18 | Conseguenze

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Max

Il sangue continuò a ribollirmi nelle vene quando mi sedetti sul letto all'interno dell'infermeria. L'infermiera aveva già disinfettato i lividi ed i tagli che avevo sul volto. Avevo trasalito dal dolore quando aveva messo dell'alcool sul taglio al lato del mio labbro, ma i miei occhi non avevano mai lasciato Tyler, che era seduto sul lettino affianco al mio, mentre veniva curato da un'altra infermiera.

Nonostante le sue condizioni fossero peggiori delle mie -- Visto l'occhio nero ed il naso rotto -- La rabbia che provavo non si placò. La rabbia che continuava a fermentare per ciò che aveva fatto a Luna.

Non sapevo cosa sarebbe successo se non l'avessi seguita in biblioteca. Se non fossi corso su per le scale dopo aver sentito il trambusto ed essere arrivato appena in tempo, Luna sarebbe potuta rimanere gravemente ferita. Avrebbe potuto addirittura...

Non volevo neanche terminare quella fottuta frase.

Strinsi le mani in due pugni, mi pentivo di non aver rotto, a Tyler, l'osso del collo -- Sfortunatamente, tre guardie di sicurezza mi avevano fermato prima che potessi terminare di insegnargli la lezione.

"Qualcuno di voi può spiegarmi cos'è successo?" La voce dell'allenatore riecheggiò nell'infermeria, distogliendomi dai miei pensieri. Ottimo. Non avevo neanche notato che fosse arrivato.

Le sue narici erano allargate. Non era per niente felice.

"Quindi?" Ci ordinò, ma nessuno dei sue spiaccicò parola. Rimanemmo in silenzio, a fissarci. "La vostra rissa sarà riportata al Preside, ma prima che vi convochi entrambi, voglio vedermela con voi."

L'allenatore ci guardò, quando la realizzazione lo colpì. "Non si tratta di voi, vero? Sì, non sembrate avere nessun problema sul campo. Vi siete picchiati a causa di quella ragazza, corretto?" Sbuffò.

Mi aspettavo il suo disappunto, dal momento che contava su di noi, soprattutto su Tyler, visto che era il capitano della squadra.

Continuando a non sentirci parlare, sospirò, appoggiandosi le mani sui fianchi. "L'hai colpito tu, per primo, Max?"

"L'ha fatta cadere dalle scale," sibilai, con gli occhi puntati su Tyler. "No," mi corressi, con la voce che tremava per la rabbia. "L'ha fatta, di proposito, cadere dalle scale."

L'allenatore voltò repentinamente il capo verso Tyler, non appena quelle parole lasciarono le mie labbra. Si accigliò. "É vero, Tyler?" La sua voce era colma di amara incredulità. "Hai fatto, di proposito, cadere una ragazza dalle scale?"

Tyler spostò lo sguardo tra noi, scacciando la mano della povera infermiera quando provò a tamponargli la ferita sul labbro. Sbuffò. "La fa sembrare peggio di ciò che è successo."

La mia rabbia, se possibile, crebbe ancora di più. Come si permetteva a comportarsi come se nulla fosse accaduto. Mi misi in piedi, sentendo il petto esplodere. "L'hai fermata, prendendola per il polso, poi l'hai lasciata andare. Luna avrebbe potuto farsi male. Sarebbe addirittura potuta morire se avesse picchiato la testa!" Ruggii.

L'allenatore era a corto di parole, mentre Tyler aveva le mani strette in due pugni, sembrava volesse rompere qualcosa.

"É vero, Tyler?" L'allenatore ripeté la domanda, ora mortalmente serio. "Se questo è vero, sei fuori."

I pugni di Tyler tremarono di rabbia per la frase che aveva appena sentito.

"Sono sicuro che le telecamere possano provarlo," Ammisi, sentendo le nocche pulsare dalla voglia di rivedere il sangue di Tyler.

L'incidente era accaduto sulle scale e, prima, nel corridoio, quindi dovevano esserci delle prove, per non menzionare i testimoni.

Tyler mi lanciò un'occhiataccia, prima di alzarsi in piedi. Torreggiò verso la porta, facendosi richiamare dall'allenatore.

LUNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora