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quando il buio della notte cala sulla città, le abbaglianti luci colorate che ne decorano strade ed edifici, si accendono e le regalano nuova vita, aggiungendo il loro tocco natalizio alla fredda atmosfera dicembrina, risplendendo, in chiaro contrasto con il bianco della neve caduta.

e nonostante le temperature raggiungano a malapena i cinque gradi, e l'aria sia tanto gelida da penetrare nelle ossa di chiunque, c'è chi ritiene non faccia mai troppo freddo, per una rapida passeggiata sui tetti dei palazzi, come lee know: al chiaro di luna, accompagnato dal trambusto che proviene dalla strada, dal traffico causato dall'imminente fine dell'anno, ognuno si dirige verso una festa diversa, e attende pazientemente di essere raggiunto dal suo fidanzato, seduto a gambe incrociate sul cornicione del suo condominio. un miagolio lo distrae dal suo momento di pace e contemplazione, ed un gatto dall'aria piuttosto familiare siede al suo fianco, anche lui, non curante del gelo che attanaglia la metropoli.

minho sbuffa, tutto impettito. il suo rapporto con il famoso pomodoro, quel dannato micio dal pelo arruffato e castano, ancora profondamente segnato dall'infantile rimorso che serba nei suoi confronti, dopo l'incidente della confessione del mese precedente. lo guarda, riservandogli una smorfia, che il felino sembra ignorare.
"non mi imbrogli più, piccolo bastardo." sibila, il suo volto contratto in un cipiglio. ma si morde la lingua, nell'istante in cui l'animale, evidentemente non pomodoro, riacquista le sue naturali sembianze, e si ritrova a fronteggiare jisung, nel pieno delle sue energie a mutaforma. l'eroe, tornato tale, incrocia le braccia al petto.
"non ci credo, ancora non hai imparato a distinguermi dagli altri animali! sei un pessimo fidanzato, lo sai?" alza un sopracciglio, rimproverandolo con una predica carica d'ironia, ed il moro scuote il capo, ricorrendo allora alla prima menzogna che gli balena per la mente.
"ma sungie, scherzavo. ovviamente ti ho riconosciuto." mormora infatti. non la da a bere a nessuno, ne sono entrambi consapevoli.

jisung ridacchia a sua volta, stiracchiandosi. deve ancora riadattarsi, alle sue trasformazioni, non più fluide come un tempo, nonostante siano passate un paio di settimane dal recupero dei suoi poteri grazie al consiglio di hwang hyunjin. presto tornerà ad essere naturale, spontaneo com'è sempre stato, ne è sicuro, e per ora, è semplicemente felice di essere nuovamente la scarlatta spalla di lee know, il fiero hanster.
"bugiardo, ma ti perdono, sono troppo felice per prendermela con te, oggi." mormora. minho si solleva, raggiungendolo su due piedi mentre sistema i propri capelli, tirandoli all'indietro con un sospiro. la maschera splende, sotto le stelle.
"e perché mai?" chiede, curiosamente.
"perché a capodanno siamo tutti più buoni." risponde sbrigativo il suo ragazzo, afferrandogli la mano con occhi sognanti, impaziente di festeggiare assieme l'avvenire dell'anno nuovo. l'eroe in nero sghignazza, osservandolo dolcemente, ed è certo, che dalle sue scure pupille trasuderebbe miele, se solo fosse umanamente possibile.
"penso tu ti stia confondendo con il natale, amore." lo corregge, avvicinandolo a sé, ed han fa spallucce, sereno, crogiolandosi nel calore della sua stretta, che lo protegge dal freddo.
"che importa? apprezza la mia bontà incondizionata." borbotta, mentre l'altro gli sorride a fior di labbra, allegramente.

𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 • 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora