Cazzo. Cazzo. Cazzo.
È tardi, non è suonata la sveglia o non l'ho sentita io, non lo so. Faccio una doccia veloce giusto per svegliarmi ed entro nella cabina armadio per vestirmi. Un jeans skinny nero, maglione bianco e le mie amate superstar. Niente trucco e uno chignon disordinato. Raccolgo tutto quello che mi serve per la giornata, inforco i miei amati occhiali da sole, prendo la borsa e volo fuori dal mio appartamento.
Esco di casa e il freddo di inizio dicembre si sente eccome; d'istinto mi stringo nel mio cappotto nero. Sono le dieci di mattina e, come sempre, sono in ritardo; cammino a passo spedito verso il mio suv, metto in moto e mi infilo nel traffico romano già nervosa. Arrivo davanti alla Ultimo records nel giro di un quarto d'ora, non male penso e doppia fortuna oggi c'è parcheggio davanti allo studio, scendo velocemente e trovo i miei amici e soci a fumare fuori. Gabriele Coccoli e Adriano Cassio. Gabriele ha un caffè tra le mani che mi porge subito, bevo velocemente ed estraggo le mie amate Marlboro light accendendone una. Non ho spiccicato parola e infatti.
<<No ma buongiorno principessa, finalmente sei arrivata, manco se saluta più?>> mi prende in giro Adriano.
<<Adrià nun me suonata la sveglia, oggi me sento na cessa e quindi nun me devi rompe er cazzo da subito e nnamo a lavorà che er tour n'se fa da solo>> rispondo stizzita.
<<Buongiorno Cocco, grazie der caffè>> continuo.
<<Nun ce de che. Niccolò ancora deve arrivà, dice doveva risolvè na cosa>> mi avvisa.
<<Vabbè quanno arriva stamo qua>> detto questo mi avvio dentro.
Strano che Niccolò non è ancora qui. Aveva dei problemi con la sua ragazza qualche giorno fa, me lo aveva accennato di sfuggita durante una delle nostre mille pause sigarette ma non so se c'entra con questo.
Entro nel mio uffico seguita da Gabriele. Iniziamo a parlare, ad organizzarci, facciamo delle chiamate, rispondiamo alle email finché, intorno all'una, non sentiamo la porta aprire di scatto e rivelare un Niccolò alquanto nervoso.
<<Nnamo a magnà, solo na carbonara me ce vole mo>> ci dice e sbatte la porta.
Io e Cocco ci guardiamo stralunati, ma che cazzo ha fatto? Proverò ad indagare a pranzo.
Ci sediamo al solito tavolo appartato in un ristorante di fiducia a Testaccio. Due carbonare e due amatriciane, bottiglia di vino rosso e può sembrare il nostro tipico pranzo quotidiano divertente se non fosse che qualcuno, al mio fianco, sbuffa ogni 3×2. Ho già chiesto cosa avesse senza ricevere risposta. Scena muta. Mi innervosisce questo suo modo di fare, devo assolutamente calmarmi sennò litighiamo già lo so.
<<Vado a fumare>> avviso ed esco.
Mi siedo sul marciapiede e penso. Non mi piace quando fa così, quando si tiene tutto dentro, vorrei aiutarlo ma non posso perché Niccolò incazzato è insopportabile e, io, di pazienza ne ho poca. È la sua vita e la gestisce come meglio crede. Non mi rendo conto di essermi persa nel mio mondo fino a quando non sento una persona sedersi accanto a me. Mi appoggio con braccia e viso sulle mie ginocchia, giro di poco lo sguardo per puntare i miei occhi nei suoi e aspetto.
<<L'ho lasciata>> dice così piano che se non fossimo così vicini neanche lo avrei sentito.
<<E tu come ti senti a riguardo Niccolò?>>
<<Non mi piace quando mi chiami con il mio nome intero>> mi risponde ridendo. Sorrido anche io e aspetto una risposta continuando a guardarlo. Vedo che fa uscire un sospiro dalle labbra.
<<Mi sento libero e...>>
<<E...?>>
<<E sereno, come non lo ero da tempo>> conclude mentre si alza deciso a chiudere quel discorso e rientrare dai nostri amici. Lo seguo e gli sfioro il braccio. Si ferma e mi guarda dritto negli occhi.
<<So felice se ti so felice Nì, lo sai>> dico in un sussurro. Il suo sguardo mi sta imbarazzando, siamo troppo vicini e ne devo uscire senza farmi accorgere.
<<Mo nnamo Ultimo, che c'ho fame>> e mi avvio dentro. Lo sento ridere e poi seguirmi.
<<Che ce sta da ride? Fatece fa na risata pure a noi no?!>> dice Cocco.
<<Ma niente, è la solita cretina>> dice Niccolò.
<<Ao, a Ultimo vedi de nun rompe er cazzo che er tour te lo fai solo co Cassio e Cocco è>> dico cercando di rimanere seria.
Scoppiano a ridere e poco dopo gli seguo anche io.
<<Nun me poi lassà co sti due deficienti. Nun me poi fa na cosa der genere, a stronza. Io lo so che me voi bene>> mi risponde con un sorriso beccadosi le gomitate degli amici.
<<Pure troppo>> sussurro.
Alzo lo sguardo di scatto.
<<Che hai detto Claudiè? Nun to capito>> mi dice Cassio. Guardo prima lui che sembra davvero non aver capito, poi Niccolò che è curioso di capire e infine guardo Cocco.
Gabriele, di fronte a me, mi guarda. Ha capito, mi vede in difficoltà e mi salva subito.
<<je piacerebbe, ha detto je piacerebbe>> dice guardandoci tutti.
Gli sorrido e lo ringrazio con lo sguardo. Gabriele mi capisce. Anche con un gesto o uno sguardo. Sempre. Siamo anime affini e molto, a volte troppo, simili.
Il cameriere, per fortuna, arriva con i piatti ad interrompere questo momento, mangiamo e io sento di aver bisogno di aria. Ho Niccolò troppo vicino. Mi sfiora, mi parla vicino all'orecchio, cerca la mia mano sotto al tavolo. Non sto capendo più un cazzo, ho solo bisogno d'aria e una sigaretta. I nostri amici ci guardano, non riesco a capire i loro sguardi.
<<Regà esco a fumare>> avviso.
<<N'te pare de fumà npò troppo?>> mi chiede Niccolò.
Lo guardo, gli sorrido. Si sta preoccupando per me.
<<Che sei mi padre Moricò?>> e ridiamo.
<<Vengo co te Claudiè>> mi dice Gabri.
Non ho vie di fuga, vorrà spiegazioni. Intanto sono felice che Priscilla abbia tenuto la bocca chiusa.
Appena mettiamo piede fuori dal ristorante mi arriva una domanda a bruciapelo dal mio amico.
<<A che punto stai Claudiè?>>
<<Nun lo so manco io Cocco, nun ce sto a capì n'cazzo>> rispondo.
<<Che nun capisci Claudiè?>> la sua voce dietro di me mi fa sobbalzare e sgranare gli occhi.
<<C'ha n'pò de pensieri vero Claudiè? Poi ce lo fai conosce sto pischello vabbè?>> mentre Gabriele dice queste parole con un sorrisino di sfida, io lo guardo scioccata.
Ma che cazzo sta facendo?
<<E chi sarebbe sto stronzo?>>
<<A Nì magari sarà n'bravo ragazzo, perché stai a dì cosi?>> chiede Cassio confuso.
<<Niente va, n'namo a lavora>> risponde serio Niccolò e si avvia alla macchina seguito da Adriano.
Io e Cocco ci guardiamo, si avvicina al mio orecchio.
<<Sgamato>> mi sussurra e si avvia anche lui.
Guardo Gabriele come se fosse scemo e comincio a seguirli. Saliamo nella mia macchina, Niccolò rigorosamente al mio fianco.
<<Me piace sta macchina, è proprio bella, quasi quasi. Voi che dite?>> dice rivolgendosi a Cassio e Cocco seduti dietro.
<<È bellissima>> rispondono in coro.
Bmw X5 nera. L'ho sempre amata e appena ho potuto l'ho comprata.
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ALBA 🌤️ ~ ULTIMO
أدب الهواةSOSPESA!!! Un'amicizia lunga dieci anni, può trasformarsi in qualcosa di più? #niccolomoriconi #ultimo #fanfiction #pianeti #peterpan #colpadellefavole #solo #alba