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Chapter sixty: "I love you, Harry I love you."

Uscii dalla statale, sorridendo.
"Manca poco Harry, stringi i denti e conta i secondi."

La radio trasmetteva una canzone piuttosto energica.

Peccato che se mi avesse fermato la polizia sarebbero stati guai.

I chilometri sotto le ruote diminuivano man mano che cresceva la mia ansia.

Guardai il contachilometri: 110.

Doppiamente nei guai.

Ma per amore si è disposti a fare tutto, no?

Mi morsi il labbro, ancora una ventina di minuti e io ed Harry saremmo stati di nuovo faccia a faccia.

Se poi mi avesse insultata, baciata, rifiutata, a me sarebbe bastato perdermi ancora una volta in quel verde.

Il cielo si stava rasserenando, e nel complesso c'erano poche nuvole.

Cazzo, l'errore più bello che io abbia mai fatto: essermi innamorata di Harry Edward Styles, il mio rapitore.

Sorrisi ancora sbilanciandomi in avanti e non guardando per un attimo la strada. Sembravo drogata, completamente impazzita -effetto chiamatosi anche amore-.

Basta una minima distrazione e in una frazione di secondo una persona può trovarsi schiacciata tra due macchine.

Pff, bene, non fu il mio caso.

Alzai la testa tornando a controllare la strada. "Styles, cosa mi fai fare?"

Guardai il contatore: 122.

Riuscii a scorgere il viale di Harry, non resistetti all'eccitazione.

Passai davanti a casa sua, e guardai le auto lì davanti.

Dannati posteggi, sempre tutti occupati quando servono.

Alla fine, per trovarne uno, arrivai quasi ad allontanarmi di due isolati da lui.

Aperta la portiera, pensai a tutto ciò che mi era accaduto, arrivando alla conclusione che sì, ero pronta.

Arrivai davanti alla porta di casa sua, e la aprii lentamente: non c'erano i giri, perché?

In un primo momento mi preoccupai, vedendo i cocci sparsi dappertutto, ma quando udii la voce di Louis ed Harry, mi risollevai subito.

Feci il meno rumore possibile, fino ad affacciarmi all'uscio della sala. Avevo Harry girato di spalle e i ragazzi che solo se avessero girato la testa di lato mi avrebbero vista.

"Cosa?"

Il riccio annuì con le mani sulla faccia.

"Ma Harry! Perché?! Perché l'hai rapita?"

Harry, il mio Harry. Stava affrontando tutto e tutti.

Lui rispose singhiozzando e con la voce spezzata e bassa. "Io la amo Louis."

Niall girò la testa e mi vide. Mi salutò con la mano e tornò a guardare Harry.

Ma che?

Si ricordò che io dovevo essere a Londra e del fatto che Harry stesse piangendo la mia lontananza, e tornò a guardarmi con un'espressione scandalizzata, scioccata, stupida, tutto quello che volete, allo stesso tempo.

Ah, ecco.

"Non si f..." Il biondo toccò la spalla di Louis, che si girò e mi vide, "...a..."

Harry non si accorse di niente mentre io avevo rivolta l'attenzione di tutti e quattro i ragazzi...e Gemma?

Bah...

Si alzarono di soppiatto, avvicinandosi a me. "Beh, ti lasciamo pensare..."

Quando Niall mi passò accanto sussurrò. "Perché non me lo hai detto?!"

Lo guardai senza rispondere, e lui poco prima di uscire di casa sorrise. Aveva capito il mio messaggio: io lo amavo.

"No Louis rimanete ancora, vi prego, non voglio stare solo." Singhiozzò Harry.

Mi avvicinai lentamente a lui, inginocchiandomi ai suoi piedi.

Gli toccai il ginocchio, poggiandoci sopra la mia mano.

Non si era ancora accorto della mia presenza, magari stava pensando che fossi uno dei ragazzi.

Presi delicatamente le sue mani, spostandogliele da davanti al viso, e in quel momento lui mi vide.

Mi alzai leggermente, trascinandolo con me, finché non rimanemmo entrambi in piedi.

I suoi occhi, rossi e colmi d'acqua, facevano risaltare il suo verde smeraldo. Le sue labbra gonfie dal pianto tremavano, mentre il resto del suo corpo era completamente fermo.

Mi guardava, senza dire niente, senza muovere un muscolo.

Si sporse leggermente in avanti, senza dire una parola, e mi baciò. Non un bacio con la lingua, non un bacio voglioso, un bacio dolce, passionale, lui tremava, quasi come se potessi sparire da un secondo all'altro, come se fossi una visione, mi baciò come per constatare che io fossi davvero lì.

Le sue mani sfioravano quasi le mie guance, come se a toccarmi potessi sparire.

Quando si staccò, le sue mani si poggiarono in modo più saldo sul mio viso, e unimmo le nostre fronti.

Il pianto aveva reso la sua pelle calda, ma il contatto non mi dispiacque.

Ci guardammo negli occhi.

Mi morsi il labbro, poi finalmente parlò.

"Perché sei tornata?" La sua voce era roca per via del pianto, e nelle sue parole non c'era l'enfasi della domanda, bensì la nota di un dolore alleviato, ma sembrava comunque triste.

"Perché ti amo." Gli sorrisi, guardandolo negli occhi, "Ti amo Harry, ti amo."

"Ma non me lo merito." Mi guardò con un'aria triste e da cucciolo smarrito.

Lo guardai a mia volta, constatando il dolore che aveva negli occhi.
"Harry, tu mi ami?"

Lui mi guardò, prima di dire un "Sì."

Mi avvicinai alle sue labbra, ma senza toccargliele.

Sussurrai. "Allora resta con me."

Lo baciai.

Sorrise, tirando su con il naso.
"Andiamo dagli altri."

Uscimmo da casa sua, lasciando la porta aperta: loro stavano dall'altra parte della strada, a guardare la luna.

"Hey."
Sorrisi.

"Cloe." Risposero tutti.

"Tra poco è Natale."
Asserì Louis. "Domani è il primo dicembre, Lou."

"Avete già pensato ai regali da fare?"
Continuò quello.

Tutti risposero no, tranne me.

Io guardai Harry, passò anche lui lo sguardo su di me, per poi soffermarsi sui miei occhi.
Sussurrai. "Io ce l'ho già, il mio regalo."

Harry si avvicinò sorridendo e ci scambiammo un veloce bacio, prima che le mani di Niall si posassero sul mio collo. Feci la stessa cosa, poggiai la testa sulla spalla di Harry, mentre la sua mano si poggiò sul mio fianco sinistro.

Guardammo avanti, in silenzio.
"Ancora poco e dovremmo esserci." Ci informò Liam, guardando il suo orologio.

E poi: eccola lì.

La luce dell'orizzonte, che squarciava il buio. Più luminosa che mai, più bella che mai, accanto ad Harry.

Forse, era questo il momento che avrebbe dato inizio alla mia vita con Harry: l'inizio della luce, l'alba.

His Prey //H.S.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora