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al calar del sole, lee know è impegnato nella sua abituale ronda serale di uno dei quartieri con il più elevato tasso di criminalità della città.
tuttavia, è da un paio di mesi a questa parte, che i ladri e gli aggressori della zona hanno smesso di bazzicare da quelle parti, nel migliore dei casi, alcuni di loro avrebbero addirittura pensato di non delinquere più; non è mai un piacere farsi beccare dall'eroe con la refurtiva tra le mani, o una ragazzina inerme alle spalle. perciò i suoi giri di perlustrazione si stanno rivelando relativamente noiosi, spesso e volentieri inutili, e per certi versi ne è felice, dopotutto significa che sta svolgendo un buon lavoro.
c'è chi troverebbe tremendamente noioso il suo aggirarsi silenziosamente tra quei palazzi fatiscenti, lui la pensa diversamente, quei momenti gli regalano una pace che nella propria quotidianità gli è assolutamente preclusa. si gode ogni secondo, ogni cosa, dal pungente vento fredda della sua stagione preferita, alla quiete che infesta graziosa i paraggi. in assoluto, ciò che più ama della sua pattuglia, è l'assenza di han jisung.
non c'è motivo per cui dovrebbe perseguitarlo anche lì, non girano giornalisti e telecamere, fatta eccezione per quando si verificano incidenti degni di ultima ora, ma accade raramente che la televisione mandi i suoi inviati tra quelle malfamate vie. non avrebbe motivo di seguirlo fin lì, se non per la semplice voglia di tormentarlo, anche se ne dubita fortemente, dopo la sfuriata di poche ore prima. non potrebbe avere più torto.
"non ci posso credere." borbotta, riconoscendo in un vicolo buio la rossa figura dell'altro supereroe, accovacciato sul margine di un cornicione, con un panino rivestito di una carta giallognola stretto nella mano sinistra. la sua presenza è un fulmine a ciel sereno, squarcia la quiete, e presagisce un temporale. hanster ode il mormorio, e si volta nella direzione da cui proviene, lanciando la sua cena in aria mentre si sbraccia.
"ma che cavolo! allora sei ossessionato!" lo accusa, ad alta voce. l'altro scuote la testa.
"ti piacerebbe. penso di essere maledetto." sospira, gettando la spugna. sembrano destinati ad incontrarsi, non importa quanto si allontanino l'uno dall'altro, qualcosa li lega. più che un filo rosso, minho lo considera un capestro.jisung sbuffa, raggiungendolo con un salto.
"tu che ci fai qui?" chiede, e la domanda lo indispone particolarmente; dovrebbe essere lui a porgerla, la città è sua, la ronda di quel quartiere è una sua prerogativa.
"giro di controllo. tu, piuttosto, perché sei da queste parti?" lo interroga a sua volta, indietreggiandolo quando l'altro gli si avvicina un altro po', invadendo il suo spazio personale.
"io vivo da queste parti." risponde, schietto, improvvisamente sulla difensiva. il moro alza un sopracciglio, guardandolo dubbioso, quasi come non gli credesse, ma quella conversazione muore in quel modo, nonostante le perplessità che lo attanagliano. avrebbe un milione di domande, ma lui non è tipo da chiacchiere.a differenza sua, jisung sbuffa, grattandosi la nuca, non ha mai amato i silenzi imbarazzanti.
"devi smetterla di seguirmi." dice, poi, e l'eroe sbatte lentamente le palpebre.
"ti ho detto che non ti stavo seguendo." rimarca, infastidito, per quanto controllarlo rientri adesso nei suoi compiti, non è divertente averlo sempre tra i piedi. l'altro agita le mani.
"no, non parlo di adesso. devi smetterla di seguirmi, dappertutto, non ho cinque anni, so quello che faccio." si spiega, il suo tono è adesso completamente spoglio dell'irritante immaturità con cui lo aveva sempre vestito durante ogni loro piccolo incontro, e lee know per poco non si sente quasi in colpa.
quasi."no, non sai quello che fai. non sai comportarti da eroe, poco fa l'hai dimostrato, devi essere un modello per i cittadini. non puoi farti prendere dalla rabbia, non puoi urlarmi in faccia davanti alle telecamere, non puoi intrattenerti per ore con i giornalisti." afferma, puntandogli un dito contro il petto, proprio come lui aveva fatto poche ore prima. quella è stata per lui solo l'ennesima conferma che han jisung non ha la stoffa dell'eroe, e probabilmente mai l'avrà.
"vuoi solo la gloria." aggiunge.jisung fa per parlare, poi ci ripensa. succede piuttosto spesso, più di quanto vorrebbe ammettere, detesta restare senza parole.
i due si guardano, e come tutto ciò che fanno, anche quella diventa una piccola sfida, che lee know gli lascia vincere quando si allontana.
"inoltre, so che stai pensando di andare alla festa di domani." enuncia, sicuro.
"mi hanno invitato." è la risposta di jisung, imbronciatosi. non è mai stato invitato ad un evento simile, se lo merita, e non se lo perderebbe per nulla al mondo.minho non sembra essere d'accordo.
"sì, ma sei un supereroe, e i supereroi non vanno alle feste." gli dice quindi, con fare ovvio, non ci dovrebbe neppure essere bisogno di specificarlo, secondo lui. il castano ansima, esausto.
"hai ragione, dannazione, ho saltato la lezione sulle feste al corso dei supereroi." sbuffa, sarcastico, per poi abbandonarsi ad un piccolo sorrisetto, carico d'ironia. l'altro non si sarebbe abituato facilmente ai suoi repentini cambiamenti d'umore, francamente, preferirebbe averne a che fare il meno possibile.
"e ora torni a fare l'immaturo." sospira.jisung scrolla le spalle, fiero dell'essere riuscito a nascondere il briciolo di delusione che in quel momento lo domina.
"che c'è di male nell'andare ad una festa?" gli chiede, portando una mano al fianco destro, e l'altro supereroe fa una piccola smorfia.
"tra i mille ovvi motivi, c'è il fatto che se vai, dovrò venire pure io, tanto per dire."
il castano scoppia a ridere."diventeresti un festaiolo per osmosi?" sghignazza, tirandogli un buffetto sul petto, del quale si pente immediatamente. mentre ritrae la mano, minho dischiude le labbra.
"no. devo controllarti." ovviamente.
hanster annuisce, ancora divertito.
"sei tale e quale a mio padre, sai?"
sospira, indicandogli il pomo d'adamo, come avesse una macchia, e quando l'altro abbassa la testa per controllare cosa l'avesse spinto ad additarlo, jisung gli colpisce il naso.
l'eroe lo guarda, scioccato."ma a lui questa tutina non starebbe così bene. a domani, ciao ciao!" sorride, beffardo. dopodiché, prende le sembianze di un corvo e vola via.
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𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 • 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠
Teen Fiction{✩ 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 ✩} -𝐭𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐬𝐜𝐮𝐞𝐫𝐬- dove un nuovo supereroe dall'aspetto stravagante sopraggiunge tra le strade di new york, catturando l'attenzione dei giornalisti, dei comuni cittadini, e soprattutto, quella del precedente...