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una profonda riflessione, segue per minho l'arresto di un gruppo di uomini armati di pistole e celati da passamontagna decisi ingenuamente a rapinare una banca. l'eroe, infatti, si è reso conto che quei giorni passati a pianificare e meditare, ben poco fitti di azione, hanno fatto sì che sia lui che jisung perdessero un po' della loro prontezza.

e non può assolutamente permettere che ciò accada, per tale motivo, si trovano sul largo terrazzo di un palazzo della zona industriale, come da lui suggerito, pronto ad un allenamento intensivo. hanster, d'altro canto, non pare averne la minima voglia, ancora leggermente imbarazzato da quel bacio mancato che probabilmente, se non fossero stati interrotti, li avrebbe portati ad un altro tipo di attività fisica. ma lee know è pur sempre lee know, ed è convinto che la sua condotta morale lo avrebbe fermato in ogni caso: i supereroi non dovrebbero amoreggiare, specialmente tra loro, è una distrazione, ed è molto poco professionale.

perciò, scossa la testa per scrollarsene di dosso il ricordo, si tira i capelli all'indietro.
"ma dobbiamo proprio farlo?" sbuffa il castano, sbadigliando mentre indietreggia all'avvicinarsi dell'altro, che annuisce con convinzione.
"direi di sì, eri lento." risponde infatti. nella sua forma umana, jisung non ha esattamente quella che si definirebbe una prestanza fisica da olimpiadi. quando non si trasforma è lento, poco agile, e i suoi riflessi non sono pronti ed immediati come invece dovrebbero.
"questo non è assolutamente vero!" borbotta, imbronciato, e l'altro alza le sopracciglia.
"voglio solo vedere cosa sai fare quando non ti trasformi in un bufalo." sospira, avvicinandosi.

al che, han porta le mani sui fianchi, inarcando la schiena con la sua aria svogliata, e sguardo vagamente dubbioso.
"è il mio potere." mugola, evitando d'incrociare gli occhi del più alto, che getta il capo all'indietro, stanco del suo temporeggiare.
"non puoi affidarti solo a quello." ribatte.
è essenziale, che i supereroi siano pronti ad ogni evenienza, che si tratti di una temporanea perdita dei loro poteri, come può accadere, o che quel folle criminale dai capelli cremisi riesca effettivamente a costruire un marchingegno in grado di privarli di essi stessi, ma è un concetto che al bruno non pare chiaro.
"sì che posso."
"no, non puoi."

il battibecco s'interrompe nel momento in cui lee know sferra il primo colpo, tentando di colpire l'altro sull'addome, che in risposta prende le sembianze di un colibrì molto spaventato, volando direttamente alle sue spalle.
"ma che diavolo!" strilla, con disdegno.
"torna umano, han. voglio solo vedere di cosa sei capace!" lo rimprovera l'altro, voltandosi.
rassegnato, ad hanster non resta che confessare, con le braccia dietro la schiena.

"non so combattere, corpo a corpo." ammette, sbuffando infastidito, con una punta di imbarazzo nel tono di voce. minho spalanca le palpebre, aggrottando le sopracciglia con le braccia strette al petto, e pare tutto, tranne che felice.
"prego?" soffia, nervosamente.
"non farne un dramma, va bene? non mi serve saper fare a pugni, quando posso trasformarmi in un coccodrillo e stendere chiunque con una botta di coda." si lagna l'altro, muovendosi di qualche passo indietro, e si sbraccia prima di tacersi, nel momento in cui dalle iridi dell'eroe, il calore si spegne, raggelandosi di sconforto.
"non me." sibila. han alza gli occhi al cielo.
"non te." concorda, ricordandosi bene della sua cocente, prima sconfitta di soli pochi giorni prima.

"e non hwang, se è vero che ha un marchingegno che potrebbe sottrarre i nostri poteri." prosegue lee know, camminando nella sua direzione, reggendosi l'attaccatura del naso tra l'indice e il pollice, segno di un chiaro fastidio. può davvero, un dettaglio tanto piccolo, cambiare la sua opinione tanto drasticamente? jisung sente le dita tremare, e tossicchia, amaro.
"e tu ci credi?" domanda, scettico.
ma in questo caso, non si tratta di credere o non credere, si tratta di prevenire, piuttosto che curare. è da tempo ormai che hwang hyunjin si vanta della sua fenomenale creazione, che si tratti di una balla o meno, non ha il minimo senso correrne il rischio. minho lo osserva.
"ti aiuto a capire, jisung. immagina la situazione: hwang ci ha catturati, la sua macchina-strappa-poteri si rivela reale ed è perfettamente funzionante, e la usa su di noi. che possibilità abbiamo, se non sappiamo neppure combattere?" parla lui, lentamente, come stesse rivolgendo la parola ad un bambino, ma con molta meno pazienza.
in altre circostanze, non avrebbe reagito in questa brusca maniera, ma si tratta della sua nemesi, conosce il pericolo contro il quale si stanno gettando, forse a capofitto.

"devo essere pronto ad ogni evenienza, e tu non lo sei." tuona poi, ignorando lo sguardo interdetto dell'altro, confuso dalla velocità con cui tutto sta accadendo. fino a pochi minuti prima, erano in perfetta armonia. dio, qualche ora prima erano sul punto di baciarsi, e adesso? scoppiano in un litigio del genere come una bolla di sapone? allora lo fronteggia, arricciando le labbra.
"che diavolo significa?" ringhia, rigonfio di astio, non può comportarsi in questo modo, non è giusto, lui ha sempre fatto del suo meglio.

il moro scuote la testa, il suo respiro si fa corto, e neppure lui sa bene perché stia reagendo in maniera tanto brusca. forse, a spaventarlo non è tanto la prospettiva di fallire nel suo piano, ma piuttosto quella che il suo collega potrebbe farsi del male. e se jisung venisse ferito per una sua negligenza, per lo sciocco desiderio di tenerlo al suo fianco, non riuscirebbe a perdonarselo.
"significa che se non puoi affrontarlo anche senza i tuoi poteri, allora la tua presenza è solo d'intralcio al mio piano." si ritrova a sputare, una scusa per proteggerlo, che lo ferisce più di quanto lo avrebbe fatto un colpo in testa.

il cuore gli batte forte, ed hanster sente che potrebbe esplodere, da un momento all'altro.
"cosa? il tuo piano? è tanto mio quanto tuo, non riesco a crederci, non puoi fare una cosa del genere." grida, in una smorfia, e la voglia di mettergli le mani al collo non è mai stata tanta quanto in quell'istante, ma rimane immobile, congelato sul posto, così come l'altro, che abbassa lo sguardo, evitando il suo.
"non posso permettere che il piano vada male." dichiara, mascherando la sua incertezza con un tono piatto e serio.

all'eroe in rosso mancano le parole, si limita a stringere con forza i pugni. incredibile, pensare di aver provato dei sentimenti per una persona tanto insensibile.
"sei un vero bastardo." mormora, prima di andarsene, ed il cielo, come ad intendere la situazione, si fa nuvolo, e cade la pioggia.



stelline mie, come state? mi scuso per questo capitolo poco allegro, ma è necessario ai fini della trama !!

mi prendo un po' di questo spazio per ricordare a chiunque non avesse notato gli annunci/gli aggiornamenti che i primi quattro capitoli della mia nuova hyunlix sono stati pubblicati, e li trovate sul mio profilo. mi vergogno sempre ad auto-pubblicizzarmi, perciò taglio corto, limitandomi a ripetervi che si tratta di una angst alla quale tengo davvero molto, mi rendereste davvero felice se deste un'occhiata, ma ovviamente non voglio che nessuno si senta obbligato. detto ciò, vi auguro una buona serata, e ci vediamo al prossimo aggiornamento <3

𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 • 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora