Mezze verità

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 "Pensavo di essere più lontana da te," dico con un filo di voce.

Non ho quasi il coraggio di guardarlo in faccia mentre gli parlo, ma lui mi fissa, sento il suo sguardo scrutarmi l'anima che adesso è paragonabile ad un temporale di montagna.....

"Quella è mia, mi è scivolata di mano prima," mi dice stendendo la mano.

"Si certo, tieni," dico appoggiando la cuffietta nel suo palmo... le mani di Ignazio. Quanto ho amato quelle mani così grandi, forti, lievi. Le mani più belle del mondo che sapevano toccare il mio corpo come nessuno ha mai fatto.

Per la prima volta, dopo anni che ci conosciamo, c'è imbarazzo tra noi. Io vorrei dirgli tante cose, e lui vorrebbe saperne da me.

Vedo che fissa il posto vuoto accanto al mio. Spero per un attimo che decida di sedersi. ma ovviamente non accade.

"Ce la fai da sola per il decollo?" mi chiede sinceramente preoccupato.
"Devo," rispondo a voce bassissima.

Lui continua a fissarmi e poi se ne va. Torna al suo posto, ma lo vedo chinarsi verso qualcuno che non so chi sia e poi sedersi in una fila più avanti.

Cerco dei grissini nella mia borsa perché comincio ad avere una certa nausea quando sento una presenza al mio fianco.

"Posso?"

Eccolo qua il mio salvatore che arriva con il suo sorriso che mi fa stare così bene che dimentico persino la nausea pre decollo.

"Come sapevi che ero qui?" Ma mentre gli faccio questa domanda mi rispondo da sola ed un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra.

"Mi ha detto che avevi bisogno di una mano da stingere per il decollo perché da sola avresti avuto paura, ed eccomi qui," mi sorride Piero. "E pensa che per dirmi questa cosa ha interrotto il silenzio stampa che ha indetto da una settimana ormai."

"Piero, mi spiace tanto per questa situazione, ma ho deciso che è arrivato il momento di dirgli tutta la verità."

"Adesso?"

"Sì, adesso. Perché?"

"Hai aspettato otto mesi, non potresti aspettare ancora una settimana? Tra pochi giorni sarà il primo anniversario della morte di Vito e non credo che nessuno di noi avrebbe la forza di affrontare altri problemi," mi spiega serio. "Avrà bisogno di noi in questi giorni. Dobbiamo cercare di abbattere il muro che ha tirato su. Per la verità ci sarà tempo, Marta."

"Ma, lei non lo raggiunge nemmeno in questi giorni?" chiedo e sento la rabbia montarmi dentro.

"Lei chi?" mi chiede soprappensiero.

"Come lei chi, Piero. La sua donna?"

"Ma sei pazza. Io non ce la voglio con noi, nessuno di noi la vuole. E poi, dubito molto che quella si sia resa conto che è già passato un anno da quando Vito è mancato. Ha altro per la testa , non certo la sofferenza di Ignazio."

Nel frattempo l'aereo imbocca la pista e comincia la fase di decollo.

Piero mi prende la mano e dice, "Chiudi gli occhi e stai tranquilla."

Mi appoggio allo schienale cercando di rilassarmi e piego la testa verso il corridoio avendo la visuale fino alla cabina di pilotaggio quando all'improvviso vedo Ignazio spuntare dal sedile e girarsi verso di me.

Gli mimo con le labbra un grazie e lui accenna un sorriso, abbassa lo sguardo e poi si gira per tornare seduto comodo al suo posto ed io ricomincio a respirare con il pensiero che torna a noi e a tutto quello che abbiamo vissuto insieme.

Mille giorni di te e di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora