45.

196 10 6
                                    

Pov's Claudia

È da circa una settimana che siamo tornati a Roma dopo la settimana meravigliosa trascorsa a New York. Tante sono state le emozioni che abbiamo vissuto, tanti sono stati i sentimenti, a volte contrastanti, che abbiamo provato.
Sento che quel viaggio mi ha, in un certo senso cambiata. Nel profondo. Per tutti resto la stessa di sempre, irruenta e determinata. Perché è giusto così. È un mondo complicato quello della musica, essere forte è stata l'unica scelta che ho avuto per sopravvivere. La musica è sempre stata tutta la mia vita, ho sacrificato tutto per il mio lavoro e non mi sono mai pentita di averlo fatto, lo rifarei ancora se potessi tornare indietro.
Arriva un momento però, in cui la vita privata inizia a chiedere il conto. Per tutte le volte in cui mi sono chiusa in me stessa, per tutte le volte in cui ho rintanato le mie emozioni dietro un muro di indifferenza, per tutte le volte in cui ho scelto di non lasciarmi andare.
Con Niccolò è diverso. Lui è diverso.
Lentamente ha iniziato a buttare giù ogni mattone di quel muro, ha tolto dalla mia testa ogni piccolo dubbio, ha scalfito la mia corazza. Mi sono lasciata travolgere da un sentimento che, per troppo tempo, ho represso e allontanato. Niccolò mi ha reso umana. E me ne sono accorta a New York. Quando non riuscivo a fare a meno di guardarlo, quando avevo costantemente bisogno del suo contatto, quando ho messo il suo benessere prima del mio. Probabilmente l'ho chiamato amore più in queste ultime due settimane che in tutto il resto dei mesi che stiamo insieme. So che lui ha capito, leggo nei suoi occhi la riconoscenza di averlo fatto entrare definitivamente dalla mia vita, l'amore immenso che, dice spesso, prova per me.
Io sono destabilizzata, a tratti scioccata. Probabilmente non mi sono mai vista così, mai sentita così. Sento il bisogno di lasciar andare, di affidarmi, di fidarmi.
<<Amore a che ora arrivi in studio?>> mi chiede Niccolò sorridente appena entro in cucina per il caffè.
<<Non vengo oggi, mi riposo>> i suoi occhi brillano mentre molla tutto e mi abbraccia.
<<Stai bene si?>>
<<Sto bene amore, ho bisogno di rilassarmi un attimo... Forse dovrei rallentare un pò>> dico pensierosa.
La gravidanza procede benissimo, il pancione cresce a vista d'occhio ed io comincio a sentirmi affaticata come è normale che sia. Ho bisogno di un pò di riposo, di pensare a me, ai miei bambini.
Niccolò è al settimo cielo, non aspettava altro che sentirmi pronunciare queste parole. È diventato super apprensivo e la sua ipocondria ha raggiunto livelli mai visti. Io lo prendo in giro perché non oso immaginare quando nascono i gemelli cosa può combinare.
Una volta sola a casa inizio a passeggiare tra le varie stanze che delle frasi che risuonano nella mia testa da diversi giorni, come fosse una canzone che aspetta per uscire. Basterebbe sedermi al pianoforte.
Il pianoforte è stato il mio miglior amico per anni, il compagno di mille emozioni, l'unico ad esserci sempre ogni volta. Forse troppe. Ho smesso di suonarlo 10 anni fa. È capitato qualche volta sotto insistenza di Niccolò ma da sola non è più capitato. Suonarlo significa scavare nel lato più profondo di me, sentire i miei sentimenti fino in fondo, accorgermi di esistere davvero.
Lo guardo da lontano ammaliata. Ci giro intorno sfiorandolo appena per poi tornare indietro e stendermi sul divano cercando di accantonare i pensieri davanti ad una serie tv. Così passo la mia giornata in solitaria. Divano, tv e schifezze. Il mio ginecologo sarebbe assolutamente contrario, sorrido appena sapendo che mai verrà a saperlo.
Ogni tanto guardo ancora il pianoforte per poi voltare lo sguardo altrove. Non sono pronta mi ripeto.
Torna Niccolò con le pizze, ceniamo raccontandoci la giornata per poi metterci subito a letto.
Lui crolla quasi subito, io non chiudo occhio e intorno alle 3 decido di alzarmi con in testa ancora le stesse frasi dei giorni precedenti.
"...Il mio giorno più bello del mondo l'ho vissuto con te..."
Scendo in cucina mettendomi un bicchiere d'acqua vagando per il salotto per poi prendere coraggio e sedermi allo sgabello del piano chiudendo la coda, cercando di fare meno rumore possibile.
Prendo un respiro profondo e poggio delicatamente le dita sui tasti bianchi e neri così tanto familiari. Immediatamente mi sento bene, in pace. Suono una melodia a casa, sconosciuta e inizio a cantare pianissimo i versi presenti nella mia testa. Non mi rendo nemmeno conto di aver buttato giù una specie di canzone. Non mi rendo conto di assolutamente niente, chiusa nella mia bolla, che neanche mi accorgo di Niccolò sulla porta che lentamente si avvicina a me con occhi lucidi e si siede al mio fianco dando le spalle al piano e accarezzandomi i capelli. Lo guardo sorpresa per poi appoggiare la testa sulla sua spalla cercando di scappare dal suo sguardo.
<<Scusa amore>> queste le uniche parole che pronuncio sapendo quanto è geloso del suo strumento del cuore.
<<Me la fai risentire?>> chiede cauto.
Scuoto la testa sorridendo.
<<Dai amore, per favore>> alla fine, dopo varie preghiere, annuisco sconfitta mentre lui apre la coda e torna al suo posto accanto a me. Inizio a muovere le mie dita e la voce esce sola.
"Ricomincia nella notte questa storia troppe volte
E ha tirato botte
Colpi bassi mentre vivo
Che mi tolgono il respiro
E mi danno la certezza che mi ostinerò a mancarti senza raddrizzare il tiro
Quante volte avremmo detto con fermezza che tra noi era finita
Da domani ricomincia un'altra vita
Tranne poi tornare dove siamo stati sempre certi di trovarci
Siamo sempre stati forti
A lasciarci negli abbracci
A proteggerci dai sassi
A difenderci dagli altri
A lasciarci i nostri spazi
A toccare con un dito questo cielo che spalanca l'infinito
Quante volte ci ha deluso
E quante volte ci ha sorriso
Come te che mi hai dato
Il mio giorno più bello nel mondo
L'ho vissuto con te
Solo tu mi hai donato
Un sorriso che nasce anche quando un motivo non c'è
E da quando c'è stato sembra schiudere tutte le porte
Sembra schiuderle tutte le volte
Che sto con te
Non lasciamo che sia il tempo a cancellarci senza un gesto
Far la fine dei graffiti abbandonati alle pareti
Lentamente sgretolati dalla pioggia e dal calore
Fino a quando c'è uno stronzo che passando li rimuove
Senza avere la certezza di aver dato tutto
Prima di mollare, di tagliare corto
Di imboccare quella strada senza più un rimorso
Fino a quando arriverà qualcuno che starà al mio posto
A lasciarci negli abbracci
A proteggerci dai sassi
A difenderci dagli altri
A lasciarci i nostri spazi
A toccare con un dito questo cielo che spalanca l'infinito
Quante volte ci ha deluso
E quante volte ci ha sorriso
Come te che mi hai dato
Il mio giorno più bello nel mondo
L'ho vissuto con te
E' con te che è iniziato
Il mio viaggio più bello nel mondo io l'ho fatto con te
E' un sorriso che è nato
Sembra schiudere tutte le porte
Sembra schiuderle tutte le volte
Che sto conte
Eravamo solo due perduti amanti
Quando l'universo ha ricongiunto i punti
Sole luna caldo freddo in un secondo solo
Quando finalmente riprendiamo il giro
E' una sensazione che mi sembra innata come se con me fossi sempre stato
Come se ti avessi sempre conosciuto
Ma la meraviglia è che ti ho incontrato
E sei tu che mi hai dato
I miei giorni più belli nel mondo li ho vissuti con te
Solo tu mi hai donato un sorriso che nasce anche quando un motivo non c'è
Sembri schiudere tutte le porte
Sembri schiuderle tutte le volte che sei con me
Sembri schiuderle tutte le volte
Che sto con te"
Ho appena aperto il mio cuore a lui. Mi ha visto suonare e nessuno, oltre i miei genitori, l'hanno fatto. Mi ha visto cantare dei versi miei e questo, oltre a lui, non l'ha visto mai nessuno. Mi sento vulnerabile, finalmente fragile. Mi abbraccia mettendo una mano sulla mia pancia.
<<Ti amo, come mai prima, come mai dopo>> mi sussurra ed io, scoppio in un pianto liberatorio che sa di tanto. Di troppo. Sa di amore, di malinconia, di umanità. Quella stessa umanità che conoscono in pochi. Quello stesso amore che conosce solo e soltanto lui. Rimaniamo abbracciati per un tempo indefinito fino a quando prendendomi per mani mi riporta in camera, mi fa stendere sotto le coperte raggiungendomi subito e torniamo ad abbracciarci.
<<Mi hai insegnato a sorridere, ad amare e ti amo, immensamente. Più di quanto dico, più di quanto dimostro>> sussurro guardandolo negli occhi vedendo una lacrima cadere sulle sue guance asciugandola subito.
E non è forse questo l'amore? Lasciarsi travolgere? Affidarsi? Fidarsi?

Nota autore:
Mi dispiace per l'assenza di questa settimana. È stata impegnativa nel privato ma, vi assicuro, neanche è stato semplice scrivere questo tipo di capitolo. Spero vi piaccia.

Claudia sta vivendo un cambiamento importante. Niccolò è sempre accanto a lei. Che succederà?

P.s. la canzone è ovviamente rubata a Francesco Renga, necessità 🤣

Se il capitolo vi è piaciuto mettete la stellina e commentate.

❣️

ALBA 🌤️ ~ ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora