Harry.

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Harry.


Louis è molto eccitato, in più Harry si trova nella sala da pranzo mentre gioca col cellulare ad una nuova applicazione che ha scaricato. E be', Louis non ha ancora una camera, quindi non vede niente di male nel mettersi il dildo in salotto.

Quindi prende la sua bella scatola di "giocattoli" ed afferra il suo bel dildo, che si chiama pure "Harry", allo stesso modo prende un tubetto di lubrificante che sta quasi per finire. Cammina ondeggiando i fianchi, solo per se Harry lo stesse guardando, mentre si dirigeva in salotto.

Una volta seduto sul divano si toglie le Vans e si abbassa i pantaloni fino ai talloni, ma senza toglierli del tutto. Incastra il suo giocattolo tra i due cuscini del divano e si abbassa i boxer fino alle cosce, liberando il suo membro.

Alza la mano sino alla bocca e chiude gli occhi, mette due dita dentro essa, inizia a leccarle ed a passare la lingua su tutta la loro lunghezza, assicurandosi che siano abbastanza umide di saliva.

Il castano sospira e mentalmente si prepara per ciò che sta per fare.

Non è che non l'abbia fatto prima, ma non l'ha mai fatto con Harry a qualche metro di distanza.

Si abbassa un po' sul divano, ritrovandosi quasi sdraiato e fa scendere la mano lungo il suo addome, fino al membro; tasta un poco la zona della sua entrata e man mano inserisce una delle dita.

Si lascia sfuggire un sospiro al non sentire molto dolore, inizia a portare il dito dentro e fuori se stesso, mentre dalla sua bocca escono diversi gemiti.

Di colpo non è più il suo dito, un'immagine mentale di Harry appare di fronte a lui e nella sua immaginazione non si sta scopando con le dita, Harry lo sta scopando con le sue di dita...

La fantasia lo fa eccitare di più e velocemente inserisce un secondo dito dentro al suo corpo, aprendo e chiudendo le dita come fossero forbici; le gambe iniziano a tremare e non può controllare i gemiti che escono dalla sua bocca.

Tutto il salotto e parte della casa è inondata dai rumorosi gemiti ed imprecazioni del ragazzo dagli occhi azzurri.

Ruota le dita e le porta più in fondo, finché toccano la sua prostata e lascia sfuggire un gemito forte, gettando la testa all'indietro.

-Harry!

Non ci pensa neanche, quando si trova già gemendo più volte il nome del suo amico, ripetutamente.

Toglie le dita dalla sua entrata e con mani tremanti prende il tubetto di lubrificante, ne riempe un po' la mano ed inizia a ricoprire il dildo col liquido viscoso.

Una volta lubrificato si alza velocemente e si posiziona di fronte al giocattolo. Inizia ad abbassarsi, allineando la sua entrata alla punta dell'oggetto e si siede di colpo, riempendosi completamente.

-Cazzo! Aahhh...

Poggia le mani agli angoli del divano e, con l'intenzione di venire presto, inizia a dare saltelli sopra l'oggetto.

I suoi gemiti si fanno costanti "ah ah ah" seguiti dal nome dell'amico; la sua contorta immaginazione sta elaborando l'immagine di lui stesso seduto sopra il grembo dell'altro, venendo scopato dal suo pene. Riesce quasi a sentire la voce profonda e lenta di Harry ansimare il suo nome.

Passano pochi minuti prima che Louis venga gloriosamente urlando forte il nome del riccio.

Una volta finito si alza e getta il dildo a terra, per poi pulirsi velocemente il petto con la camicia e pulire il tavolino posizionato in mezzo alla stanza, il quale era un po' sporco del suo seme.

Si distende sul divano e chiude gli occhi, desiderando di dormire almeno per tre giorni. Gli importa ben poco che Harry l'abbia sentito oppure no.

E' questione di secondi prima che si addormenti con il sedere un poco dolente.

D'altra parte, il suo bell'amico ha appena finito di registrare in un audio i gemiti di Louis. Guarda il cellulare, assicurandosi più di due volte che si sia salvata la registrazione.

Oh, certo che l'ha sentito.

E probabilmente lo ascolterà più volte in futuro.

Un sorriso si dipinge sulle labbra del ragazzo dagli occhi verdi e scuote la testa ripetute volte mentre si alza e si dirige in camera sua. Prende una coperta e va in salotto per coprire Louis; dà un'occhiata al dildo gettato a terra e ride dentro di sé.

Ringraziava la contorta mente del suo amico per aver chiamato quell'oggetto col suo nome.


Indirectas ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora