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Pov's Claudia

Sabato, 12 Novembre.

Oggi pomeriggio, siamo stati invitati al teatro Brancaccio per un evento chiamato Roma Amore Mio. Siamo molto felici di parteciparvi perché parlare di questa città è sempre un grande onore, soprattutto farlo con due simboli di Roma come Enrico Brignano e Sabrina Ferilli. Mi hanno spiegato che l'ospite sarò io ma vorrebbero l'intera Ultimo records per uno scambio di opinioni.
Restiamo in studio fino alle 15 più o meno per poi andare a casa a prepararci dato che alle 18 inizia l'incontro.
Mi lancio sul divano come un elefante sospirando di sollievo. La pancia è ormai visibile, ancora non gli ho mai sentiti muoversi e sono molto curiosa di quella che può essere la mia reazione. Non esterno facilmente le mie emozioni ma sono sicura che la maternità possa crepare, in qualche modo, la mia corazza.
<<Continuo a pensà che te devi fermà n'attimo, stai a corre un pò troppo>> mi dice Niccolò avvicinandosi a me. Lo fulmino all'istante.
<<Continuo a pensà che te devi sta zitto se gli voi conosce sti fiji>> rispondo facendolo ridere per poi stendersi accanto a me abbracciandomi.
<<Dovemo sceglie i nomi>> mi sussurra.
<<Dai fammi due coccole, poi vediamo tanto nun te piace un cazzo>> piagnucolo contro il suo collo.
<<Ma sei te quella che je piaciono solo nomi de merda>>
<<Shhh...>> concludo facendoci cadere in un silenzio confortevole.
Rimaniamo ancora un pò così per poi prepararci ed uscire di casa velocemente, siamo in ritardo e il teatro non è esattamente dietro casa. L'outfit è semplice come del resto sono io.

L'esterno è insediato da giornalisti e paparazzi, per questo Gabriele è subito accanto a me quando scendiamo dall'auto, cammina davanti tenendomi le mani, Niccolò accanto a me con il braccio sulle mie spalle e Adriano, dietro, a chiudere questa ca...

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L'esterno è insediato da giornalisti e paparazzi, per questo Gabriele è subito accanto a me quando scendiamo dall'auto, cammina davanti tenendomi le mani, Niccolò accanto a me con il braccio sulle mie spalle e Adriano, dietro, a chiudere questa catena che funziona alla grande da sempre. Testa bassa e passi ben distesi.
Ci informano che manca poco all'inizio invitandoci ad avvicinarsi nel dietro le quinte.
<<Sei pronta Clà?>>
<<Si Cassiolì, agitata ma normale no?>> rispondo facendoli ridere.
Prendono posto in prima fila dove oltre loro ci sono gli altri miserabili con Emanuel e Nino, sento la voce inconfondibile di Sabrina che prende parola salutando tutti e poi presentando me facendomi ridere. Troppo divertente.
"Da quando abbiamo annunciato l'ospite qualche giorno fa, è scoppiato il toto outfit. Io e Enrico c'avemo in corso na scommessa. L'abbiamo vista indossare negli anni abiti meravigliosi delle più grandi case di moda italiane, Versace, Armani, Louboutin ma, molto più spesso, la vediamo in tute, jeans, sneakers e quasi sempre con indosso il merchandising come a voler rimarcare un senso di appartenenza. Senso di appartenenza alla Ultimo records di cui è, chiederemo in seguito ai diretti interessati, probabilmente il cuore pulsante. Il toto outfit finisce qua. Lei non è una manager, lei è LA manager... Claudia Ferrari"
Entro con il sorriso sul viso, il pubblico è tutto in piedi che applaude forte. Sabrina esulta segno che ha vinto la scommessa, saluto entrambi.
<<Bè look comodo per una futura mamma... Auguriii>>
<<Vieni vieni, ti abbiamo messo la poltroncina che sappiamo te voi mette comoda>> dice Enrico.
<<Ciao a tutti, è bello stare qua... Poi il Colosseo dietro>> saluto emozionata voltandomi a guardare il maxi schermo dietro di me.
<<Ho perso la scommessa perché me credevo che venivi elegante>> mi fa presente Brignano sorridendo.
<<Che famo mo?>> ridono tutti tranne Adriano che mi fa segno di parlare italiano.
<<Già me stanno a fa i segni che devo parlare italiano>>
<<Ma chi è? Adriano stamo a parlà de Roma, parlamo come ce pare>> interviene Sabrina ridendo.
<<Allora Clà... Tu non nasci e non cresci qua, molti hanno pensato che fosse meglio invitare Niccolò a parlare di Roma ma sarebbe stato diverso. Lui è romano de Roma e de sta città ha già parlato, te ce sei diventata>>
<<Bè si, Roma mi accoglie ogni giorno da 10 anni>>
<<Tu arrivi a 18 anni... Raccontaci un pò come ci arrivi a Roma da sola>>
<<Decido di fare l'università a Roma e mia madre chiede a due parenti che avevamo qui di aiutarla a trovare un alloggio per me. Era giugno, subito dopo la maturità. Il tempo passava, papà mi parlava a malapena fino a quando un giorno chiama in mattinata una delle due dicendo guarda non sono riuscita a trovare niente però un consiglio, evita la periferia, è na ragazzetta da sola, è scomodo. Si salutano e mamma dice se non troviamo niente farai avanti e indietro, io contraria pregavo che trovassimo una soluzione. Un paio d'ore dopo chiama l'altra parente e dice ho trovato un monolocale bellissimo, giusto per lei a San Basilio. Mi ricordo mia madre che si accascia sulla sedia e comincia a dire ma come san Basilio, questa deve studia alla sapienza, è scomodo, i trasporti, sto preoccupata e quella che continuava ma è un quartiere tranquillo, non ti preoccupare. Stanno venti minuti così. San Basilio si, San Basilio no. Fino a quando sta signora se ne esce con una frase epica. Te nun te preoccupà, falla venì a Roma che pure se sto a la Magliana, ce penso io>> ridono tutti.
<<Allora pe chi nun è de Roma. San Basilio è nord-est, la Magliana sud-ovest. Du cose totalmente opposte. Mi madre che nun sapeva de sta differenza se convince e accetta. Me accompagna alla stazione, perché la prima volta che arrivo qua per rimanerci, ce vengo cor treno da sola, lei sta tranquilla che tanto sta parente c'avrebbe pensato lei. Nun l'ho mai vista, m'ha avrà chiamato forse 5/6 vorte in 5 anni, poi è morta e ce so annata pure a la Magliana ar funerale perché se deve dì che se nun era pe lei nun stavo qua>> tutti a ridere.
<<Bè nun stanno proprio vicine>> annuisco alla battuta di Sabrina che continua con un'altra domanda.
<<Te stai qua sola, senza nessuno>>
<<Arrivo a Termini co ste due valigione, ho preso prima a metro che ferma ai Parioli e poi er 10 che portava a San Basilio. Er viaggio de la speranza. Sola ma ero felice>>
<<Ma come o passavi er tempo?>>
<<Due settimane dopo che so arrivata ho trovato un lavoretto dentro a un bar, facevo 3/4 ore de sera. Era un bar tranquillo, gestito da signori adulti, alle 23 se chiudeva. Papà disse sei andata a Roma per studiare non per lavorare, se a Pasqua non porti risultati, torni a casa. Feci 3 esami, 30. Nun fiatò più>>
<<Un incontro qualche settimana più tardi, ti cambiò la vita giusto?>>
<<Si, incontrai i miserabili del parchetto>> dico divertita guardandoli per poi continuare.
<<La sera quando si chiudeva il bar io solitamente facevo il giro lungo passando per la strada per stare più tranquilla. Quella sera decisi di tagliare in mezzo a questo parchetto buio per arrivare prima perché avevo perso l'accendino e non potevo fumare. Attraversai il parchetto un pò agitata e sentii prima delle voci per poi vederli al parcheggio che è praticamente attaccato. Chi fumava, chi cantava, chi palleggiava. Io con il mio solito portamento da stronza, come mi dicono sempre, e la sigaretta spenta tra le labbra continuo a camminare. Adriano è l'unico che mi guardò come pe dì proprio mo dovevi passà, gli altri fissavano come deficienti perché ero na ragazza che respirava e pe loro annava bene così, raccimolo tutta la mia sfacciataggine e chiedo di accendere a Gabriele, riconosce una cadenza diversa e da lì è nato tutto, forse speravano de farce de più co me>> le risate fanno da sottofondo alle mie parole.
<<Arriviamo alla domanda delle domande... Cos'è Roma per te?>>
Ingoio il magone, rifletto bene e cerco di spiegarmi.
<<Roma mi ha cresciuto, negli anni ho preso la veracità quella vera, de quartiere, de periferia. San Basilio è stato importante in questo, penso nessun altro quartiere avrebbe potuto darmi così tanto. Roma è tutto e niente. È bellezza, quella maestosità che è un colpo al cuore ogni volta. E poi ha le sue criticità, la sporcizia, la mala gestione...>> cerco di lasciar cadere il discorso.
<<Pensi che possa essere di più?>>
<<Assolutamente si... Roma è la città più bella del mondo, merita molto molto di più>>
<<Il tuo rapporto cor traffico de Roma?>> scoppiamo a ridere guardando i miei amici.
<<Io amo Roma, profondamente. In tutte le sue bellezze ma pensa te, la amo pure quanno pe uscì dar vialetto de casa la mattina ce metto 40 minuti>> le risate sono forti.
<<Boni, perché se deve dì. A Roma nun te guarda n'faccia nessuno. Sur vialetto de casa ce poi sta mezza giornata, nun te fa passa nessuno. Tranne, tranne le fan de Niccolò che vojo dì, pe fortuna me vojono bene e ormai riconoscono le macchine, bloccano la tangenziale pe te fa passà. Me ce so messa pure d'accordo co quelle 7/8 che sanno dove abitamo, gli ho detto l'orari così riesco a uscirce de casa a mattina>> si ride solo.
<<Scusamii come ti chiami?>> chiedo all'assistente di palco.
<<Paolo piacere, porti un microfono a Cassio?>> continuo indicando Adriano già rosso in faccia.
<<Allora mo ve dico na cosa, la mattina funziona così, Niccolò esce presto. Io dico a tutti che alle 10 sto in studio, ritardo come sempre perché so proprio io così poi ce se mette er traffico ma io so na ritardataria patentata. Arrivo in studio, parcheggio nel cortile come cazzo capita, apro a porta... Adrià dillo te>>
<<Er traffico>> parla al microfono facendo ridere tutti.
<<Manco buongiorno?>> chiede Enrico.
<<Buongiorno o dico dopo er secondo caffè che solitamente me lo porta santo Gabriele>>
<<Apro la porta, la frase mia tipica è er traffico e me lancio sul divanetto all'entrata. Niccolò esce dal suo castello e dice sempre a stessa cosa, nun ce so più speranze co te>> dico cercando di imitarlo. Stiamo continuando a ridere e mi rendo conto che mi sto proprio lasciando andare, sto facendo uno show.
<<Allora Clà... Ci hai parlato del tuo rapporto con Roma di profondo amore e fidate te capisco. Mo a fai na cosa co me?>> chiede Sabrina alzandosi.
<<Certo... Che dovemo fa?>>
Si mette al centro del palco, la seguo e cominciamo ad intonare dei versi per noi importanti.
"...C'eri tu e qualche amico in più
Quante volte in un tuo abbraccio,
Ho preso coraggio.
A te, a te che sei la mia Roma
A te che non sarai mai sola..."
Enrico, essendo laziale, ci guarda con faccia schifata quando torniamo a sederci.
<<Nun potevate fa no spettacolo più brutto de questo, mortacci vostra>>
<<Daje Enrì te sei scelto a squadra sbajata ma se sa, non tutte e ciambelle escono cor buco>> risponde la Ferilli facendoci ridere ancora.
<<Clà c'è una sorpresa per te>>
Parte una musica che non riconosco e poi la voce di Priscilla che si espande per tutto il teatro cantando una canzone meravigliosa. La guardo con gli occhi lucidi e nel pezzo che più mi descrive, mi prende le mani facendomi alzare per stringermi dal collo verso di lei.
"...Quante volte sei fuggita con la mente.
Quante volte hai già pagato le tue scelte.
Quante colpe ti sei presa senza averle.
Quante volte mi hai risposto, non è niente.
Quante volte io lo so che mi sorriderai,
A tutto quello che hai passato non pensarci mai,
Che non cambia niente, che non conta niente..."
<<Ma te nun piagni mai?>> chiese Enrico stupito dal mio autocontrollo. Scuoto la testa.
<<Da quant'è che non piangi?>>
<<L'ultima ecografia, un mese fa>>
L'evento finisce poco dopo, gli applausi sono tanti e sono molto felice di questo. Il mio modo di essere e di fare spesso non viene percepito, per questo le risate di oggi me le porterò a casa con me.
In macchina Niccolò mi stupisce.
<<Nun hai idea di quanto ti amo, nun lo poi capì... Tu e Roma siete i miei porti sicuri ma sei più bella tu, tu con dentro i miei figli>> mi accuccio sulla sua spalla fino al McDrive dove ordino di tutto per poi mangiarlo a casa. Sia mai sporcare i sedili della sua bimba.
<<M'hai fatto morì dalle risate, lo parli bene il romano>> dice sensuale avvicinandosi al divano. Capisco le sue intenzioni e sfilandomi da sotto il suo sguardo, raggiungo la camera. Mi segue subito trovandomi seduta nella poltrona all'angolo della stanza con solo i jeans sbottonati e il reggiseno in pizzo bianco, suo preferito, che tra l'altro comincia ad essere anche piccolo. Le sue dita sfiorano la mia pelle che rabbrividisce all'istante. Le nostre bocche si incontrano in una tempesta di amore e tenerezza. Ci tocchiamo come fosse un riconoscersi cauti tra una folla di gente. Ci amiamo con la profonda dolcezza di chi, soffrendo, ha trovato il suo posto nel mondo.

Nota autore:
"... Perché l'amore passa e tu non passi mai,
Perché ti senti sola e sola non lo sei,
Perché ti guardi dietro e dietro non c'è niente..."

Spero sia divertente leggerlo così come lo è stato scriverlo, è per conoscere un altro lato di Claudia. È uscito un pò di getto. Che ne pensate?

Liza966 Grazie, tu sai 🫱🏻‍🫲🏼❣️

Se il capitolo vi è piaciuto mettete la stellina e commentate.

❣️

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