direi che loro si sono proprio divertiti un sacco.

C'erano proprio tutti, mancavo solo io. Anzi no, mancava anche qualcun altro, che aveva preferito passare il compleanno del suo migliore amico dall'altra parte del mondo. Tutti ci eravamo rimasti male, ma questa scelta aveva realmente ferito Piero e penso proprio che non lo perdonerà mai. Poteva mancare chiunque a quella festa, ma non Ignazio.

Non erano bastate tutte le telefonate di Michele, Barbara e Gianluca per convincerlo a tornare. Era stato irremovibile.

"Sto bene qui. Torno a fine Giugno." E ogni discussione era finita lì.

Ignazio aveva fatto chiaramente capire a tutti che stava meglio lontano dal suo mondo e dalla sua gente. Preferiva stare a più di 9 mila km dall'Italia in compagnia di una donna che in realtà non conosceva affatto.

Se Francesco quel giorno non mi avesse fermata, avrei preso il telefono e gli avrei detto le peggio cose.

"Posa quel telefono e non osare chiamarlo!" mio fratello mi aveva quasi urlato dalla cucina.


"Franci, devo farlo tornare per Piero," spiegai col telefono ancora in mano. "Non ho assolutamente voglia di sentirlo, ma Piero non si merita questo."

"Ma la vuoi capire un buona volta che lui adesso vuole solo stare lontano da tutti voi e dai suoi problemi? Quella è la sua evasione. Se torna si sente schiacciato dal dolore, dalle responsabilità, dagli errori e poi ci sei tu."


"Io?" sbarrai gli occhi.

"Sì tu," annuì deciso. "Cosa credi, che Ignazio ti abbia dimenticata?"

Ero assolutamente sbalordita da quello che mi stava dicendo mio fratello."Franci, ma che cazzo dici. Io e Igna abbiamo chiuso per sempre. Lui sta con un'altra, dall'altra parte del mondo. Se fosse ancora innamorato di me, sarebbe qui con me. Avremmo affrontato insieme tutto quello che mi è successo e... avremmo pianto insieme la morte di nostro figlio."


"Marta, ti ricordo che non l'hai nemmeno chiamato. Come cazzo fa a saperlo? E' stato un bastardo con te e sai quanto io ce l'abbia con lui, ma non puoi fargliene una colpa di non averlo avuto accanto nelle ultime settimane."


"Francesco, lui a Bologna e a Marsala stava con me," ribattei. "Dormiva con me, faceva l'amore con me e nostro figlio l'abbiamo concepito la prima sera che siamo stati insieme Bologna. Quando quella stronza l'ha chiamato, lui le ha detto che aveva bisogno di lei perché si sentiva solo. Che cazzo dovevo fare? Stare lì a fare l'amante del mio ex che si trombava me e anche quella là?!" gli urlai in faccia. "No grazie. Ha deciso lui di mettere fine alla nostra storia e così sarà. Non sapere del bambino gli eviterà solo tanto dolore."

Mille giorni di te e di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora