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luccica sotto il chiaro di luna, come rari cristalli nel buio di una miniera, una manciata di linguette in logoro alluminio, figlie strappate a lattine accartocciate. sono una dozzina, ridotte alla forma di un torsolo di mela, sono colorate e raggruppate in un angolo del tetto di uno dei grattacieli più alti della città di new york.

non è certo il compito di un supereroe gettare i rifiuti degli adolescenti sconsiderati, non è questo che si intende con il buon proposito del 'mantenere l'ordine in città'. in altre circostanze non lo avrebbe fatto, lo avrebbe disgustato toccare la spazzatura altrui, ma le sue dita sono coperte da uno strato di tessuto di un grigio tortora e a tratti sfumato nel nero, una stoffa elastica come il lattice che riveste la sua intera figura, slanciata. gli piace, tirare le linguette finché non si staccano dalle lattine e le aggiunge a quel piccolo bottino che lo affianca.

si conclude per lui una giornata piuttosto ordinaria, la solita rapina sventata all'ultimo, le solite domande dei soliti giornalisti, e le solite risposte: 'è un onore per me, rendere le strade di new york sicure' è ormai il suo mantra. e mentre la brezza autunnale tipica delle fredde notti d'ottobre danza tra i suoi folti capelli bruni, si prende un attimo per sporgersi da quel gelido cornicione di marmo, verso il vuoto.

per certi versi, lee minho è un ventiquattrenne come tanti. vorrebbe frequentare l'università ma non può permetterselo, ascolta buona musica d'altri tempi, manda giù bottiglie di corona come fossero d'acqua. per altri versi, non lo è affatto. è l'unico e solo protettore dei suoi concittadini americani, porta una maschera nera sotto la quale la sua preziosa identità di comune giovane adulto resta nascosta, e prende il suo posto quell'imbattibile supereroe dallo sguardo felino e sicuro di sé, l'ormai noto lee know.

non c'è persona che non abbia mai sentito parlare di lui, non c'è notiziario che non gli abbia dedicato almeno un servizio. i bambini chiedono il suo costume per natale e lo indossano a carnevale, fingendo di combattere file di nemici immaginari, proprio come il loro idolo.
ma lee know non vuole essere un idolo, non cerca la fama, e se nella culla avesse avuto la possibilità di scegliere un potere tutto suo, sarebbe stata l'invisibilità. invece, è schiavo della sua forza sovrumana, della sua abilità di muoversi con l'agilità di un gatto e di una sensibilità infallibile, un sesto senso che si manifesta in una sorta di delicato prurito alla punta delle orecchie e gli ha sempre permesso di trovarsi nel luogo giusto, al momento giusto.

è vincolato, a gravare sulle sue spalle non è il peso di un mantello che spesso evita di indossare, un'intera città conta su di lui, non può deluderli, ha un compito. non avrà pace, fin quando ogni newyorkese non potrà dormire sonni tranquilli e la sua presenza sarà pressoché inutile, ma quel giorno, probabilmente, non arriverà mai.

non cerca fama, non ne sente il bisogno, ma lei va di pari passo con la cronaca, e lui è puntualmente sulla copertina di tutti i giornali.
si limita a salvare chi ha bisogno di essere salvato, dal recuperare qualche gatto pietrificato sul ramo di un albero, al liberare ostaggi di menti malefiche che pianificano e cospirano contro di lui. gli riesce bene, è facile lavorare da soli, spesso si è sentito porre una domanda che ritiene tanto sciocca da non meritare una risposta, 'non vorresti una spalla?'.
perché mai dovrebbe volere una spalla? lo rallenterebbe, dovrebbe preoccuparsi non solo della propria incolumità, ma anche della sua.

ama la sua città come una madre ama un figlio, per quanto faticoso, stremante, occuparsene è la sua prerogativa, e niente glielo impedirebbe, nessuno intaccherebbe la sua quotidianità.
e mentre il suo sguardo si perde tra le luci accecanti dei fari delle macchine e dei negozi aperti fino a tardi, si sporge ancora un po', con un sorriso fiero in volto, pendendo verso il punto più esterno del tetto.

e da lì si lascia cadere, abbracciato dal vento, sapendo che come sempre, atterrerà in piedi, semplicemente perché lui può.



𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 • 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora