Innamorati a Milano

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 Marzo a Milano non era poi così male.

Stava arrivando la primavera e tutto sembrava più chiaro, al contrario del mio umore.

Ero incazzata nera con lui, per come mi aveva trattata, ma più di tutto ero arrabbiata con me stessa. Come avevo potuto essere così stupida? Come ero arrivata a permettergli di abbindolarmi un'altra volta? Avevo creduto che le cose tra noi sarebbero tornate tranquille pur sapendo benissimo che c'era un'altra donna nella sua vita... l'ennesima donna.

Avevo ripreso il mio lavoro in Sony con la determinazione di sempre e almeno di questo ne ero felice.

Avevo conosciuto una persona con cui mi trovavo veramente bene, un nuovo collega e avevo la sensazione che le cose avrebbero potuto sistemarsi anche per me.

Spesso la sera ci trovavamo per un aperitivo, una pizza con i ragazzi dell'ufficio e le sue attenzioni non mi dispiacevano.

Era dolce, gentile e premuroso proprio quello che era mancato nella mia vita ultimamente.

Ne avevo parlato con Piero in una delle nostre interminabili video-chiamate serali ed anche lui mi aveva detto che era arrivato il momento di girare definitivamente pagina.

"Non mi hai mai raccontato cosa è successo a Marsala, Marta. Perché sei scappata ancora?"
"Non ti ha detto niente il tuo amico? Non rispondermi Piero, so già che non l'ha fatto," risposi scoraggiata. "Chiedi a lui è meglio. Non voglio più pensare a quella sera. Scusami."


Sentii Piero ridacchiare dall'altro capo del telefono ed era la conferma che Ignazio non gli aveva parlato di quello che era successo quella sera e non mi sorprendeva affatto. Lui non parlava mai con nessuno, poi però quando arrivava al limite, allora sì che erano fiumi e fiumi di parole perché non è umanamente possibile tenersi sempre dentro tutto.

Era un sabato sera come tanti altri e avevo deciso di accettare l'invito del mio collega per un'uscita noi due da soli.

Mi portò a cena in un ristorante carino in centro a Milano e poi decidemmo di raggiungere i colleghi in un locale dove suonavano della buona musica.

Fu una bella serata, ma purtroppo mi resi conto che ogni cosa Filippo facesse la paragonavo a quello che faceva Ignazio. Sapevo che sbagliavo, ma non potevo farne a meno. Lui era ancora presente in ogni aspetto della mia vita e lo detestavo.

"Vieni a ballare, Marta," mi invitò Filippo.

Mentre ci avvicinavamo alla pista sentii la band iniziare a suonare una bellissima bachata, un ballo che avevo sempre amato particolarmente.

Filippo cercava di starmi dietro, ma la cosa non gli riusciva troppo bene. Ad un tratto sentii una presenza dietro di me e quando mi voltai trovai Piero che mi osservava ridendo.

Si alzò dallo sgabello e, arrivato vicino chiese a Filippo se poteva ballare con me e di quel cambio ne fui molto felice.

"Non fa per te Marta," mi disse all'orecchio mentre ballavamo.

"E chi fa per me? Tu?" ammiccai.
"Non farmi dire nulla," mi rispose serio. "Sai benissimo quello che penso."

Guardai Piero negli occhi e vidi un bagliore strano attraversare il suo sguardo. Un bagliore familiare che ricordavo benissimo di aver già visto quella sera alla villetta a San Leone.

Raggiunsi il gruppetto dei miei colleghi e li salutai inventandomi un improvviso mal di testa.

Filippo ovviamente fece di tutto per essere lui ad accompagnarmi, ma lo convinsi che Piero era in hotel proprio vicino casa e così riuscii a convincerlo.

Mille giorni di te e di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora