XI

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Chapter eleven: "Why?"

Era arrivato Giovedì, e di mattina uno stronzo, non mi sto riferendo a nessuno in particolare, mi tirò giù dal letto, e come da copione ero di cattivo umore. Odiavo quando mi tirava giù dal letto, lo odiavo. Detestavo il modo in cui i suoi ricci cadevano così ugh, perfettamente, sulle sue spalle, odiavo i suoi occhi di quel verde così intenso che riuscivano a togliermi il fiato, odiavo il suo corpo da...modello della Abercrombie, sì lo odiavo; o almeno mi ripetevo di odiarlo.

"Oggi farai nuove conoscenze." Mi informò, e io in tutta risposta mi comportai in modo alquanto gentile. "Vuol dire che hai amici più simili a te?" Sospirai, "Beh, Louis escluso ovviamente."
"Mi dovrei sentire offeso, preferisci un ragazzo con cui sei stata qualche ora a me." Strinse le braccia al petto.
"Fattele due domande." Gesticolai con le mani facendogli intendere che dovesse essere una cosa ovvia.
"Sbrigati, dobbiamo partire." Ordinò.

"Quanto ci vuole più o meno?" Sbuffai, aprendo la portiera della sua auto e sedendomi. Almeno per quel giorno mi aveva lasciato la libertà di mettermi ciò che volevo, e io mi ero messa un maglione rosa e dei pantaloni neri aderenti. "Sei bella." Aveva commentato lui, facendomi arrossire un po'.
"È lontano, dormiremo in macchina."

"Cosa? Ma allora come facciamo ad andare in campagna domani?" Sbraitai.
"Stiamo andando in campagna." Mi ammutolì con quella risposta.

[...]

Erano passate dodici ore estenuanti di viaggio, e io avrei preferito uccidermi piuttosto che stare in macchina ancora per dieci minuti, se non ci fossimo fermati più volte per sgranchirci le gambe. Il silenzio regnava nell'auto e nella mia testa i pensieri. Su di lui. Poi mi decisi a parlare. "Se tu credi che io e te...insomma," mi schiarii la voce, "staremo insieme, perché mi tratti così?"

Inchiodò il freno, facendo fermare la macchina di colpo. Si girò verso di me, mentre io siccome non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi tenni lo sguardo incollato alla strada, si potevano intravedere i monti, magari saremmo arrivati la mattina dopo. Dovevamo arrivare la mattina dopo, o non avrei retto tutta quella sofferenza. D'un tratto ripartì. "La fiducia più grande che una persona possa dare viene dopo l'odio." Rispose tranquillamente.

Saggio, pensai, ma evitai di dirlo. "Ma se continui a comportarti così con me come penserai di ottenere della riconoscenza?" La curiosità era davvero troppa e quelle parole mi sfuggirono di bocca. Mi lanciò uno sguardo omicida, inchiodando ancora. Si avvicinò d'un tratto, tanto velocemente che quasi non me ne accorsi. Mi lasciò un bacio sulla guancia, lento, morbido, umido. Bellissimo. Solo il modo in cui baciava le mie guance mi faceva impazzire, figuriamoci le scene che in quel momento mi passarono per la mente. Desiderai ardentemente le sue labbra per un istante, ma tentai di scacciare quei pensieri ripetendomi che mi aveva rapita.
Ricominciammo a viaggiare. "Ecco, mi sono comportato bene." Ah beh, adesso sì che siamo apposto.

Si fermò in uno spiazzo della strada. "Cerca di dormire, almeno cinque ore," mi guardò, "domani mattina all'alba riprenderemo. Sono troppo stanco per guidare ancora."

[...]

Dormiva, lo capii perché lo chiamai più volte. "Harry." Sussurrai, ma niente, sembrava morto. Aveva un volto angelico e il sonno profondo lo rendeva innocuo. Intravidi dalla tasca l'angolo alto sinistro del mio iPhone bianco. Rischiavo, ma dovevo rischiare. Mi sentivo chiusa in una cupola con lui, potevo tirare su la testa, ma lui me la faceva riabbassare, potevo provare a ribellarmi, ma lui mi metteva a tacere. C'era sempre e solo lui, in tutto. Lentamente avvicinai le dita alla sua tasca, e con mani tremanti ne estrassi il cellulare. Potevo farcela, bastava solo inviare un messaggio per essere libera. Appena schiacciai il tastino centrale lo schermo si accese. 21:59.
Aprii la chat con James, era probabilmente l'unico che poteva aiutarmi, dato che i miei genitori sapevano a malapena cosa fosse un SMS.

Iniziai a scrivere.

'James ti prego aiutami, sono stata rapita, chiama la po|'

Poi sparì tutto, no, no! Stava tutto andando in frantumi, il cellulare squillò: mia madre mi stava chiamando, e io non ero riuscita ad inviare niente. Imprecai sobbalzando, perché proprio io dovevo essere così sfigata?
Avvertì un movimento fulmineo di Harry, che in pochi secondi aveva la mano sul mio collo e mi guardava infuriato, no, forse di più. Guardò lo schermo e poi tornò a guardare me. Capii che dovevo rispondere. "Sì?"

"Tesoro! Come stai?" La voce di mia madre era tanto dolce che pensai di poter scoppiare da un momento all'altro. Una lacrima mi sfuggì dall'occhio destro, scivolando fastidiosamente e cadendo sul mio maglione rosa. "Bene mamma." La mia voce era al limite del tremolio, ma in compenso era bassa e liscia. "Tesoro che hai?" Mi asciugai con la manica un'altra lacrima, per poi portarmi la lana tra i denti, mordendola, era così difficile non dirgli tutto ciò che era successo in quei giorni. Pensai di essermi bruciata la mia ultima possibilità, Harry non mi avrebbe più dato fiducia. Ero infuriata con mia madre per la puntualità che aveva avuto nel chiamarmi, ma come ghiaccio sotto l'acqua calda la mia ira si sciolse sentendo la sua voce calda e dolce.

"Niente." Tirai su con il naso, ma fortunatamente non feci molto rumore, la mia voce non aveva acquistato toni né si era modificata, anzi, aveva iniziato a tremare, contrastando con la mia risposta. "Stai piangendo? Che succed-"
"Scusa mamma, non posso parlarti adesso." Il mio tono era ufficialmente caduto a fondo, era basso e tremava incredibilmente. Harry posò il pollice sul bottoncino rosso, chiudendo così la chiamata. Scoppiai a piangere, non ci potevo credere.
La mia guancia divenne calda non appena la mano di Harry la urtò. Rimasi con la testa girata, mentre altre lacrime cadevano sulle mie gote ormai bagnate. Mi fece sedere sopra di lui, in modo veloce e senza complicazioni. La stessa peccaminosa mano poi mi accarezzò la guancia sinistra, mentre le sue labbra si poggiarono sulla mia fronte. Una, due, tre volte. Lentamente.
Appoggiò la sua fronte alla mia e fece combaciare i nostri petti. "Perché?" Sussurrai, mordendomi le labbra e abbandonandomi a lui. "Shh, si risolverà tutto, piccola. Staremo bene, vedrai, staremo bene." Mi diede un bacio sulla guancia prima che Morfeo mi strappò crudelmente le forze, facendomi addormentare sul petto di Harry.

W.S. : Secondo me nonostante in questo capitolo ci sia lo schiaffo o cose del genere, è molto dolce nel complesso :3

Allora che ne dite? Commentate e lasciate un voto per me? Siamo quasi a 900 visualizzazioni, gnaww. Grazie mille a tutti.

xoxo

His Prey //H.S.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora