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Suono al citofono di quella casa a due piani in cui abita mi cugina Valentina, una delle persone più importanti per me.
"Chi è?"
"Vale, so Claudia... Me fai entrà?"
"Oddio si, subito"
Scatta il cancelletto, entriamo in questo piccolo giardino e subito ci viene incontro con il suo pancione bellissimo.
<<Clà che bello vederti>> mi abbraccia forte e saluta anche Niccolò. Ci fa accomodare nel salottino esterno e iniziamo a chiacchierare.
<<Mi sei mancata Vale>>
<<Anche tu Clà, non puoi capire quanto... Il telefono non è uguale>>
<<Come stai? Ti vedo in forma>> scherzo.
<<Non puoi capì, mi sembro una balena>>
<<Ma statte zitta, quale balena che stai benissimo>> le dice Niccolò.
<<I bambini?>> chiedo curiosa.
<<Tornano dopo, escono alle 14 oggi... Staranno felici di vedervi>>
<<E Davide?>>
<<È al cantiere qua, ora lo chiamo... Voleva venire a trovarvi il prossimo weekend>>
Si alza per prendere il telefono e subito chiama il marito con cui abbiamo un ottimo rapporto, ha sempre creduto che tra me e Niccolò ci fosse qualcosa di più anche quando eravamo solo amici. Mi ha praticamente cresciuto lui.
<<Sta arrivando... Che vi offro? Caffè, thè... Ditemi voi>>
<<Thè va bene Vale grazie>> dice Nic.
Continuiamo a chiacchierare tra noi per una ventina di minuti fin quando vediamo parcheggiare un BMW 335 nero davanti al cancelletto e Davide entrare in tutta furia. Si ferma a metà e ci guarda.
<<Io ve l'avevo detto però>>
<<Daje Dà viè qua... Me sei mancato pure tu>> gli vado incontro e mi abbraccia forte anche lui. Un fratello maggiore. Poi da una pacca sulla spalla a Niccolò.
<<Ti sei preso sto guaio>>
<<Ognuno c'ha le croci sue Dà>>
<<Ma vaffanculo va>> dico riferendomi a tutti e due e scoppiando a ridere tutti insieme.
Continuiamo a chiacchierare ancora per un pò come se il tempo non passasse mai ogni volta che tornavamo a vederci.
<<Dai mangiate qua, chiamo anche zia... Tanto da zio andate stasera>>
<<Nì te che dici?>>
<<Pe me va bene tutto amò>>
<<Dai si rimaniamo>> dico verso mia cugina.
Lei si alza subito per chiamare mia madre e noi restiamo fuori a parlare con Davide.
<<Dove dormite?>>
<<A summa resort... Ha detto mamma che è il più decente>>
<<Direi di si... Certi so proprio catapecchie>> risponde Davide.
<<Senti Dà... Te vorrei chiede na cosa de lavoro quando hai tempo>> dice Niccolò.
<<Anche adesso>> risponde gentile accendendosi una sigaretta seguito da noi mentre torna a sedersi anche Valentina.
<<Stiamo prendendo casa, vorremmo che i lavori li fai tu>> dico seria.
<<Certo, un giorno di questi vengo e facciamo un preventivo>>
<<Dà nun ce ne frega n'cazzo dei sordi... Te dice come la vole e la fai senza badà a niente... Quello che vole lei se fa ad ogni costo>> risponde il mio ragazzo.
<<Embè allora... Quando devo iniziare mi chiamate. Com'è?>> chiede curioso.
<<È un rudere, se deve buttà giù e rifà... Ho già fatto il progetto finito>> dico.
<<Dai fammi vedere>>
<<Ammazza>> esclama Davide stupito.
<<Dà secondo te, pe curiosità, quanto c'appiccamo vicino?>> chiedo ridendo
<<Daje amò ma che te frega>> mi dice Niccolò.
<<E vabbè Dà nun me lo dì, nun ce frega>> affermo divertita.
<<Daje Dà n'namo a prenne er vino>> lo incita Niccolò.
<<Me la fai guidà?>>
<<Nun ce penso proprio, nun la faccio guidà a nessuno, vero amò?>>
<<Purtroppo si ma se lavoro bene ci riuscirò>> rispondo e faccio l'occhiolino.
Dopo poco tornano, arrivano anche mia madre e mia zia e appena ci sediamo a tavola mi squilla il telefono. Adriano.
<<Scusate devo rispondere>> dico facendo per alzarmi.
<<Resta seduta tranquilla>> mi dice Davide.
Niccolò mi guarda interrogativo fino a quando non rispondo.
"Cassio"
"Oh Claudiè, come sta tu padre?"
"Sta bene Cassiolì, pe fortuna... A voi tutto bene?"
"Senza de te nun ce capimo n'cazzo"
Scoppio a ridere.
"Daje dimme"
"Dovemo consegnà i documenti der Circo Massimo ar comune... Ma do stanno?"
"Cassiolì entra nell'ufficio mio, apri er secondo cassetto e sta là, è na cartellina rossa co la scritta Circo Massimo"
Lo sento che cammina per cercare dove gli ho indicato.
"L'hai trovato Adrià?"
"Si grande"
"Spera campo 100 anni, sta manica de incapaci"
Scoppiamo a ridere e ci salutiamo.
Durante il pranzo chiacchieriamo del più e del meno fino a quando si ferma una macchina da cui scendono i miei nipoti. Ethan e Ambra.
<<Ziaaaaaaa>>
Mi piego alla loro altezza e corrono ad abbracciarmi.
<<Quanto mi siete mancati>>
<<Anche tu zia>>
<<Niccolò>> Ethan gli salta in braccio e gli da un bacio sulla guancia.
<<Canti pel me Nic?>> gli chiede il piccolo ancora tra le sue braccia.
<<T'abbraccerò oh, così che tu non possa andare via, non dirmi no, tanto saprei amarti pure come idea, in quei momenti sappi sempre, che l'estate arriverà, e se poi il caldo non si sente è perché dentro ce l'hai già>>
<<Bravo>> urlano i miei nipoti battendo le mani e poco dopo entrano dentro a giocare.
<<Ambra ti ama Nic, dice a tutti che sei suo zio e canti meglio di tutti>> dice Valentina facendoci sorridere.
<<Chi c'è qua?>> sento urlare alle mie spalle. Mi giro di scatto e vedo mia cugina Annalisa che comincia a correre e mi salta in braccio, dietro di lei intravedo il marito, Gianluca.
<<Clà mi manchi>>
<<Anche tu Lilla, anche tu>>
Dopo che ci siamo salutati tutti, Davide entra dentro per fare il caffè.
<<I tatuaggi aumentano è>> mi dice Andrea sorridendo.
<<Sempre>> gli faccio l'occhiolino.
<<Che fate oggi?>> chiede zia.
<<Facciamo un giro, rivediamo qualche amico e poi andiamo da papà>> sorrido.
Non vedo l'ora di vederlo, l'ho sentito stamattina e dalla voce sembrava sempre il solito.
<<Quando ripartite?>> chiede Annalisa con gli occhi lucidi.
Ci risiamo.
<<Non lo so, dipende da papà... Un paio di giorni credo>>
<<Già?>>
<<Lì nun comincià co sti piagnistei... Sto a n'ora de macchina, viè quanno voi>>
Dopo un'oretta, verso le 4, salutiamo tutti e saliamo in macchina.
<<Amò chiama Nino>> mi dice subito Niccolò.
Prendo il mio iPhone, avvio la chiamata e metto il vivavoce.
"Clà"
"Disturbo?"
"Mai... Dimmi"
"Birretta?"
"Non ci vengo a Roma pe na birretta, per quanto lo voglio fa"
"Sto a qua scemo"
"Siiiii" esulta.
"Se la famo sta birretta o no?" chiede Niccolò sorridendo.
"Wooo stai pure tu e certo Nic, ci vediamo su, al sabot"
"Ok posiamo le valige e saliamo"
<<Addò sarebbe sto sabot?>>
<<Ar centro storico.. daje te dico io do devi annà... T'avviso però, so pettegoli, nun passamo inosservati>>
<<Ma che me frega, vojo solo sta co te, sti cazzi>>
Lo bacio di sfuggita.
<<Stasera recupero tutti i baci che nun te sto a da>>
<<E perché stasera? Quanno voi me baci>>
<<So che te vergogni amò>>
<<Ma sti cazzi Nì>>
Arriviamo nella famosa piazza longa ed indico subito un posto libero in cui parcheggiare.
Scendiamo tra le occhiate della gente e subito un gruppetto di ragazzine si avvicinano riconoscendoci; facciamo foto e la gente aumenta, dopo qualche minuto vediamo Emanuel e Nino venire in nostro soccorso.
<<Iamm levatve nu poc... Graziè a 70 ann ancora vai facenn le futugrafie?>> dice Nino con il suo solito modo di fare scherzoso.
Mentre ci avviamo al bar mi avvinghio alle braccia dei miei amici per salutarli e ci sediamo ad un tavolo fuori.
<<Qua la gente nun è cambiata proprio è... Che pettegoli>> dico guardandomi intorno.
<<Clà non è che passate inosservati è>>
<<Ma perché Emà?>>
<<È Clà ma v set vist? Siete scesi da na Lamborghini, vestiti fighi, i tatuaggi in bella vista, occhiali da sole... Non siete da buttà, non ve lo so manco spiegà come siete da fuori e poi t'hanno lasciato ragazzina, si ritrovano sta figa>> dice Nino facendoci ridere.
<<Nun esagerà>> risponde Niccolò continuando a sorridere divertito.
Poco dopo arriva il cameriere per ordinare e Nino, conoscendoci, parla lui.
<<Marcolì 4 tennent's>>
Chiacchieriamo del più e del meno, la piazza inizia a riempirsi e sono in molti a salutarmi. Mi tornano in mente tutti i momenti che ho trascorso qui, belli e brutti. Emanuel interrompe i miei viaggi mentali con una domanda che non avrei voluto sentire.
<<Ci vai al cimitero Clà?>>
Mi volto a guardarlo e alzo le spalle. Non so cosa rispondere, ci ho pensato ma non so se sono pronta. Abbiamo perso un amico e da lì, nessuno di noi, è stato più lo stesso. Guardo Niccolò con gli occhi lucidi.
<<Solo se te la senti amò>>
<<Mh mh>> mi appoggio alla sua spalla e i miei amici cambiano subito discorso.
Sono le 6 quando paghiamo e andiamo via con la promessa di rivederci prima che torniamo a Roma.
Saliamo in macchina e ci dirigiamo a prendere mamma per andare in ospedale. Domani mio padre dovrebbe uscire per fortuna.
<<Mi manca Roma>> sussurro guardando fuori dal finestrino.
<<Anche a me amò... Decidi te quanno tornà>>
<<Se papà domani esce, dopodomani tornamo subito>> e sorridiamo.
La visita di mio padre è andata bene, domani mattina potrà uscire sicuro. Stiamo tornando verso casa quando mi squilla il telefono.
"Daniè"
"Clà stasera alle 21 allora?"
"Si si va bene, dove?"
"Alla magnolia così dopo ci fumiamo una sigaretta al castello"
"Daje va bene, a dopo"
Riattacco e avviso Niccolò che sta guidando dei programmi della serata.
<<Cla quando ripartite?>> chiede mia madre seduta nei sedili dietro.
<<Dopodomani Mà, dobbiamo tornare a lavorare>>
<<Sono contenta che tornate a Roma>>
<<Ah grazie Mà, che nun ce voi più?>> rispondo sorridendo.
<<Ma cheee! Si solo vede che ti manca, sto paesino non è fatto per te che viaggi a mille co mezza birra a na mano e na sigaretta all'altra, piena di tatuaggi>>
Scoppiamo a ridere.
<<Mà lo so che per il paese so na zoccola stronza tranquilla... Nun me ne po frega de meno>>
<<Non intendevo questo... Sono comunque felice che hai trovato la tua stabilità a Roma che come mi ha sempre detto è la città dei sogni>>
<<E der traffico>> rispondo ridendo.
Lasciamo mamma a casa e torniamo in hotel a prepararci, non abbiamo portato niente di che quindi un jeans e una t-shirt per entrambi può andare bene. In fondo è solo una pizza. Sento l'acqua scorrere nella doccia, entro in bagno, mi spoglio e apro lentamente il box. Ci guardiamo dritti negli occhi e nel giro di qualche secondo abbiamo le lingue che si cercano vogliose. Mi fa intrecciare le gambe attorno al suo bacino, mi appoggia al muro e infila velocemente due dita dentro di me muovendole sapienti, appoggio la testa alla mattonelle dietro di me, ansimo il suo nome mentre lui infila la testa nel mio collo baciandolo.
<<Mamma mia quanto me piaci Clà>>
Continua la sua tortura. Inarco la schiena andandogli incontro.
<<Oddio... Niccolò>>
<<Che posso volè de più de te che ansimi er nome mio>>
Apro gli occhi di scatto. Sta marcando l'accento romano sapendo quanto mi eccita mentre con le dita continua a darmi piacere. Ma so perfettamente che lo stesso effetto posso farlo io a lui.
<<Niccolò cazzo>>
<<Che voi amò? Dimme che voi>>
Lo guardai dritto negli occhi e sferrai il mio dolce attacco.
<<Vojo te, ora, dentro de me... Te vojo fa vedè quanto me piaci tu a me>>
Chiude gli occhi e in un attimo mi penetra con una spinta secca facendomi urlare.
<<Nun parlà romano perché te giuro nun c'è cosa che me eccita de più>>
Continuiamo ad amarci sotto il getto dell'acqua, arrivando al culmine insieme sussurando ti amo, l'uno sulle labbra dell'altro. Ci laviamo in silenzio lanciandoci occhiatine complici.
Ci vestiamo velocemente notando di essere in ritardo e mentre mi sistemo i capelli, che avevo tagliato un bel pò qualche giorno fa, sento un click.
<<Dai Nì ma che fai? N'namo su>>
Saliamo in macchina e il mio telefono suona.
Ultimopeterpan ti ha menzionato in una storia:

<<Ma che foto è amò?>> chiedo mentre la ripubblico

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<<Ma che foto è amò?>> chiedo mentre la ripubblico.
<<Sei bellissima e lo devono sapè tutti>> mi bacia dolcemente e mettendo in moto ci avviamo verso la pizzeria.

Nota autore:
Capitoli un pò lenti per far conoscere più dettagli su Claudia e sul futuro.

Nino arriverà a Roma, ne vedremo delle belle. Siete contente?

Se vi è piaciuto mettete la stellina e commentate.

❣️

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