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Siamo in vacanza, su questo catamarano meraviglioso, da quattro giorni. Avevo proprio bisogno di staccare un pò da tutta la vita frenetica che ho condotto nell'ultimo anno. Emanuel e Nino sono volati ad Ibiza in cerca di spensieratezza. Parte dei miserabili è in Grecia in cerca di esperienze nuove. Poi ci siamo noi, i soliti sei, con l'aggiunta di Gianmarchino e Valeria che stanno provando a darsi una chance, che abbiamo scelto prima l'Italia quest'anno. Il mare della Sicilia è uno spettacolo unico, spesso mi siedo a prua, anche all'alba come oggi, a guardarlo estasiata.
Sento dei passi leggeri dietro di me che mi fanno voltare di scatto, trovando Gabriele ad avvicinarsi fino a sedersi accanto a me e voltare lo sguardo all'orizzonte.
<<Pensieri?>>
Annuisco leggermente.
<<Vuoi parlarne?>>
Scuoto la testa.
Dopo qualche minuto di silenzio vedo che prima si guarda dietro e dopo si alza lasciandomi sola. Capisco subito chi ha preso il suo posto senza nemmeno voltarmi. Il suo tocco sulla mia spalla è delicato, dolce.
<<Torna a letto Clà, è presto>> annuisco prendendogli la mano che mi sta porgendo e torniamo in camera.
Tre ore dopo siamo sul ponte a fare colazione tutti insieme, il mio umore sembra essersi alzato parecchio rispetto a stamattina e partecipo alle prese in giro per Cocco.
<<Ooooh è tornata la Queen>> mi prende in giro facendomi ridere.
Continuiamo a chiacchierare per un'altra oretta buona fin quando Aurora avanza una proposta.
<<Che dite scendiamo? Visitiamo un pò il posto... Pe quello che se po fa>> dice euforica riferito alla notorietà.
<<Io resto, qualche nausea>> dico io appoggiandomi alla spalliera della sedia.
<<Resto pure io>>
<<No Nic, tu vai... Me sto bona>>
<<Nun ce penso proprio Clà, resto qua... Punto e basta>> replica con tono fermo chiudendo il discorso.
I ragazzi, dopo essersi preparati, scendono al porto per trascorrere la giornata tra le strade di questo posto spettacolare.
Ritorno dove mi ero seduta stamattina ad ammirare il mare, ha un effetto calmante su di me. Tolgo il copricostume, lasciandomi con un bikini bianco e nero e mi stendo a pancia in giù a prendere un pò di sole, la pancia è ancora piccola, il seno invece cresce ogni giorno di più e diventa sempre più ingombrante. Sento arrivare borbottando Niccolò con la chitarra in mano.

<<Nun sei troppo scoperta?>> Lo ignoro bellamente rivolgendogli un'altra domanda

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<<Nun sei troppo scoperta?>>
Lo ignoro bellamente rivolgendogli un'altra domanda.
<<Mi canti qualcosa?>> Annuisce subito mentre si siede accanto a me con le gambe incrociate, sistemandovi sopra la chitarra.
<<Che voi sentì?>>
<<Il vaso>> aggrotta le sopracciglia.
Molti pensano che sia una canzone priva di significato, qualcuno l'ha addirittura indicata come la peggior canzone che abbia mai scritto. Non trovo sia così. Ha un significato profondo, ben scritta e arraggiata ma, non è per tutti ovviamente.
<<Come mai proprio questa?>>
<<Mi piace la tua voce quando la canti>> ridacchio già arrossata mentre lui, con un sorrisetto furbo, inizia a suonare.
"C'era una volta un vaso
Viveva sopra il legno
Ed io l'ho conosciuto
E trattato da bimbo
L'ho dipinto di azzurro
Perché amavo le stelle
E riempito di fiori
Perché odiavo la morte
Abbiamo sempre scherzato
E preso in giro i passanti
Così stolti e banali
Chiusi nei loro ideali
Ma cosa c'è di più bello
Di un vaso che ti promette
Di proteggere i fiori
Che tu gli hai regalato
Ah, ah ah, nanana, na, hm
Ed un giorno quel vaso
Con un soffio di vento
Si ruppe e cadde per terra
Io provai a ricomporlo
Io credetti di farlo
E all'inizio mi illusi
Che sarebbe potuto
Tornare come era prima
In fondo tutto si aggiusta
Basta solo aspettare
Basta solo aspettare
Basta solo morire
Ma poi le piegature
Io cominciai a notarle
E il vaso mi accusava
Avrei dovuto fermare
Quel il soffio di vento
Che lo ha fatto cadere
Lui non è più felice
Ed io non riesco più ad amare
Ah, ah ah, nanana, na na na
E da questa esperienza
Ho appreso una cosa
Quando un vaso ti cade
Prendi scopa e paletta
Metti l'anima in pace
Ah, ah ah, nanana, na na na na na
Il vaso, na na na na, na
Il vaso che ho dipinto di azzurro
Il vaso che non è più come prima, no, no
Che non è più come prima, no
Il vaso non è più
Il vaso non è più
Il vaso non è più come prima
Il vaso non è più come prima
Non è più come prima, eh
Il vaso non è più, eh
E non è più come prima"
La canzone finisce ed io ho sul viso un sorriso innamorato e anche un pò eccitato. MALEDETTI ORMONI.
<<Se me dici pace così, me la metto sicuro l'anima in pace>> lo prendo in giro.
<<Sei una cretina>> mi risponde ridendo poggiando una mano sul mio braccio. Prendo fuoco all'istante e lui se ne accorge, prendendo ad accarezzarmi.
<<Fermati Niccolò>> sussurro tremante, alzandomi e mettendomi seduta.
<<Perché sennò?>> abbassa la voce anche lui avvicinandosi appena.
Mi metto a quattro zampe e lentamente mi avvicino al suo orecchio.
<<Ti scopo qua Nì>> mi alzo e mi avvio dall'altro lato della barca, a mangiare ancora. Ho una fame da lupi e mangerei qualsiasi cosa a qualunque ora del giorno ma devo cercare di tenermi un pò, è una gravidanza gemellare quindi è consigliata l'alimentazione sana che io sto beatamente ignorando. Il mio telefono mi distoglie dai sensi di colpa sul cibo.
Messaggio da: Bubi 🪷
"Tutto bene tesò?"
Messaggio a: Bubi 🪷
"Tutto bene, a te?"
Dopo la sua risposta affermativa lo ripongo sul tavolo.
Niccolò si avvicina lentamente, fermandosi dietro le mie spalle.
<<Ti amo Clà, nun te manco immagini quanto te posso amà io a te e sti pischelli qua dentro>> porta le mani sulla mia pancia accarezzandola. Mi volto tra le sue braccia, stringendomi al suo petto che sa ancora, e saprà sempre, di casa.
<<Io t'aspetto Clà, pure tutta la vita>> sussurra tra i miei capelli. Lo abbraccio più forte per fargli capire che ci sono ancora, che dovremo lottare ancora per la nostra felicità, che dovrà lottare ancora per noi.
Pranziamo in tranquillità solo io e lui, chiacchiericci tantissimo e sembra che il tempo non sia mai passato. Siamo entrambi molto innamorati ma io, forse, sono davvero un'egoista perché quando vengo ferita, chiudo tutti fuori. Nessuno escluso. Nonostante il bene che posso volere, nonostante l'amore che posso provare, io chiudo e vado avanti. A fatica, con dolore ma vado sempre avanti. 
Niccolò è altra storia. È altra storia non perché stiamo per diventare genitori. È altra storia non perché lavoriamo insieme. È altra storia perché c'è un legame particolare tra noi, un amore complesso ma forte. Io, l'emblema della personalità istintiva, l'emblema della parola detta a cazzo quando sono arrabbiata, l'emblema della donna di pancia, sto facendo un caso di stato, con due suoi figli dentro di me, per qualche frase pronunciata male in momenti di tensione. Ma, continuo a desiderarlo fortemente, continuo ad essere gelosa di qualsiasi occhio si posi su di lui, continuo ad amarlo incondizionatamente. Sono davvero un controsenso umano. A metà pomeriggio lui si rifugia nella camera per chiamare sua madre, io mi stendo al sole decidendo di togliere il pezzo di sopra del costume per non avere il segno orribile che si forma, controllando che non ci sia nessuno nelle vicinanze.
<<Che stai facendo Clà?>> sento un sussurro nel mio orecchio ma sono talmente rilassata da non capire se è sogno o realtà.
<<Possono tornà l'artri, i paparazzi... Questa è roba che posso vedè solo io Clà>> di scatto mi copro il petto con il braccio e apro gli occhi.
Si avvicina al mio collo iniziando a baciarlo mentre con le mani mi sposta delicatamente il braccio poggiando la sua mano sul mio seno. Dal collo, alla mascella, all'angolo della bocca. Giro il viso verso di lui per accogliere il suo bacio voglioso, che è come tornare a respirare per entrambi che emettiamo un sospiro. Mi prende in braccio a mo di sposa e cammina fino alla camera poggiandomi delicatamente sul letto.
<<Non mi fermare... Ti voglio troppo Clà>>
Riprende a baciarmi, le nostre mani si muovono sul corpo dell'altro con amore e desiderio.
<<Mi ami?>> chiede mentre è perso a giocare con i miei seni.
<<Da morire>>
Mi sfila il pezzo di sotto del costume, fa la stessa cosa con il suo e delicatamente entra in me. Quanto mi era mancato tutto questo con lui. Volta velocemente facendomi stare sopra sapendo quanto mi piace. Inizio a muovermi su di lui accarezzando le sue braccia tatuate che mi fanno impazzire mentre i nostri occhi sono incatenati tra loro come calamita e magnete. Mi avvicino di più a lui e ansimo senza vergogna nel suo orecchio facendolo, evidentemente, impazzire dato che torna velocemente sopra di me aumentando di poco le spinte.
<<Niccolò di più...>>
<<È bello il mio nome se me lo dici così>> rallenta di proposito costringendomi ad alzare il bacino per trovare sollievo.
<<È difficile anche per me resisterti>> riaumentando la velocità.
<<Tra noi nun cambierà niente dopo sta cosa>> gli dico convinta.
<<Ah no?>> aumenta improvvisamente le spinte facendomi urlare di piacere.
<<Invece penso proprio che cambieranno>>
Gemo ancora più forte il suo nome.
<<Urla tanto nun te sente nessuno>> dice dando una spinta secca sul mio punto facendomi urlare ancora.
<<Nun ce la faccio più a starte lontano Clà>>
<<Niccolò...>>
<<Vieni con me amore mio>> e ci lasciamo andare insieme ad un orgasmo che aspattavamo da troppo tempo.
Si accascia al mio fianco, attirandomi in un abbraccio.
<<Stai bene Claudiè?>> annuisco con il viso sul suo petto.
<<Vedi? Bastava chiede pe sfogatte>> gli do un buffo scherzoso sul braccio.
<<Nun m'allontanà più Clà... Riprovamoce con calma, io te vojo sta vicino>>
<<Nicco...>>
<<Me basta che m'hai chiamato Nicco, ora riposamoce n'pò... Dopo parlamo per bene de noi ok?>>
Annuisco accoccolandomi al suo fianco riposando nel mio posto preferito al mondo.

Nota autore:
"...Tu che respiri troppo in fretta,
E la paura non ti passa.
Resti sbagliata ma è lo stesso,
Tanto sai che poi rimango..."

Si sono lasciati andare alla passione. Gli ormoni impazziti fanno brutti scherzi. 🤣
Che pensate di come Claudia e Niccolò stiano vivendo questo momento?

Certo che la nostra Clà è veramente una difficile da gestire è 🤣

Se il capitolo vi è piaciuto mettete la stellina e commentate.

❣️

ALBA 🌤️ ~ ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora