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11 Giugno, Firenze.

Siamo partiti da due settimane per iniziare questo tour di 15 stadi in giro per l'Italia. Qualche sera fa è toccato allo stadio di Bibione per la data zero e domani toccherà allo Stadio Artemio Franchi di Firenze. Niccolò è diventato insopportabile. È sempre nervoso, scatta per ogni cosa, la sua ipocondria sta raggiungendo livelli mai visti ma, soprattutto, cominciano a dargli fastidio qualsiasi gesto affettuoso che ho verso gli altri che non siano lui. Le ragazze mi hanno raggiunto qui questo pomeriggio per farmi svagare un pò sapendo che la situazione sta diventando ingestibile. Lo evito il più possibile tranne per quelle cose che sono strettamente necessarie fare insieme. Lo vedo che cerca un mio sguardo, un mio gesto ma sono veramente stanca del suo comportamento e della sua gelosia totalmente infondata dovuta a non si sa quale paura gli passi per la testa. Non ci sfioriamo da giorni, sempre persi nei nostri problemi che lui sfoga sul palco e che io tengo dentro. Stasera, invece, ho deciso di staccare dai pensieri per qualche ora e prendermi un pò di spazio per me andando a ballare con le mie amiche.
<<Do vai stasera?>> mi chiede appena entra nella nostra stanza in hotel.
<<Ciao Niccolò>> lo riprendo.
<<Si si ciao Clà... Do vai stasera?>>
<<A ballare>>
<<Co chi vai?>>
Sbuffo senza rispondergli continuando a fare quello che stavo facendo.
<<Ao t'ho chiesto co chi vai>> continua imperterrito.
<<Co ste ragazze, co chi voi che vada?>>
<<Ricordate che stamo a lavorà qua, mica a divertirce>> risponde con tono duro.
<<Me stai a dì che sto a pensà a li cazzi mia Niccolò? Ma che cazzo voi?>> replico piccata.
<<Te sto a dì che devi pensà ar tour>>
Mi avvicino velocemente al suo viso. Sono furiosa, fuori di me. Metti in dubbio tutto ma non il mio lavoro perché divento una iena.
<<Penso a sto tour tutta a giornata, nun penso ad artro da mesi ormai... Nun te permettere più de venì a mette n'dubbio er lavoro mio sennò te ne trovi n'artro Niccolò>> il mio tono è calmo e gelido.
Prova a rispondere ma io rapidamente mi volto per andare in bagno a prepararmi. Bussa alla porta cercando di parlarmi, metto la musica e mi infilo in doccia. Non riuscirà a farmi sentire in colpa se decido di farmi una serata in santa pace dopo giornate intere chiusa in ufficio a lavorare. Sotto il getto dell'acqua mi perdo nei miei pensieri restandoci per tutto il tempo di cui ho bisogno.
Quaranta minuti dopo, nel mio mini dress oro, esco dal bagno per recuperare la pochette. Lo vedo steso sul letto ad occhi chiusi che spalanca appena sente il ticchettio dei miei tacchi alti. Saetta lo sguardo dalla testa ai piedi della mia figura, lo sento bruciare su di me, deglutisce rumorosamente e si alza lentamente venendo verso di me. Mi incammino fieramente verso la porta fino a quando sento la sua mano stringermi il polso costringendo il mio corpo a voltarsi per ritrovarsi in un secondo schiena al muro. Si avvicina lentamente al mio collo baciandolo piano, poi la mascella, l'angolo della bocca e quando sta per poggiarle sopra le mie labbra, faccio leva su tutto il mio autocontrollo e giro la testa di lato. Resta perplesso e si allontana di poco per guardarmi in faccia con uno sguardo confuso.
<<Devo uscire, spostati Niccolò>>
Passa un'ombra nel suo sguardo che riconosco subito. Mi vuole, adesso ancora di più.
Ritorna all'attacco ripetendo lo stesso percorso di prima ed anche questa volta giro la faccia. Sbuffa frustrato.
<<Sono giorni che non ti tocco Clà>>
<<Anziché impazzì pe niente ogni santa volta, potevi occupà er tempo mejo... Vabbè peccato, mo spostate che devo uscì>> concludo e con una leggera spinta mi libero ed esco dalla camera.
Stasera ci sono solo io e basta. Nel frattempo che aspetto che le ragazze escano, scatto una foto da pubblicare nello specchio del corridoio.

 Nel frattempo che aspetto che le ragazze escano, scatto una foto da pubblicare nello specchio del corridoio

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