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l'orologio della sala d'attesa segna le tre del mattino, nell'istante in cui felix crolla addormentato e hyunjin esce dalla camera assegnatagli per la notte, incontrando lo sguardo intransigente del suo acerrimo nemico, affievolito da quelli, più accoglienti, di han e seungmin.

lee know, adagiatosi contro il muro in attesa del suo ritorno, alza il mento e cammina nella sua direzione, affiancato dal suo fidanzato.
"vi ringrazio." mormora il rosso, spogliandosi di ogni traccia di orgoglio che lo ha sempre accompagnato, ed anzi, il suo volto si dipinge di gratitudine, prevalentemente rivolta al mutaforma, se ancora tale si può definire. minho sbuffa, incrociando le braccia al petto.
"non sapevo fossi capace di provare sentimenti umani." sospira, osservandolo con insistenza, e hwang si ritrova a ridacchiare sotto i baffi, scuotendo il capo con un pizzico di amarezza.
"ci sono tante cose che non sai di me." controbatte, mentre seungmin si solleva a fatica da uno dei divani e si appresta a raggiungerlo, trascinandosi i piedi con pigrizia.

"quindi, credo sia giunto il momento." annuisce il supereroe, adagiando le mani contro i fianchi. finalmente è ora, la cattura di hwang hyunjin diverrà il titolo di ogni articolo di giornale per la prossima settimana, i notiziari non parleranno d'altro, e lui non dovrà più preoccuparsi dei suoi malevoli piani volti alla fine dell'era degli eroi, dovrebbe avere un sapere tanto dolce, la vittoria. eppure non sa di un bel niente. l'altro criminale bofonchia sottovoce, colpendo il braccio del più alto con un pugno un po' fiacco.
"che rottura, perché continuo ad assecondarti?" geme, ben poco propenso all'idea di finire in carcere. contrariamente a lui, hwang sembra aver accettato il suo destino ormai da diverse ore, è sempre stato un uomo di parola, e se ha giurato di consegnarsi, così farà. felix sta bene, ed è solo quello, che conta.
"perché siamo una squadra." risponde, colpendolo a sua volta. in vero, mentirebbe se dicesse di non dispiacersi per il suo fidato compagno di malefatte, ma loro sono un duo, se crollano, crolleranno insieme, e seungmin sarà più che lieto, di passare i suoi giorni di prigionia con la coscienza pulita, certo di aver fatto la cosa giusta, di non aver mai abbandonato il fianco del suo migliore amico. jisung, sentendosi improvvisamente di troppo, prende un respiro profondo e si passa le dita trai capelli bruni.
"vi lascio, entro a controllare felix." afferma, stringendo leggermente la mano di minho, che esita, prima di lasciarlo andare.

allora, l'eroe in rosso sparisce dietro la stessa porta che per tutta la notte hanno tenuto d'occhio, pronto a fare da sentinella al giornalista addormentato, a prestargli soccorso in caso dovesse svegliarsi, ma soprattutto, a lasciare a minho la possibilità di schiarirsi le idee per conto suo. jisung lo sa, che farà ciò che è giusto.

dopo qualche minuto di silenzio, hwang prende nuovamente parola, avvicinandosi al supereroe con aria seria, e le braccia distese lungo i fianchi, dondolandosi distrattamente da destra a sinistra.
"allora, non ci ammanetti?" sorride, tendendo i polsi in avanti, schernitore. il moro indietreggia, impettito, ed aggrotta le sopracciglia da sotto la maschera nera, piegando il capo.
"ti sembro uno che gira con delle manette?" chiede, esasperato. il criminale stringe i denti, squadrandolo dall'alto verso il basso prima di tirarsi all'indietro una ciocca cremisi, e spostare l'attenzione sul volto contrariato di lee know. in effetti, lui ha proprio l'aria di qualcuno che con sé, porta sempre un paio di manette da quattro soldi, dopotutto non è che vi sia tanta differenza tra un eroe, e un semplice vigilante.
"vuoi una risposta sincera?" ridacchia, al che minho alza gli occhi al cielo, snervato.
"non la perderai mai, quella faccia da schiaffi, vero?" domanda, retorico, indicandolo con scompostezza mentre perfino seungmin scoppia a ridere, e riecheggia lungo il corridoio dell'ospedale, deserto da tempo.
"assolutamente no." replica hwang, fingendosi quasi offeso. se deve arrendersi, lo farà a modo suo, con la stessa insolenza di sempre. il supereroe si gratta la nuca, sospirando.
"ovviamente non ho delle manette con me."

𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 • 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora