Aspetterò

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Rimaniamo sdraiati ed abbracciati sul suo letto per ore senza parlare.

Ormai si è fatto buio, ma nessuno dei due ha voglia di alzarsi.

Probabilmente ci siamo mancati troppo per separarci in questo momento.

Mi addormento cullata dal battito del suo cuore e dalle sue carezze.

Nel cuore della notte però mi sveglio e non lo trovo al mio fianco. Lo

cerco con lo sguardo ma lui non c'è.

-Eppure il telefono è qui ed anche il suo portafoglio- penso.

Mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno, quando all'improvviso vengo distratta da qualcosa in terrazza. Mi avvicino piano alla porta e lo sento piangere ed in quel preciso istante sento il mio cuore andare realmente in frantumi.

E' seduto sul divano del salotto all'aperto e si accorge subito di me. Si affretta a pulirsi il viso, ma in un attimo sono vicino a lui.

"Non piangere, mi fa troppo male vederti così e sapere che la causa di questo dolore sono io," gli dico con il groppo in gola.

Lui mi prende il volto tra le sue mani grandi ed i suoi meravigliosi pozzi scuri mi guardano prima gli occhi, poi il naso, poi la bocca e poi tornano ad incatenarsi con i miei occhi.

"Ho sbagliato tutto Marta," sussurra con voce roca.

Abbasso lo sguardo verso il pavimento, ma lui mi solleva il viso dolcemente, prendendomi il mento fra le sue dita.

"Ho fatto un errore dietro l'altro, senza preoccuparmi di te. Non ti ho rispettato, e forse in alcuni momenti facevo cose proprio per ferirti, ma la verità è che ti ho sempre amata e mi sei mancata tanto. Mi mancano le tue risate, il tuo modo di parlarmi, mi manca fare l'amore con te, sentirti che ti faccio felice.

"Gna, ti prego," dico in un sospiro.

"No, lasciami finire per favore."

"A cosa serve tutto questo? Ci facciamo solo del male, lascia stare."
"Io devo chiederti scusa Marta per averti tradito, per aver pensato di poter vivere la mia vita senza di te e per non averti mai lasciato andare nonostante tu me l'avessi chiesto tante volte, ma io non potevo lasciarti andare. Tu sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita," mi dice baciandomi la mano e tenendola poi incollata alla sua bocca.

Mi siedo bene sulle sue gambe . Voglio essere comoda perché le cose che gli voglio dire sono tante.

"Adesso devi ascoltarmi bene perché non è facile per me dirti queste cose ma lo devo fare."
Lui mi guarda un po' perplesso ma resta in silenzio e mi lascia parlare tenendomi le mani ed accarezzandone il dorso.

"In questi mesi ne sono successe di tutti i colori. Ci siamo allontanati tanto, per poi tentare di riavvicinarci ma sai benissimo il perché non l'abbiamo potuto fare. Hai scelto di vivere una storia con un'altra persona nonostante ci fosse ancora un forte sentimento che ci univa. Adesso mi dici di aver chiuso con lei, ma io non so se riesco ancora a fidarmi di te."

"Ma io l'ho lasciata perchè è te che voglio," dice e sembra un bambino che crede che delle scuse possano cancellare mesi di mancanza di rispetto e dolore.

"Igna, io adesso so alcune cose, ma di altre non ne ho la certezza. Ci siamo fatti troppo male per far finta che niente si successo. Non basta una canzone per far guarire le ferite di mesi di incomprensioni e cattiverie, perché diciamolo, in alcuni momenti sei stato anche cattivo con me.

Ma io sono ancora qui, con te, come sempre," Vedo confusione nei suoi occhi. Lo conosco troppo bene e so che sta cercando certezze nelle mie parole. Decido così di anticipare la sua domanda. "Vuoi sapere se ti amo ancora?"

Mille giorni di te e di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora