1;7

383 62 41
                                    

✩

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

fatta eccezione per qualche altra trappola sventata all'ultimo secondo, alla fine della giornata i supereroi possono confermare con certezza che quella vecchia fabbrica di scarpe messa a soqquadro sia assolutamente priva di tracce, indizi o quant'altro che li avrebbe condotti al nascondiglio di hwang. la loro escursione mattutina si rivela, di conseguenza, un fallimento su tutta la linea.

perciò alle ventidue, lee know siede a gambe incrociate sul polveroso balconcino senza ringhiera di un palazzo abbandonato nel quartiere di han, nel quale i due hanno deciso di fare ritorno, per occupare il tempo dopo quel buco nell'acqua. l'eroe si guarda attorno, con le mani in mano, e sospira tra sé e sé.
"ho un regalo per te." sente dire alle sue spalle, dalla pimpante ed energica voce di jisung, come se non avesse appena passato interminabili ore a rovistare tra gli ordigni ed i polverosi angoli del negletto covo di un criminale. getta un giornale accartocciato ai piedi dell'altro, che lo fissa.
"e questo sarebbe?" chiede l'altro, mogio.

il sorriso del castano lo incuriosisce, ed abbassa lo sguardo verso la copertina del quotidiano, mentre hanster prende posto accanto a lui.
"ennesimo articolo sulla storia d'amore tra te e felix, a quanto pare sei innamorato perso." ride, indicando alcune delle frasi presenti nel pezzo, che ha trovato assolutamente ridicole. ma, nonostante la comicità e l' inverosimiglianza delle informazioni riportate dall'irriverente articolista, minho non sembra altrettanto divertito, anzi, alla vista della sua foto stampata in prima pagina, il suo muso lungo pare aggravarsi. jisung se ne accorge, ed alza un sopracciglio.

"credevo ti avrebbe fatto ridere." dice, scusandosi. al che, l'altro scuote la testa e sospira, guardando davanti a sé.
"non sono dell'umore." risponde.

e magari l'eroe in rosso non è noto per il suo fine acume o la sua intelligenza, né per le sue inesistenti doti investigative, ma gli ci vuole meno di un secondo per comprendere la ragione dello sconforto dell'altro. quindi recupera il giornale, accartocciandoselo tra le mani e poi, lo getta in strada, guadagnandosi un'occhiataccia dall'altro, che non ha le forze di sgridarlo per non averlo buttato nell'apposita pattumiera. vorrebbe posargli una mano sulla spalla, ma per il momento, si trattiene.
"abbiamo appena cominciato, lo troveremo." tenta allora di rassicurarlo, mordicchiandosi il labbro inferiore mentre l'altro prende un respiro profondo, e si gratta nervosamente la nuca.
"è la prima volta che brancolo nel buio. di solito so cosa fare, so dove cercare, adesso non so niente, è strano." ammette, serrando le palpebre.

lee know non è mai stato tipo da arrendersi facilmente, tuttavia, la situazione è totalmente nuova per lui. l'uomo dalle mille risorse, colui che sforna un piano dopo l'altro ed è sempre pronto ad ogni evenienza, adesso ha le mani legate. non ha una pista, non ha la più pallida idea di dove mettere i piedi, e il suo istinto, per la prima volta, si sta dimostrando estremamente fallibile. jisung scuote la testa, e si decide con coraggio ad adagiare la mano sul suo braccio, sfregandolo con delicatezza nel suo impacciato tentativo di dargli un po' di conforto.
"può capitare, non abbatterti, abbiamo ancora tempo. sono sicuro che insieme ce la faremo." sospira, squadrando il suo profilo, teso.

l'altro serra la mascella, e si lascia tranquillizzare dalle carezze del castano, cosa che fino a qualche giorno prima non avrebbe contemplato neppure nei lati più reconditi della sua mente, ma si rivela piuttosto piacevole. non che si senta meglio, non avrà pace fin quando non avrà trovato almeno un minuscolo indizio, ma godersi un po' di contatto umano non l'avrebbe ucciso.

"lee know." lo chiama, schiarendosi la gola. il suddetto mugola, ad occhi chiusi, e lascia che jisung introduca la sua prossima frase.
"potrei avere un'idea. non so se funzionerà, ma vale la pena provare, non credi?" tenta di proporre, quasi timidamente, come spaventato dalla risposta dell'altro, che contro ogni aspettativa, si prende qualche secondo, e gli annuisce. dopotutto, a mali estremi, estremi rimedi, e cosa può esservi di più estremo dell'assecondare una proposta di hanster?
"forse, sì. di che si tratta?" domanda allora l'eroe, sbattendo le ciglia per poi riservargli la propria attenzione.

i due si guardano, gli occhi di entrambi brillano sotto le stelle di quella notte buia, e il bruno aspetta qualche istante, nel tentativo di enfatizzare le proprie parole, prima di proferirle. sa bene, che non appena minho sentirà ciò che ha da dire, gli si rizzerà ogni pelo del corpo.

"conosco qualcuno che potrebbe aiutarci."

lui detesta, collaborare.

𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 • 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora