Max
Il mio petto si muoveva rapidamente, mentre guardavo Luna seduta sulla gradinata. Mi stava guardando, ma nessuna parola aveva ancora lasciato le sue labbra.
Dannazione. Le avevo chiesto di diventare la mia ragazza davanti all'intera scuola.
La vittoria di una partita non era mai stata tanto dolce, ma dovevo ammettere che ero impazzito, perché gli occhi di tutti coloro che avevano assistito alla partita erano ora puntati su di noi.
Le persone trattennero il respiro, in attesa della sua risposta.
Il cuore mi tamburellò selvaggiamente nel petto. Mi avrebbe detto di sì?
Avevo cercato di fare del mio meglio perché la scena del suo film preferito si tramutasse in realtà. Era romantico, lo so, ma niente poteva fermarmi dal mostrarle quanto questi momenti le appartenessero.
Cazzo. Muoio dalla voglia di rivedere quel sorriso sul suo volto.
Luna si alzò ed io notai i suoi occhi offuscarsi dalle lacrime. Erano lacrime di felicità?
Dannazione, l'ansia mi stava mangiando vivo. Il battito cardiaco per niente sano del mio cuore non mi era affatto d'aiuto.
La mia stupida mente stava aspettando un gesto per farmi correre verso di lei e baciarla lì, sulla gradinata.
Luna scese dai gradini ed il mio cuore cominciò a battere più rapidamente, mentre si avvicinava. Con mio stupore, anche il pubblico fece silenzio ed io cominciai a pensare che capissero quanto mi sentissi ansioso.
Ma poi, non appena Luna raggiunse il campo, corse all'interno dell'edificio, lasciandomi attonito.
Stupito.
Raggelato.
Chiamatemi come volete.
La folla cominciò a mormorare ed i loro sussurrii frenetici mi colmarono le orecchie, facendomi tornare alla realtà. Le mie gambe si mossero in automatico, seguendo Luna all'interno dell'edificio, anche se non mi ricordavo di aver dato loro questo comando.
E lì, in piedi davanti all'area deserta degli spogliatoi della mia squadra, la vidi. Annaspando, la guardai darmi la schiena.
"Luna," la chiamai, e quando si voltò, persi l'abilità di respirare.
Aveva le lacrime agli occhi ed a giudicare dall'espressione triste che aveva sul volto, non erano affatto lacrime di gioia. Il cuore mi si strinse, mentre il panico cominciava a risalirmi lungo lo stomaco.
Le prime parole che lasciarono la mia bocca furono, "Mi dispiace."
Stupido, stupido, stupido. Cosa cazzo avevo fatto?
"Mi dispiace, Luna," annaspai. "Ho commesso un errore?"
Luna si lasciò sfuggire un respiro tremante e, per un secondo, pensai che scoppiasse a piangere davanti a me. "Perché l'hai fatto?" Sibilò con tono arrabbiato, lasciandomi completamente scioccato.
Aspettate.
Non riuscivo a risponderle.
Mi serviva un momento per pensarci.
Dire che fossi scioccato nel vedere il sguardo sarebbe stato un eufemismo. Non mi aveva mai guardato in quel modo e non l'avevo mai sentita alzare tanto la voce nei miei confronti o verso gli altri.
La realtà mi si schiantò addosso, spezzandomi.
L'aveva odiato. Aveva odiato ciò che avevo fatto.
"Perché pensavo ti sarebbe piaciuto," ammisi. "Mi hai detto--" La realizzazione mi colpì come un fulmine a ciel sereno, facendomi sentire un completo idiota. "Cazzo, avrei dovuto comprenderlo prima."
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LUNA
RomansaUna volta, ero una delle ragazze più popolari della scuola. Tutte le ragazze della Royal Heights, la scuola dei più ricchi, mi conoscevano come la bellissima Luna Klein, figlia di una delle più famose superstar del momento e di un rispettabile milio...