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yang jeongin ha vent'anni da febbraio ormai, è un operatore di ripresa dai diciotto, il più giovane nel mestiere e si è sempre distinto per la sua perseveranza, la sua lealtà nei confronti di felix, unico giornalista per il quale sorreggerebbe per ore la propria telecamera in spalla, e la sua seccante cocciutaggine.

cocciutaggine che ad han jisung, ricorda molto la propria, ma per quanto siano un quadretto adorabile, lee know non ha la minima intenzione di perdere tempo appresso ad un civile.
"non so come spiegartelo, non abbiamo bisogno dell'aiuto di un ragazzino." dichiara allora, una volta per tutte, ponendosi di fronte ad hanster per mostrare un certo senso di dominanza sull'altro: è lui, che prende le decisioni tra i due, lui che decide o meno se serve una mano, e di sicuro, non è quella di un moccioso con ancora l'apparecchio ai denti. il suddetto sbatte una mano contro il muro contro il quale si è schiacciato, digrignando.
"ho vent'anni, non sono un ragazzino." replica, e minho si sbraccia, mettendosi le dita tra i capelli sotto lo sguardo stanco dell'altro.
"fantastico, hai vent'anni!" dice, ironico. jisung gli afferra il polso, con delicatezza, tentando di calmarlo e di dare al ventenne dai capelli arruffati una misera possibilità.
"tu ne hai ventiquattro." sussurra.

in effetti, la differenza d'età non è notevole, ma le loro situazioni non sono minimamente paragonabili, ed aggrotta le sopracciglia.
"io ho i superpoteri." risponde infatti, di getto, mentre l'eroe in rosso alza gli occhi al cielo.
"se vuole aiutare, che male c'è?" domanda, e jeongin annuisce, infilandosi le mani nelle tasche della sua gigantesca felpa, con lo stesso broncio in viso, vuole solo salvare il suo adorato felix.
"che male c'è? non è come noi, non ha poteri, non ha le nostre conoscenze e non condividerò informazioni di tale importanza con qualcuno di cui non posso fidarmi ciecamente. è solo un ragazzino, lo vuoi capire? un comune cittadino con una cotta per felix, ed io non ho il tempo di fargli da tata." tuona il moro, indicando il ragazzo in questione come non fosse accanto a loro, e le sue pupille si restringono, tanto è innervosito da quella faccenda. non riesce a capire, come jisung possa anche solo considerare di ascoltarlo, come possa avere tanta buona fede nei confronti di qualcuno che potrebbe addirittura essere una spia di hwang.

jeongin, con le guance rosse per la corretta supposizione circa la sua cotta, scuote la testa.
"non sono solo un cittadino. lavoro con felix, ho sempre lavorato con felix, e se felix è in pericolo, io voglio, devo aiutarlo." borbotta con fierezza, tirando su con il naso alla fine di quel piccolo discorso, e sotto la maschera scarlatta di hanster si dipinge una smorfia intenerita, ad ogni 'felix' che gli sente pronunciare. minho, d'altro canto, è inscalfibile, come un diamante, e gli punta un dito contro, spazientito.

lo trova irrispettoso, bambinesco.
"lo sai quante volte ho salvato felix? cosa ti fa credere che ci serva il tuo aiuto?" sibila orgoglioso, stringendosi poi le braccia al petto. jeongin alza un sopracciglio, sfidandolo.
"so che l'hai già salvato, ed ogni volta, ci hai messo meno di tre giorni. io l'ho sempre aspettato, con le mani in mano, ma stavolta so che non avete la situazione sotto controllo, ed io non starò più a guardare." annuncia, volente o nolente, lui avrebbe preso parte al l'indagine.

se c'è una cosa, che lee know ha sempre voluto evitare, è che i cittadini perdano fiducia nei suoi confronti, ed è proprio quello che sta accadendo. che sia così ovvio, che non hanno una traccia da seguire? o che jeongin sia solo accecato dalla sete di vendetta e dal desiderio di trovare felix? l'eroe indietreggia, con le labbra strette, e sta nuovamente al castano affiancarlo, cauto.

"puoi scusarci? solo per un secondo." mormora al cameraman, che annuisce e lo osserva trascinarsi dietro il corpo rigido di minho, dietro un paio di cassonetti. si guarda attorno, tirando fuori da una piccola cerniera del costume dell'altro, all'altezza del bacino, la loro lista di zone nelle quali non possono essere intercettati, constatando con un sospiro di sollievo che si trovano in una di esse.
"se vuoi cercare di convincermi, risparmiatelo." soffia il più alto, adagiandosi contro il mattonato alle sue spalle, e jisung sbuffa.
"ma potrebbe aiutarci!" risponde, stringendolo per i bicipiti mentre lo scuote, l'altro mugugna.
"sì, è quello che continua a ripetere." barbuglia a sua volta, afferrandogli con fermezza i fianchi, per arrestare i suoi movimenti. il bruno lo osserva, deglutendo mentre prende un altro respiro profondo, togliendogli le mani di dosso. quelle di lee know, tuttavia, restano ferme.
"pensaci solo un secondo. lavora in televisione, potremmo sfruttare la cosa a nostro favore, non ci hai riflettuto? no, ovviamente, parti sempre prevenuto!" lo rimprovera, in un sussurro per evitare che jeongin li senta.

minho allenta la presa, rilassando le sopracciglia quando un'idea sembra accenderglisi nella mente come una lampadina, ed annuisce.
"forse ho un'idea." afferma, aprendo finalmente gli occhi, se ben sfruttata, la presenza di un operatore di ripresa può essere vantaggiosa. hanster, allora, gli pizzica un orecchio e arriccia il naso, avvicinando di poco il viso.
"era la mia idea! ladro." brontola, gonfiando le guance, e l'altro scrolla le spalle. sente il respiro dell'altro solleticargli il mento, e nonostante la sua smorfia, lo trova stranamente carino.

un colpo di tosse li separa, jeongin li guarda con le braccia conserte ed aria impaziente. lee know si allontana per primo, raggiungendolo come niente fosse e ricambia il suo sguardo.
"bene, ragazzino."
"jeongin. yang jeongin." lo corregge, nuovamente, il più piccolo. l'eroe sospira, sperando di non pentirsene in futuro.
"allora bene, jeongin. ci aiuterai. ma a modo nostro, nulla di pericoloso, niente che metta a rischio la tua incolumità." spiega, fissandolo. jisung, alle sue spalle, segue le sue parole e si avvicina al moro con un sorriso rincuorante.
"dovrai fare esattamente ciò che ti diciamo."

e così, il loro piano prende finalmente forma.

𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐡𝐞𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐬𝐡 • 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora