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il suo puntuale scetticismo è sempre stato un tratto caratteristico della personalità pungente del rinomato supereroe di new york, una particolarità che ha sempre tenuto lee know lontano da chiunque non si fidasse, e che se anche stasera avesse ascoltato, l'avrebbe spinto ad uscire da quel locale circa una decina di minuti fa.

tuttavia, per quanto squallido, desolato e rustico, decide di tenersi saldamente incollato alla sedia e di attendere ciò che jisung gli ha promesso, un misterioso arrivo. non è poi così strano, per quegli altri due clienti che stazionano al bancone, trovarsi faccia a faccia con dei supereroi. un po' perché sono ubriachi, e li hanno beatamente ignorati, e un po' perché dannazione, anche loro avrebbero il diritto di farsi un bicchierino in compagnia, di tanto in tanto.

minho si guarda attorno. piccoli tavoli rotondi, qualche sedia di plastica, le pareti tappezzate da cornici e fotografie di cantanti famosi o giocatori di pallacanestro, un grande tavolo da biliardo, e appesta l'aria lo sgradevole odore di fritto della friggitoria accanto. alla cassa, stranamente, non c'è nessuno.
"la tua fenomenale conoscenza sarebbe un barista?" domanda lui, non riuscendo più a trattenersi, mentre l'altro alza gli occhi al cielo.
"la mia fenomenale conoscenza ci raggiungerà tra un minuto, pazienta un po'." risponde, alzandosi così dal suo sgabello per insidiarsi velocemente dietro il bancone, con un sorrisetto beffardo in viso e le mani sui fianchi.

l'altro lo fissa, dubbioso.
"posso offrirti qualcosa?" sbatte le ciglia, afferrando un lungo bicchiere per riempirlo di succo di frutta alla pesca, nel quale poi, versa un po' di vodka. minho storce il naso.
"ancora con la tua vodka fruttata?"
"è un classico, ti rifiuti di accettarlo."
"è un classico per i liceali, forse."
il castano sbuffa, scuotendo la testa, e manda giù orgoglioso un sorso della sua leggerissima bevanda, che può farci, a lui piacciono i sapori dolci, anche se, ultimamente sta rivalutando le cose acide. ammicca in direzione dell'altro eroe, nel momento in cui trova una bottiglia di martini.
"questo può andare bene?" chiede, e l'altro annuisce, restio, ma resta comunque ad osservarlo mentre gliene prepara un calice, e poi glielo passa.

"deduco tu conosca il proprietario." dice lee know, bevendo quello scadente martini come fosse acqua, e jisung gli annuisce con vigore.
"i proprietari." lo corregge, sollevando l'indice.
"ma sì, sono miei grandi amici, e uno di loro ci darà una mano." continua, fiducioso. si scambiano qualche sguardo, per poi abbandonarsi ai rispettivi bicchieri, in un piacevole silenzio che raramente, cala tra loro.

quando i due uomini se ne vanno, lasciando il locale completamente deserto, un ragazzo sbuca fuori da una porta di servizio. è bassino, ha dei folti capelli corvini ed indossa una maglietta nera molto, molto aderente, che ne risalta i muscoli ben definiti. sul suo viso, spiccano un paio di occhiali dai bordini neri, e si guarda attorno con le sopracciglia aggrottate. non appena nota i due supereroi, li indica freneticamente.
"han!" urla, e se non fosse per quel suo sorriso smagliante, minho la prenderebbe quasi per una minaccia, tanto forte è il suo tono di voce.

jisung gli si avvicina e lo abbraccia, ma la stretta del ragazzo misterioso è salda, tanto che per una manciata di secondi gli toglie il respiro. poi si sciolgono, lo afferra per le spalle, e lo squadra da capo a piedi con un cipiglio in volto.
"ma guardati, potresti fare il modello. guarda che vita stretta! se non fosse che sei alto un metro e un tappo, le passerelle farebbero proprio al caso tuo." si complimenta, tastando ogni centimetro del tonico corpo dell'amico, che separa le labbra, imbarazzato.
"ma senti chi parla! sei più basso di me!" lo rimbecca, tirandogli un buffetto sulla spalla, e minho li osserva senza dire una parola.

jisung allora, si schiarisce la gola e si volta, indicando l'altro eroe alle sue spalle, e il moretto riccioluto tende una mano, emozionato.
"sono changbin, il proprietario, e tuo grandissimo ammiratore. so che hai una forza sovrumana!" strepita, e l'altro annuisce, pensoso.
"piacere." risponde, lanciando poi uno sguardo dubbioso ad hanster, che in quell'istante, gli fa cenno di portare un altro po' di pazienza, e torna a sedersi al suo fianco, gonfiando il petto.

changbin si stiracchia, apparentemente intorpidito, e sospira mentre si sistema dietro il bancone, dando una pulita ai loro bicchieri con una pezza rossa pregna d'acqua.
"veniamo al dunque. hai detto che ti serviva una mano, di che si tratta?" domanda al castano, che si guarda attorno, come stesse aspettando qualcuno, e in effetti è proprio così.
"in realtà mi servirebbe chan." dice.
"cose da hacker, allora!" commenta l'altro, divertito, per poi sciacquarsi le mani.
"non sarà qui prima di una ventina di minuti, l'ho mandato a comprare un po' di ghiaccio." gli spiega, e gli eroi si scambiano uno sguardo veloce, pronti ad attendere quanto necessario.

"non importa, abbiamo tutta la notte." ammicca jisung, e minho sbuffa, ritrovandosi anche lui ad annuire, non hanno niente di meglio da fare, e per il momento, la punta delle sue orecchie pare piuttosto stabile. il proprietario scrolla le spalle, indicando il tavolino da biliardo.
"nell'attesa, vi va una partita?"

han scuote la testa, poco convinto.
"sai che non so giocare." risponde. lo trova un gioco sciocco, forse perché non ha mai vinto neanche una partita, e changbin è sempre stato un pessimo insegnante, probabilmente perché vuole sempre avere la meglio su di lui, e detesta perdere tanto quanto il suo amico. lee know, nel frattempo, si passa una mano tra i capelli, sono anni che non tocca un'asta da biliardo, ma non dovrebbe essere tanto arrugginito. perciò si alza, e picchietta l'indice contro la spalla ossuta dell'altro, ancora seduto.
tanto vale divertirsi un po'.

"è semplice, ti insegno io."


𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 • 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora