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||Hyunjin||

Quando uscimmo dal piccolo posto sicuro che avevo trovato, Felix si ricongiunse momentaneamente alla sua famiglia. Vederli assieme, vederlo sorridere così tanto durante l'intera giornata... era stata la cosa che mi aveva reso più felice nella mia intera esistenza.

Feci per avvicinarmi, ma notai con dispiacere che si stavano già salutando, così decisi di aspettarlo al piano di sotto per non intromettermi in quel momento. Mi avviai verso l'ascensore. Le mie gambe, dopo un'intera giornata in piedi, sembravano non reggermi più.

Non appena entrai, premetti il tasto che indicava il piano terra, ma quando le porte fecero per chiudersi una mano le fermò facendole spalancare di nuovo.
Joon si posizionò poco distante da me e ripremette il pulsante senza dire una parola. Le porte si chiusero.

Non sapevo neanche che fosse al nostro stesso piano.

Feci un leggero passo lateralmente per allontanarmi un po' da lui che sembrava sempre così a suo agio intorno alla gente. Lo odiavo.
La sua faccia sorridente che tutti amavano, io l'avrei presa a pugni.
Ogni cosa di lui mi aveva sempre dato fastidio da quando lo conoscevo, ogni suo atteggiamento, persino il modo in cui scandiva le parole.

Ci fu una leggera turbolenza e poi la luce si spense lasciandoci completamente al buio. L'ascensore si bloccò.

"Merda." Imprecai a bassa voce.
Che cos'era? Uno scherzo del destino? Non stavo affatto ridendo.

Sentii Joon muoversi al mio fianco e poco dopo una luce fioca illuminò l'ascensore.

"Uso sempre la torcia del telefono in queste situazioni." Disse con l'aggeggio in mano.

"Sei un genio." risposi con tono sarcastico.

Era incredibile come anche il solo percepire la sua presenza mi facesse irritare. Sbuffai e mi sedetti a terra a gambe incrociate. Poco dopo anche lui mi seguì.

"Non mordo Hwang."

"No?"

"So che non ti sto a genio." Io mi limitai a fissarlo impassibile sperando che tacesse e che l'ascensore ripartisse.

"Ma potremmo sfruttare il nostro potenziale insieme."

"Ti ho già detto no, milioni di volte." Ancora con quella storia.

"E io continuo a chiedertelo." Il bello era che era vero. Ogni volta che l'avevo incontrato, lui mi aveva proposto di collaborare insieme a lui, ma avevo sempre rifiutato perché detestavo il modo in cui lavorava e perché sapevo che il suo intento sarebbe stato solo quello di usarmi per i suoi scopi. Io non ero in vendita.

"Non sarò la tua puttana." Dissi aspramente senza scompormi. Per pochi istanti la sua maschera sembrò vacillare e il suo angelico sorriso tremò.

"Hwang." Disse questa volta serio.

"Non sono una persona così orribile, mi dipingi come un mostro." Forse non era un mostro, ma era subdolo.

"Tu usi le persone. Usi le loro storie nel peggiore dei modi. Tu non trasformi i loro traumi per dargli nuova vita, tu li rendi permanenti."

Mi osservò in silenzio. La maggior parte della gente vedeva solo la parte positiva del mio lavoro. Non si rendeva conto dello schifo che si nascondeva dietro o chi fossero davvero le persone che ammiravano.

"Ti fai pagare a discapito della vita degli altri."

"Ti sbagli. Non immagini neanche quanta gente sia disposta a vendere se stessa. Io non rubo niente, io compro. Sono le persone a venire da me, tutte." Disse questa volta arrabbiato.

MUSE || HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora