40 | A chi appartiene il mio cuore

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Luna

Borbottando, mi sedetti sul letto, stiracchiandomi le braccia. Guardai la sveglia appoggiata sul comodino, che mi indicava che stava quasi sopraggiungendo la sera. Quanto era durato il mio pisolino?

Durante gli ultimi giorni, il mio sonno era scostante. Ero così mentalmente ed emozionalmente stanca, che avevo perso la traccia del tempo. Un'altra cosa poco sana che mi ritrovavo a fare era quella di rimanere rinchiusa nella mia stanza, nonostante sia i miei genitori che Aiden venissero, di tanto in tanto, a controllare che stessi bene.

Stavano ancora discutendo con le autorità, stavano chiamando e discutendo con le altre persone, così come stavano tenendo monitorati i social media ed i giornalisti. Ogni volta che scendevo al piano di sotto, diventavano cauti, come se non volessero farmi sentire le ultime novità che venivano dette.

Scesi l'ultimo gradino e sbadigliai, ma quando i miei occhi si soffermarono sulla persona che era con papà in salotto, mi fermai automaticamente.

Max.

Raggelò, non appena entrai nella stanza. I nostri occhi si incontrarono e nelle sue bellissime iridi verde scorsi un sentimento di nostalgia, come se fossi un'apparizione dopo solo Dio sapeva quanto. 

Potevano essere trascorsi soltanto pochi giorni, ma per me erano stati terribilmente lunghi. Tuttavia, non sapevo se lo stesso valeva per lui.

Max stava giocando una partita a scacchi con papà. Aiden stava guardando la TV, sdraiato sul divano. Mamma sembrava essere in cucina, perché riuscivo soltanto a sentire la sua voce mentre parlava con la nostra cameriera.

I miei occhi si soffermarono su Max. Non sapevo se questo era dovuto al fatto che non lo vedessi da diversi giorni, ma il cuore cominciò a martellarmi nel petto al solo pensiero di essere con lui nella stessa stanza. 

Era davvero bello, con addosso la maglietta bianca ed un semplice paio di jeans. Il mio sguardo si spostò sulla giacca in pelle appoggiata al bracciolo del divano.

Da quanto tempo era qui?

La realtà mi colpì come uno schiaffo in faccia, mentre abbassavo lo sguardo su di me.

Mi ero appena svegliata, i miei capelli erano ancora scompigliati e spettinati, i miei vestiti erano stropicciati e la maglietta che stavo indossando mi sembrava troppo leggera, dal momento che non indossavo il reggiseno.

Non mi ero nemmeno lavata la faccia -- Forse avevo ancora della saliva all'angolo delle labbra.

Merda.

Prima ancora che potessi realizzarlo, tornai al piano superiore, sentendo il suono di una sedia venire trascinata, probabilmente quella di Max. "Luna--" Mi chiamò.

Corsi nella mia stanza e chiusi la porta a chiave. Appoggiai la schiena contro la superficie, annaspando.

Oh Dio, questo è imbarazzante.

"Luna," la voce di Max riecheggiò dietro la porta, facendo palpitare il mio cuore.

Quando era stata l'ultima volta che avevo sentito la sua voce? Soltanto quel suono mi faceva venire voglia di piangere.

"Mi dispiace," la sua voce era roca, mentre parlava.

Sentii qualcosa premersi contro la mia porta. Sembrava che Max ci avesse appoggiato sopra il braccio, per poi riporci la fronte, dal momento che anche la sua voce sembrava essere più vicina. 

"So che non vuoi ancora vedermi, ma--" Si fermò. "Mi manchi davvero tanto." La sua voce si ridusse ad sussurro alla fine della frase.

Le lacrime minacciarono di lasciare i miei occhi ed io deglutii. Mi mancava tantissimo. Troppo, forse.

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