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Chapter One: "Don't waste time."

"Accomodati Cloe," sorrise zio Gray non appena mi vide davanti alla porta di casa sua. Nonostante i suoi capelli fossero bianchi e fosse un uomo sulla sessantina, gli occhi non avevano mai perso la loro tonalità azzurra e l'aspetto rimaneva piuttosto giovanile. Lo salutai abbracciandolo, dopodiché andammo in cucina.

"Tesoro, come sei cresciuta," la voce squillante di zia Bee mi aveva sempre dato conforto in qualche modo, come se potesse scacciare i brutti pensieri. Lei era sposata con zio Gray da ventidue anni, erano una coppia simpaticissima, nonché unita.

La loro storia d'amore mi ha sempre vinto, dopo che zia Bee ha perso il suo primo marito, un certo Sean, è crollata in depressione. Il fratello di mia madre, ovvero zio Gray, l'ha aiutata molto. Le è stato accanto, dapprima in modo indiretto e distaccato. Pian piano è entrato nel mondo della giovane Bee e, dopo tre anni passati insieme, si sono sposati.

Le sorrisi calorosamente, prima di sedermi sul tavolo.

"Saprai già il motivo per cui ti ho chiesto di venire qui oggi." Annuii debolmente, incitandolo a continuare.
"Sappiamo che i tuoi studi hanno fruttato molto in questi ultimi anni e saremmo felici di averti con noi ne-"

"Vuoi un biscotto tesoro?" zia Bee lo interruppe, fissandomi con un sorriso smagliante.
"Bee, ti sembra il caso di interrompere un discorso simile? Stiamo parlando di cose importanti, non di pasta frolla."

"Suvvia John,  perché devi sempre essere così antipatico?"
"Non ero così antipatico quando hai scelto di diventare la signora Gray."
"E certo tu non sei stato con le mani in mano, ti sei rimboccato le maniche per conquistare miss Butchell."

"Ero bello come una rosa, non mi ci è voluto molto," replicò lo zio.
"Sei venuto da me strisciando," lo zittì Bee.

Perfino il modo in cui litigavano mi faceva sorridere, cosa che non risparmiai nemmeno questa volta, ammiravo molto i miei zii.

"Non perdiamo tempo," tagliò corto zio Gray, "allora, cara Cloe, ti piacerebbe lavorare con me? In fondo è pagato modestamente, e poi, è di famiglia."

I dubbi mi invasero la mente, ero davvero pronta per lavorare in un ufficio così serio? Pensavo di dover partire con qualcosa di basilare, come lavorare in un pub o roba del genere.

"Se vuoi puoi fare una prova, potrai venire una settimana, un mese, il tempo per abituartici, se poi ti piacerà continuerai, in caso contrario," sospirò "beh, capirò."
Le sue parole mi furono di grande aiuto, e poiché non potevo stare a pensarci per tutta la vita, decisi.

"Lo farò."

Gli sguardi degli zii mi misero in soggezione, ma avevo un lavoro finalmente, mi complimentai con me stessa per ciò che avevo appena fatto, mi sentivo importante.

"Comincerai il primo di Ottobre, ovvero tra due giorni, ti consiglio di vestirti in modo decente, mi raccomando." Sorrisi, "Devo scappare adesso."

[...]
"Pronto?"
"Tesoro, come stai?" la voce di mia madre era così dolce che non potei fare a meno di fermarmi e parlarle, nonostante ero nel bel mezzo della mia pasta al sugo. In fondo ero sempre sua figlia, no?

"Ciao mamma, sto facendo la pasta, va alla grande."

Dopo una decina di minuti passati con la mia logorroica madre, accesi la televisione, sperando che ci fosse qualcosa che mi potesse distrarre dalla sua eccitazione per aver fatto la scelta giusta.

Il televisore, accendendosi, trasmise un'inchiesta sui rapimenti. I rapimenti oggi sono sempre di più, come fare a evitarli? era il titolo dell'argomento. Questo portò la mia attenzione al programma più che alla voce di mia madre.

His Prey //H.S.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora