34 | Pugnali

77 8 1
                                    

Luna

Avevo pianto a tal punto da non avere più lacrime da versare e sapevo di meritarmi una tale agonia. Avevo spezzato il cuore di Max, ma anche il mio.

Quando scesi dall'auto di fronte a scuola, il mio battito aumentò. Cosa ci facevo qui? Ero consapevole di comportarmi come un robot. Continuavo a vivere, ma dentro di me, tutto era morto.

La mia mente stava morendo.

Tuttavia, pensavo ripetutamente a Max, consapevole che lo stavo facendo per il suo futuro. Non saremmo stati in grado di crearcene uno, se quelle foto fossero state divulgate -- A questa scuola importava molto della reputazione dei suoi studenti.

Avrei salvaguardato il futuro di Max per quanto più tempo avrei potuto.

Il mio corpo rabbrividì, nel ricordarmi che Rory avesse ancora quelle foto. Non volevo che rovinasse le persone che amavo, ma ero anche stanca di lei, perché aveva già rovinato Max.

L'unica cosa che non avrei potuto salvare era il suo cuore, ed il mio.

Le lacrime minacciarono di lasciare i miei occhi, mentre il nodo che avevo in gola mi doleva tremendamente.

Non preoccuparti, Luna. Il tempo aggiusterà ogni cosa. Max avrà un futuro brillante e si dimenticherà di te.

Giusto. Sarebbe stato più facile per lui, dal momento che l'avevo lasciato in modo parecchio duro. Doveva odiarmi più di Tyler, tanto l'avevo maggiormente ferito.

Quando entrai in corridoio, gli studenti cominciarono a mormorare ed a sussurrare tra loro. Alcune delle cose che dissero furono una pugnalata al cuore, ma non avevo altra scelta se non quella di continuare a camminare.

Strinsi la presa sulle bretelle del mio zaino, cercando di ignorare la freddezza con cui mi stavano guardando.

Ancora una volta, ero ufficialmente l'esclusa della Royal Heights.

Mi fermai improvvisamente davanti agli armadietti, dove Max era appoggiato. I suoi occhi si posarono su di me, mostrandomi tutto il loro dolore. Sembrava davvero debole, davvero stanco.

Davvero spezzato.

L'ultimo pezzo di cuore rimasto intatto, si lacerò, mentre le lacrime mi bruciarono le retine, appoggiandosi sul mio armadietto. Notai le persone guardarci ed i sussurrii diventare sempre più alti e frenetici.

"Guarda, si comporta come se non fosse accaduto niente."

"Che troia. Ha attratto Max soltanto per trarne vantaggio ed essere ancora sotto ai riflettori."

"Povero Max. Ora non mi domando perché Tyler la odiasse tanto. Le piace manipolare gli uomini. É una tale puttana."

Quando aprii l'armadietto, raggelai.

Era colmo di bigliettini con orribili ed atroci parole scritte sopra, parole che io non avrei mai potuto rivolgere ad un altro essere umano.

Annaspò, mentre la rabbia si irradiava dal suo corpo. Mi lasciai sfuggire un respiro tremante, guardando il suo petto alzarsi ed abbassarsi rapidamente. Gli altri studenti continuarono a prendermi in giro e Max contrasse la mascella nell'udire le loro parole.

"Cosa cazzo avete da guardare?" Gridò alle persone attorno a noi. "Tenete la bocca chiusa e fatevi i dannati affari vostri." C'era veleno nella sua voce e gli altri studenti distolsero lo sguardo a causa del tono minaccioso che aveva rivolto loro.

Il mio cuore urlò, mentre lo guardavo difendermi, nonostante tutto. Stava diventando sempre più difficile respirare.

Quando il suo sguardo si posò su di me, i suoi occhi si addolcirono, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, riposi velocemente i miei libri nello zaino e chiusi l'armadietto, dandogli la schiena.

Il mio cuore non era mai stato tanto pesante, tanto lacerato.

Tanto torturato.

---

Durante le lezioni non riuscivo a concentrarmi -- Riuscivo a malapena a prendere appunti di ciò che stava dicendo il Professore. Quando arrivò la pausa pranzo, emisi un gemito di sollievo. Non avevo voglia di mangiare -- Non avevo affatto fame.

Trascorrere del tempo nell'aula di musica sarebbe stato sicuramente migliore che confrontarmi con gli altri studenti in caffetteria.

Quando uscii dall'aula, sentii qualcuno afferrarmi il braccio.

Il cuore mi tamburellò nel petto, mentre guardavo gli occhi verdi di Max. Il suo volto era più duro del solito, mentre mi guardava con preoccupazione. "Dobbiamo parlare," la sua voce era roca ed ancora lacerata dal dolore.

In quel momento, colsi lo sguardo che Rory ci stava mandando. Era in piedi vicino al suo banco, con lo sguardo furioso puntato su di noi.

Ritrassi velocemente il braccio dalla presa di Max, facendo un passo indietro. "Non c'è niente di cui parlare," ammisi con autorità, odiando il fatto che la mia voce tremò alla fine della frase. "Lasciami sola, Max."

Riuscii a vedere come le mie parole furono delle pugnalate al suo cuore e non c'era niente che desiderassi di più che rifugiarmi tra le sue braccia, ma non potevo farlo.

Non potevo permettere che scoprisse di Rory. Cosa avrebbe fatto? Lo conoscevo così come avevo assistito ai suoi repentini cambi d'umore -- Sarebbe andato su tutte le furie. Il pensiero che si confrontasse con Rory rese irrequieto il mio cuore, perché sapevo che questo avrebbe ostacolato il suo futuro.

Ho così paura, Max. Così tanta paura che puoi averne un'idea.

Queste parole, la verità, doveva rimanermi incastrata in gola -- Non potevo permettergli di scoprirla.

Senza dire nient'altro, mi allontanai da lui, facendo dei respiri profondi nell'inutile tentativo di calmarmi.

---

Il resto delle lezioni trascorsero con un quiz della Professoressa Smith. Coloro che lo terminavano, potevano andare a casa con anticipo, ma vista la mia mente incasinata, non pensavo che sarei stata in grado di finirlo tanto velocemente. Non riuscivo nemmeno a pensare alle risposte.

Max, che era seduto dietro di me, si alzò dal suo banco. Si incamminò verso la cattedra della Professoressa Smith con lo zaino su una spalla, le porse i fogli ed uscì dall'aula.

Sospirai, chiedendomi come avesse fatto a terminare il quiz tanto velocemente.

Dopo un'altra ora, riuscii finalmente a cominciare a concentrarmi sul quiz che avevo davanti. Avevo cercato di fare del mio meglio per dare le risposte correte, nonostante sapessi che non avrei ottenuto un voto alto.

Quando mi incamminai lungo il corridoio, controllai il messaggio del mio autista, che mi comunicava che era già arrivato e che mi stava aspettando davanti all'ingresso di scuola, come sempre.

Appena ci arrivai, Max entrò nel mio campo visivo. Stava aspettando, con la schiena appoggiata contro al muro. Quando i suoi occhi si posarono su di me, si avvicinò immediatamente.

"Luna--"

Chiusi gli occhi per la frustrazione, il mio cuore fu perforato da mille spilli mentre mi voltavo da lui, allontanandomi rapidamente. Appena in tempo, l'auto del mio autista avanzò ed io mi affrettai a raggiungerla, ignorando Max.

Mi dispiace.

Mi dispiace.

Mi dispiace.

Queste parole non sarebbero mai state abbastanza, nonostante continuassi a ripeterle al mio cuore come una cantilena. Tutte le lacrime che avevo versato non erano nulla, confrontate al dolore che gli avevo causato.

E non importava quanto tempo mi sarebbe rimasto da vivere, non mi sarei mai dimenticata di Max e della sua bellissima anima. Avrebbe sempre avuto un posto speciale nel mio cuore.

Non sarei mai stata in grado di amare un'altra persone quanto amo lui.

LUNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora