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delle grida soffocate accompagnano il tanto atteso christopher bang nel momento in cui mette piede in quel piccolo locale di cui è comproprietario, ed il campanello della porta richiama l'attenzione dei tre ragazzi già all'interno su di lui, mettendo fine a gli schiamazzi.
changbin tiene su un broncio, jisung sorregge colpevole una stecca di legno e l'eroico lee know di cui tanto si sente parlare, e che finalmente si trova davanti a lui, si copre dolorante un occhio con la mano, l'aria vagamente infastidita. chan si guarda attorno, tenendo stretta tra le braccia una grande e fredda busta di ghiaccio, azzurrina.
"ce l'hai fatta!" lo rimprovera il migliore amico, alludendo al suo ritardo, con le braccia conserte ed un preminente cipiglio in volto.
"che è successo qui?" chiede, confuso.han si decide a fare un passo avanti, salutandolo con un timido abbraccio, dopo aver mormorato una serie di scuse all'altro supereroe.
"abbiamo giocato a biliardo." spiega, sbrigativo, grattandosi la nuca. christopher, anche lui un quattrocchi riccioluto dai capelli castani, di poco più alto dell'altro proprietario, arriccia le labbra.
"e hai perso?" domanda, scettico.
"stavamo vincendo, a dire il vero."effettivamente, minho si è rivelato un ottimo insegnante, sorprendentemente paziente, per nulla competitivo, pronto ad impartire un po' della sua conoscenza per il semplice gusto di farlo, non per la vittoria. tuttavia, l'eroe rosso, un fascio di nervi per natura, non è stato altrettanto in grado di mantenere la calma quando, ad un certo punto, le dita dell'altro si sono adagiate sui suoi fianchi per mostrargli la giusta posizione da assumere. è lì, che ha centrato in pieno il suo occhio destro con l'estremità della sua asta, facendolo cadere rovinosamente all'indietro.
christopher alza un sopracciglio, sbalordito.
"tu hai perso?" ridacchia, indicando il moretto tutto muscoli ancorato al tavolo da biliardo, che gli fa il verso, infastidito, e poi sbuffa, avvicinandosi gli per strappargli la confezione di mano, riponendola nel congelatore sotto il bancone, solo dopo averne tirato fuori un cubetto per passarlo a lee know, che lo posa delicatamente sulla palpebra chiusa.
"non ho perso, abbiamo interrotto la partita." chiarisce, in un grugnito sconsolato. minho sospira, e il nuovo arrivato gli si avvicina per presentarsi, con un sorriso divertito.
"sono christopher, è un grande onore. so che avete bisogno del mio aiuto." dice, scrollando le spalle con fierezza, e gli stringe la mano, emozionato.non è cosa da tutti i giorni, sentirsi dire che i propri, umili servigi sono richiesti da nientemeno che la figura di maggiore spicco dell'intera città di new york, un supereroe in carne ed ossa, uno esperto. lui annuisce con riluttanza, sempre meno convinto che due semplici cittadini, due proprietari di un comune locale di quartiere come changbin e christopher possano rivelarsi utili risorse nella loro missione di ricerca, e jisung prende nuovamente la parola.
"dobbiamo trovare hwang." afferma, senza filtri. lo sguardo del suo amico si fa serio, attento, e dopo una manciata di secondi passati a rimuginare su solo lui sa cosa, prende a camminare verso quella stessa porta di servizio, dalla quale è sbucato l'altro barista."va bene, seguitemi." li invita, sparendo dentro la misteriosa stanza, e gli altri lo seguono, changbin per ultimo, pronto ad appendere fuori dalla vetrata il cartellino della chiusura, per poi raggiungerli. si ritrovano così a vagare lungo un buio corridoio, passando davanti quelli che parrebbero essere una dispensa ed un bagno, ma c'è un terzo ingresso, che da su una rampa ascendente di scale a chiocciola. lee know alza un sopracciglio, riservando all'altro eroe uno sguardo incerto, ma jisung lo tranquillizza con una pacca sulla spalla, intimandogli di fidarsi di loro, dopotutto, che alternative hanno?
chan tira fuori una chiave magnetica dalla tasca dei larghi pantaloni neri che indossa.
"allora, com'è essere un supereroe?" parla, curioso, mentre percorrono gli stretti scalini, ed hanster si passa una mano tra i capelli, orgoglioso e immodesto.
"stancante, chan, non hai idea!" risponde, ma l'amico scuote la testa, sghignazzando.
"parlavo con il vero supereroe." scherza, e il bruno spalanca le labbra, scioccato. fa per replicare a tono, ma la risata trattenuta dell'altro eroe lo ammutolisce, squadrandolo con attenzione nel momento in cui smette di coprirsi l'occhio precedentemente colpito, e sposta la mano, coprendo quel piccolo sorriso che si è impossessato del suo volto perennemente accigliato. ha i denti bianchi, dritti.
"concordo, stancante, ma necessario."giunti alla fine della scala, si palesa ai loro occhi l'ennesima porta, ma è diversa dalle altre: è metallica, priva di maniglie, ed ha una sorta di luminosa tastiera a numeri sul lato in alto a destra, e christopher si sbriga ad adagiare la chiave contro una specie di lettore, per inserirvi poi un codice, segreto. questa si apre, d'improvviso, rivelando una stanza buia.
"scusate per il disordine." borbotta imbarazzato, avanzando a passo svelto per accendere le luci, spogliandola di quell'alone mistero, e ora, minho la può studiare come è solito fare con tutto. nota le pareti rosse, una scrivania con sopra varie apparecchiature tecnologiche, cuffie, cavi, e un comunissimo portatile. in particolare una cosa, un piccolo manifesto attaccato al muro con del nastro adesivo, cattura la sua attenzione.allora alza un sopracciglio.
"quello sono io?" chiede, indicando il realistico disegno in questione, nel quale la sua figura, troneggiante su un palazzo in fiamme, sembrerebbe vegliare sulla città. è un articolo da collezione, uno di quelli che si trovano nei negozi, che solitamente acquistano i bambini o gli adolescenti che lo idolatrano. le guance di han si tingono di rosso, e lancia un'occhiataccia ai suoi amici, che avevano promesso di liberarsi di tutti i loro gingilli da fanatici dei supereroi.
changbin annuisce, privo di vergogna.
"sì, ripeto, sono un grandissimo ammiratore." trilla, facendogli l'occhiolino, e jisung rilascia un sospiro che ha trattenuto per qualche istante, grato. sarebbe oltremodo imbarazzante, se minho scoprisse che in realtà, quel poster non è mai appartenuto a changbin.lee know annuisce, lusingato, e si avvicina all'altro proprietario, sedutosi nel frattempo sulla sua sedia girevole, impegnato ad accendere i propri dispositivi. lo guarda, attento.
"nel tempo libero, sei un hacker?" incrocia le braccia al petto, e l'altro scuote la testa.
"non direi, sono solo molto bravo con codici e computer. se voglio, ci impiego dieci minuti a trovare l'indirizzo del nascondiglio di hwang, con i giusti mezzi." annuisce alle sue stesse parole, continuando ad aprire finestre su finestre sulla schermata del portatile grigiastro.
"cosa sappiamo di lui?"jisung li raggiunge, affiancando l'eroe.
"so per certo che è in grado di collegarsi ad ogni dispositivo. schermi pubblicitari nelle metropolitane, quelli dei cinema, perfino le televisioni nei negozi. inoltre, credo abbia accesso anche ad alcune telecamere in giro per la città, ma è solo una mia supposizione." il moro illustra così la situazione, tentando in seguito di essere il più dettagliato possibile, di fare esempi concreti, e chan lo ascolta, ponendo qualche domanda di tanto in tanto."bene," esordisce, stiracchiandosi.
"adesso, ho bisogno di una mezz'ora di sacrosanto, religioso silenzio." annuncia poi, pronto a dare inizio alla sua ricerca, e minho indietreggia, sospirando. si volta, in direzione del castano alla sua destra, e abbozza così il suo secondo, piccolo sorriso della serata.
"grazie, è stata un'ottima idea." sussurra, grato. jisung annuisce, al settimo cielo, ed indietreggia silenzioso verso changbin, in fondo alla stanza, che alza i pollici, intenerito."secondo me gli piaci." bisbiglia lui al suo orecchio, beandosi della buffa reazione del più alto, che arrossisce da capo a piedi, tirandogli poi uno scappellotto per farlo tacere.
"magari, se glielo chiedi, ti autografa pure il poster!" scherza ancora l'altro, sghignazzando sotto voce, e minho si volta a guardarli, interessato ai loro mormorii. jisung scuote la testa, colpendolo di nuovo, stavolta sulla spalla.allora, il suo migliore amico chiude il becco, remissivo, ma non può non essere orgoglioso del traguardo raggiunto dal suo migliore amico. dopotutto, il suo più grande idolo, il suo modello di riferimento da quando ha scoperto di avere i superpoteri, gli ha appena fatto un complimento.
e se avesse avuto ancora quindici anni, si sarebbe tatuato quel 'grazie' sul petto.
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𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 • 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠
Teen Fiction{✩ 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 ✩} -𝐭𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐬𝐜𝐮𝐞𝐫𝐬- dove un nuovo supereroe dall'aspetto stravagante sopraggiunge tra le strade di new york, catturando l'attenzione dei giornalisti, dei comuni cittadini, e soprattutto, quella del precedente...