Chapter forty-six: "Good morning."
"Cloe?!"
Sentii Harry urlare dal salotto.Mi mancavano solamente la scarpe e poi sarei stata pronta.
"Sei morta?!"
Sorrisi, infilandomi -con una fatica che solo i tacchi possono causare- la seconda scarpa.
Sempre la più difficile da mettere, tra le due."Arrivo, arrivo."
Presi la borsa, una giacca e il mio telefono.Il mio telefono: mi sembrava di essere regredita al 1800, era da così tanto tempo che non tenevo in mano un cellulare, che mi faceva addirittura strano.
Harry si fidava di me, e questa ne era la dimostrazione.
Però, bisogna ammettere che di me ormai si doveva fidare: infatti era da un sacco di tempo che non provavo a scappare.
Diciamo che se proprio, adesso che con lui avevo un legame quasi normale, me ne fossi dovuta andare, glielo avrei detto in faccia.
"Abbiamo l'appuntamento alle otto, sono le otto meno dieci e ci mettiamo un quarto d'ora ad arrivare al ristorante. Saremo in ritardo!"
Mi accorsi di essermi fermata ad osservare il cellulare.
Sorrisi, infilandolo successivamente nella borsa.
Già, Harry mi voleva portare al ristorante.
"Beh, non ci dovremmo far desiderare?"
Sorrisi, scendendo le scale.Non per vantarmi, ma dalla faccia di Harry traspariva puro e semplice stupore.
"C-cav...Cloe se-sei...stupenda."Sembrava un ragazzino alla presa con il primo amore, si capiva che era stranamente ansioso.
Le mie farfalle nello stomaco minacciavano di uscire, e ogni volta che guardavo il riccio negli occhi mi sembrava di vedere una nuova sfaccettatura del ragazzo.
Sorrisi abbassando lo sguardo sulle mie scarpe e finendo le scale.
"Andiamo, non faremo tardi?"
Lo feci uscire dal suo stato di trans -chissà a cosa pensava-."Mi piacerebbe farli aspettare ancora un po'."
Sorrise maliziosamente per poi girarsi e uscire di casa.Come partimmo, il silenzio fu spezzato solo dalla radio.
Non c'era molto da dire, in fondo.
Avrei voluto sapere qualcosa di più su di lui.Sospirai, chiudendo poi la bocca.
Mi ripresi da sola, era solo una domanda innocua quella che dovevo fare!
Mi girai verso un Harry impegnato nella guida.
I suoi lineamenti decisi e delineati gli proferivano un profilo divino, le sue sopracciglia leggermente inarcate -poiché era attento nel guidare- e i suoi occhi puntati sulla strada lo rendevano infinitamente bello.Notò che lo stavo guardando: infatti si girò per una manciata di secondi per guardarmi -per poi tornare a guardare sulla strada- per due volte.
E in quel momento tutte le mie sicurezze crollarono.
"P-parlami un po' della tua adolescenza..."
Girai la testa per guardare fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva veloce -e per non arrossire davanti agli occhi di Harry-."Beh, cosa c'è da sapere? Credo di essere stato un adolescente normale."
"Qualcosa suppongo ti sia capitato, o sei stato per sette anni rinchiuso in casa?"
Ironizzai.Sembrò rilassarsi, lasciarsi andare leggermente sul sedile.
"Louis mi ha detto che eri uno sfigato!"
Risi, vedendolo fare un salto sul posto."Non è vero! Cioè, non ero sfigato, ero solo un po'...alternativo..."
"Del tipo?"
Sorrisi."Durante la mia adolescenza i miei genitori si sono separati, e ho sofferto molto...e diciamo che...non lo manifestavo solo sentimentalmente..."
Era incredibile quanto le nostre situazioni si sfiorassero."Capisco..."
Abbassai lo sguardo."Siamo arriv-"
"Mio padre è morto quando ero piccolissima, praticamente non l'ho mai conosciuto."
Aprii la portiera, scendendo dall'auto.Harry mi venne incontro poco dopo, prendendomi delicatamente per un braccio.
"Cloe, sicura di non voler tornare a casa?"Mi accarezzò leggermente il braccio.
Gli sorrisi sinceramente.
"Harry, ormai ci sono abituata, e tu dovresti saperlo meglio di tutti."Ricambiò il gesto ed entrammo.
[...]
"Cloe, ti devo dire una cosa abbastanza seria."
Smisi immediatamente di ridere e lo guardai senza una briciolo di ironia.
Annuii con la testa, un po' insicura.
"Beh, vedi, da ciò che ho capito...a fine mese tu devi tornare a Londra e...è quasi finito il mese, cioè, Domenica è il primo di Dicembre e...ecco...volevo farti tornare e...magari-"
"Prenderemo strade diverse, Harry, ho capito."
Il riccio mi guardò un po' interdetto, poi abbassò lo sguardo.
Chi tace acconsente, no?
Sorrisi.
Il mio cuore stava urlando di chiedergli scusa, di dirgli che, alla fine, mi sarebbe mancato, che sarei stata male per lui, ma la mia bocca era come serrata.
È il cervello che comanda i movimenti motori, non il cuore.
E se al mio cervello andava bene così, bene o male mi sarebbe dovuto bastare.
Guardai Harry negli occhi, prima che ci alzassimo per pagare e andarcene.
Hm, credo che Harry non mi basterà mai, ora che tornerò alla mia vita.
OH, I THINK I FANCY YOU!
Okay, ieri sera ho avuto il colpo di genio, dato che non sapevo come farli litigare.
Alla fine non è un litigio, si rassegnano al fatto che si dovranno separare, e questa volta per sempre.
BENE!
Oggi ho avuto versione di greco (no comment) e boh, adesso vado a farmi un giro con la mia famiglia per i negozi.
Finalmente nuovi vestiti!E non sarò più costretta ad andare a scuola con i pantaloni del pigiama, bene!
Alla prossima (il capitolo è quasi 800 parole)
Baci *-*
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His Prey //H.S.//
FanfictionSNEAK PEEK: "Hai una pistola puntata alla testa, fossi in te non mi muoverei." "Allora sparami prima che io riesca a spogliarti." "Sei solo uno psicopatico." "E tu ammetti di amarmi alla follia, come non hai mai amato nessuno in tutta la tua vita." ...