Parole..parole..parole

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Piero

Domani si torna a Bologna per cominciare la programmazione del nostro nuovo progetto. -Marta sarà con noi e sono sicuro che farà un gran bel lavoro- penso mentre entro in doccia dopo essere tornato in hotel dopo la pizza con Michele e i ragazzi.

Lei non ha voluto venire in pizzeria con noi perché deve preparare il suo trasloco, ma io sarei stato felice di passare del tempo con lei. Oggi poi era bellissima.

Se ho imparato qualcosa in questi anni, oggi si era vestita così perché sapeva della presenza di Ignazio e voleva fargli vedere cosa si era perso nel mollarla.

Ignazio, -chissà se poi alla fine ci è andato da Marta- penso mentre esco dalla doccia e proprio in quel momento, sento bussare.

Apro la porta ancora in accappatoio e mi trovo un Ignazio serio e triste.

"Igna, ciao. Che ci fai qui a quest'ora? Non volevi andare da Marta?" chiedo sorpreso.


"Ci sono stato, ed è per quello che sono qui."

"Vieni entra."

Lui entra nella mia stanza in hotel che ormai conosce benissimo.

"Siediti, vuoi qualcosa da bere."


"No, grazie."


"Che succede, Igna?" chiedo osservandolo mentre va a sedersi sul divano. "Avete litigato ancora?"


"Perché non mi hai detto che Marta era da te dopo che se ne era andata da Bologna? Tu sei mio fratello. Dovevi dirmelo anche se lei ti aveva fatto giurare di non farlo," mi dice di punto in bianco spiazzandomi.

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi, ma non ero comunque pronto. Spero solo che Marta non gli abbia detto tutto.

"Dammi un attimo," dico dirigendomi verso il corridoio che porta in bagno. Mi vesto velocemente, prendo un lungo respiro e torno nel salottino all'ingresso dove trovo Ignazio che guarda fuori dalla finestra.

Mi fermo un attimo a guardarlo e mi rendo conto che ha lo sguardo triste e stanco.

"Cosa ti ha detto?" chiedo guardingo, sedendomi sul divano e fingendo estrema calma.


"Che se non c'eri tu non avrebbe saputo come fare," risponde senza neanche voltarsi a guardami.


A quel punto capisco che Marta non gli ha detto proprio tutto di noi e tiro un gran sospiro di sollievo, ringraziandola mentalmente.

"Quando è uscita da casa tua è andata a casa, ha fatto la valigia ed in aeroporto è salita sul primo aereo in partenza. La fortuna è stata che fosse proprio Catania, altrimenti Igna chissà dove sarebbe andata. Abbiamo rischiato di non rivederla più."


Finalmente si gira a guardarmi e mi accorgo che le mie parole l'hanno turbato più di quanto lo fosse quando è arrivato. Si guarda intorno in cerca di un posto dove sedersi.

"Mi ha chiamato prima di salire sull'aereo chiedendomi se potevo andare a prenderla e non ho potuto dirle di no," continuo il mio racconto mentre lui prende posto sulla poltrona davanti a me. "I primi giorni li ha passati in camera, senza vedere nessuno e senza dirmi cosa fosse successo. Poi una sera mi ha raccontato tutto. Era sconvolta. L'hai distrutta completamente," gli dico guardandolo dritto negli occhi e lo vedo abbassare lo sguardo. "Io, Mariagrazia e la mia famiglia l'abbiamo aiutata più che abbiamo potuto, ma il grande lavoro l'ha fatto lei."


"E' sempre stata una ragazza forte e testarda."


"Sì, ma in quei giorni era fragilissima. Una sera ci ha chiesto di accompagnarla a Marsala."

Mille giorni di te e di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora