SOSPESA!!!
Un'amicizia lunga dieci anni, può trasformarsi in qualcosa di più?
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<<Allora l'ho scoperto dopo che abbiamo prenotato le vacanze, ero a casa con Priscilla e Aurora, avevo un pò di nausee lo sai e la mattina guardando l'app ho visto che l'ultimo ciclo è stato il 4 giugno... Tra tutte le cose del tour non me ne sono accorta, dovrei essere di circa due mesi già>> <<Chiamo Maurizio Clà>> <<Fermati, l'ho già chiamato io... Ho la visita venerdì mattina>> <<Ma come Claudia Ferrari a Villa Stuart? E quale santo è sceso>> mi dice ridendo sapendo quanto odio i luoghi privati. <<Voglio il meglio stavolta>> rispondo sorridendo e abbassando lo sguardo. Lui mi accarezza la guancia. Mi alzo, mi dirigo in camera aprendo l'armadio e con una bustina tra le mani torno da lui. Mi siedo e gliela porgo. <<L'ho preso ieri, avevo in mente un altro modo per dirtelo ma va bene così>> Titubante inizia ad aprire la busta trovandone un'altra all'interno e poi un'altra ancora; tipo matrioska. Prende infine il pacchetto regalo che lentamente apre e quello che vede gli fa inevitabilmente scendere due lacrime. Lo prende tra le mani ed alza lo sguardo su di me che ho gli occhi lucidi poi, mi abbraccia di slancio.
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<<Ti giuro Clà che farò il possibile per farti tornare da me>> D'istinto, senza pensare gli do un bacio a stampo che lo lascia stordito. <<Ti amo da morì Clà, da morì... A tutti e due>> <<Magari siamo in tre... Ti ricordi della possibilità dei gemelli?>> <<Si, sarebbe bello>> risponde facendomi sedere sulle sue gambe e rifugiandosi nel mio collo dice una cosa che mi fa pensare di annazzarlo sul serio. <<Dovresti rallentare con il lavoro>> <<Te stai fori Niccolò... Nun me fa n'cazza subito è>> gli rispondo stizzita alzandomi e tornando in camera. <<Clà pe favore... Ascoltami un attimo>> mi raggiunge. <<No che non ti ascolto Niccolò... Anzi ascoltami tu per bene>> comicio furiosa. <<Nun me piace quanno me chiami Niccolò>> sorride. Resto seria. <<Nun me devi comincià a rompe li cojoni co sta storia del lavoro... Continuerò a lavorare fino alla fine, nun faccio niente de faticoso ed è il lavoro che amo e lo farò fino a quanno nun rompo le acque. So incinta, no malata... Ti è chiaro?>> <<Chiarissimo, stai calma però... Ti vedo un pò agitata>> <<Niccolò te devi sta zitto perché stasera te meno è>> continuo seria. Lui ride. <<Quanno nasce?>> <<Dovrebbe a febbraio, fine febbraio e lo so che forse n'namo a Sanremo ma nun è niente de complicato>> <<Nun ce vieni a Sanremo tu>> Rido nervosa. <<Ao ma ancora parli? Noi veniamo a Sanremo co te Niccolò e poi ci sarà il tour>> <<Se vabbè quale tour... Sarà piccolo pe il tour>> <<Ao ma sei de coccio è, te devi sta zitto... Noi veniamo a Sanremo e veniamo pure in tour. Starà co noi, semo i genitori e starà bene>> <<E poi nun te scorda che so ancora io a manager tua o me voi rimpiazzà perché so incinta?>> chiedo con sguardo di sfida. <<Mai amò, mejo de te nun ce sta nessuno sotto ogni aspetto>> <<E allora te conviene nun me rompe li cojoni da mo fino a quanno nun partorisco perché sennò vado a fa a manager a Sfera Ebbasta... Chiaro Niccolò?>> <<La smetti a chiamarmi così? È chiaro, chiarissimo direi... Ma poi Sfera Ebbasta ma vaffanculo va>> <<Ecco, hai capito>> rispondo e sbadiglio. Ci stendiamo sul letto e subito mi attira in un abbraccio. <<Te devi trasferì definitivamente da me mentre nun è pronta casa nostra>> <<Niccolò noi dovemo ancora parlà de tante cose>> rispondo staccandomi. <<Ora dormi un pò che prima t'ho svejato, dopo parlamo de tutto quello che te pare>> <<Oh ma lo sai che nascono lo stesso periodo con quello de Cocco?>> gli dico con voce assonnata. <<Saranno amici come me e Gabriele>> risponde con voce commossa ma io la sento appena che crollo addormentata. La sua mano dolcemente mi accarezza i capelli per svegliarmi, sorrido appena. Come mi è mancato, nessuno lo sa. Inizia a canticchiare nel mio orecchio. "Che poi se si potesse dipingerei il cielo, Rinascerei perché non meriti quello che ero, E poi se si capisse ti parlerei a gesti, Perché ogni mia parola è già scritta tra i versi" Lo zittisco con un bacio che approfondisce subito. <<Mi sei mancata da morire>> sussurra annusando il mio profumo, d'istinto lo abbraccio più forte. <<Sta la colazione, apri sti occhioni daiii>> Piano piano lo faccio abituandomi, a fatica, alla luce che entra. Mi fiondo sulla colazione, affamata come non mai, sotto lo sguardo divertito di Niccolò. <<Nì, dovemo parlà>> gli dico mentre sorseggio il mio amato succo all'ananas. <<Che ce sta da dì più de nostro fijio Clà? Ero nervoso per il tour, nun me sentivo capito, t'ho sentita lontana, che con l'artri eri la mia Claudia e invece co me mettevi n'muro. Ho sbagliato tutto quello che t'ho fatto e che t'ho detto, nun pensavo neanche na parola de quello che ho detto, manco una>> <<M'hanno ferito però... Tu o sai quanto ho sudato pe te sta accanto a riempì gli stadi Niccolò>> Mi abbraccia appena vede due lacrime solcarmi le guance. Maledetti ormoni. <<Clà te giuro che nun ho mai pensato niente de quello che t'ho detto... Me stai accanto da quanno giravamo pe i locali a San Lorenzo, te ricordi?>> Annuisco con un sorriso appena accennato. <<E mo stamo a riempì gli stadi ed è solo grazie a te>> <<Sei te er poeta Nì, comunque non ho accettato Emma perché te volevo restà accanto, sia a te che a Ultimo ma se in futuro le cose non dovessero andare...>> non mi fa neanche finire di parlare. <<Sto percorso l'amo iniziato insieme e lo finimo insieme... Zitta Clà, nun di più niente. Stamo pe diventà genitori, me stai a fa er regalo più bello che potevo volè. Nun me s'è passata la cosa che nun me lo volevi dì ma so quasi sicuro che nun te s'è passata manco a te la storia der tour>> <<No, non so se...>> mi interrompe ancora. <<Te prego Clà, fammece provà a recuperà st'amore, vojo starte accanto>> Annuisco ad una condizione. <<Pe mo ognuno a casa sua>> Annuisce non convinto, non gli piace sta cosa. Mi avvio in bagno a mettermi il costume. <<Che fai mo?>> chiedo speranzosa. <<Resto qua co te, a riposarce e poi giovedì tornamo a Roma>> gli sorrido grata mentre lui si avvicina cauto a me. <<Nun te lascio Clà, nun ve lascio>> annuisco ancora ed entro in bagno seguita da lui. <<Nì me devo mette er costume>> <<Niente che non abbia già visto, nun pensi?>> mi risponde sornione accarezzandomi la pancia e facendomi ridere di cuore. <<Ma se po scopà?>> <<Ma si Nì, che cazzo... Manco aspettà 9 mesi>> <<Che è Clà sei già eccitata?>> prende ad accarezzarmi il collo scendendo sempre più giù. Sono immobile, in attesa, di qualunque suo passo. Mi è mancato e lo voglio tantissimo. Mi bacia con foga facendomi sedere sul lavandino mentre inizia a sfilarmi la canotta con una calma irritante. Mi accarezza, mi venera, mi desidera. Facciamo l'amore con calma, con passione e dolcezza, con voglia e tenerezza. Non lascia mai le mie labbra, neanche per un secondo. Vuole farmi capire che è con me, che non mi lascia. E in questo momento, il suo amore, lo sento fin dentro le ossa. <<Te vorrei fa na foto ma se vede a pancia, voglio aspettà a visita e che o sanno l'artri>> annuisco e ci avviamo in piscina. Chiacchieriamo un pò di tutto, con la sua mano sempre nella mia. <<Se sta benissimo qua>> dice con gli occhi chiusi. <<Lo sai che viene pure Priscilla venerdì con me, faremo il Bitest>> <<Il che?>> chiede confuso. <<Dna fetale per sapere se il bambino sta bene e il sesso>> <<Io vojo fa a festa americana pe lo sapè e poi viene con NOI... Vengo pure io è, e sicuro ce sta pure quel coglione di Cocco>> <<Dai sono stata io a chiedergli di non parlare, ha provato in tutti i modi>> <<Ti amo Clà, grazie>> <<Non ho mai smesso di amarti Nicco ma andiamoci piano perché un'altra cazzata e sei fuori dalla mia vita>> rispondo seria. Passiamo la giornata in quel paradiso terrestre a riscoprirci, solo noi due, tre, forse quattro. La parte difficile arriverà, probabilmente, quando torniamo a Roma ma forse sono diventata troppo pessimista. Vorrei piano piano lasciar andare questa corazza che mi porto dietro da ragazzina. Vorrei imparare a perdonare e a perdonarmi. Vorrei riuscire ad essere una madre amorevole, nonostante il mio carattere difficile, la mia forza dirompente. Vorrei lasciar andare la sofferenza, la sconfitta, il dolore, per accogliere questa nuova vita senza macchia, con innocenza e gratitudine.
Nota autore: "...E tra cent'anni sarà forte come il sogno, Di te che torni e dici: Amore mio, buongiorno..."
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