III

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Chapter three: "Hey Cloe, a young men is looking at you."

Vi chiedo di leggere lo spazio autrice in fondo al capitolo perfavore. ♡

Okay, non fraintendetemi, non ricordo molto di quella sera, o almeno non ricordavo. Alla fine la grande idea di James era quella di andare in discoteca per rallegrarci un po'.
"È troppo smielato questo momento, andiamo a bere." Erano le testuali parole dette da lui come scusa.

Ci volle più o meno un'ora per arrivare a quel locale. Alla fine ne valeva la pena, era davvero molto carino. "Questo è un bel posto," James fece un lungo respiro, come quando si sale sulle montagne e si inala l'aria sana. Davvero molto sana, alcol e fumo.

"Sei un idiota." Sorrisi mentre raggiungevamo l'entrata. "Preferisci questo o il lavoro?"

Notai subito un bel ragazzo seduto ad un tavolo: parlava con due persone. "Questo," sorrisi a trentadue denti a James. "Cattiva bimba," mi disse lui in tutta risposta.
Una volta entrati ci buttammo al bancone, per farci servire qualcosa che provocasse la scintilla della festa.

L'ultima volta, più o meno il mese precedente, che io e James andammo in una discoteca, lui era stato buttato fuori per una rissa e io come una ruota gli ero andata dietro: avevo provato a persuadere il buttafuori per fare rientrare il mio migliore amico; e fino a qui si può dire che nel bene o nel male non volevo che la serata finisse lì, ma, poiché ero ubriaca, tentai di far rientrare James corrompendo il buttafuori sessualmente. Ora non dico che tra me e quel buttafuori ci fu qualcosa, perché al primo tentativo mi aprì la porta dicendomi "Torna dal tuo amico." Era davvero antipatico.

Fortuna che incontrammo subito lì fuori Klara, una ex di James con la quale però il rapporto non si era rovinato, che ci portò a casa, altrimenti avremmo dovuto dormire in macchina per evitare incidenti. E poi per recuperare la mia macchina? Che casino. Non entrai mai più in quella discoteca.

"Desidera?" Scostai lo sguardo da una bottiglia di liquore che stavo fissando, mentre la mia mente vagava nelle sere che fino a quel momento credetti le più brutte di sempre.
"Un bicchiere di Jack Daniel's perfavore," guardai il cameriere, era piuttosto attraente. "Allora tu da dove vieni? Non sei sicuramente di Londra." mi chiese il barista una volta datomi il liquore richiesto.

Gli sorrisi, "In effetti no, sono nata e cresciuta a Liverpool, poi per il liceo mi sono trasferita qui, mentre i miei vivono ancora là. Purtroppo i contatti non sono frequenti," abbassai lo sguardo sul mio bicchiere pensando ai miei genitori. Alla fine non era così male la libertà. Già, avrei scelto ancora una volta Londra, ma ehi, io voglio bene ai miei genitori.

"Le ragazze di Liverpool sono le migliori," il barman mi fece l'occhiolino. "Dirai questo a tutte le ragazze di qualsiasi città," scherzai. Lui si mise a ridere, la sua risata era davvero bella, nonché contagiosa.
"Come ti chiami?"
"Cloe, tu invece, barista sconosciuto?" Mi sporsi leggermente in avanti. La mia voce era piuttosto roca e mi sorpresi anche di quanto il tono ne fu vellutato.

"Io sono Peter." Mi sorrise, una donna dall'altra parte del bancone gli fece segno di voler essere servita. "Vediamoci alle due, quando finisco stasera, parliamo un po', mh?" Sorrisi. "Certo."
"Lui è tuo amico?" Indicò James. Annuii, "Allora stasera offre la casa."

Mi sembrava un bravo ragazzo, e non mi pentii di aver accettato la sua richiesta. "Hey Cloe, un ragazzo ti sta guardando." James osservò, girato dall'altra parte rispetto a me. Era lo stesso ragazzo che avevo adocchiato poco prima di recarmi al bar. Forse era lo stesso tavolo, forse era lo stesso ragazzo. Il Jack Daniel's lo reggevo poco, tuttavia lo adoravo. Se prima non ero riuscita a scorgerlo bene per via del buio, ora mi ero perfino dimenticata un minimo particolare. Non ero nemmeno sicura che quella fosse la stessa persona di prima.

His Prey //H.S.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora