||Jeongin||Volevo solo lavorare tranquillamente al mio progetto. Volevo entrare in aula, mettermi le cuffiette e annullarmi completamente. Volevo concentrarmi sulla mia scultura come se non ci fosse stato un domani e scacciare ogni pensiero intrusivo, ogni sentimento che non volevo provare, ogni volo che la mia mente avrebbe potuto fare.
Per questo odiavo quei due ragazzi che avevano apparentemente fatto sesso dopo una lezione la settimana prima e si erano fatti beccare.
Ogni studente all'interno di qualsiasi aula sarebbe stato, di lì in avanti, sorvegliato da un insegnante. Così il mio tentativo di lavorare in pace era miseramente fallito.
Io e la ragazza seduta poco distante da me, di cui non conoscevo il nome, a cui non avevo mai rivolto la parola e che sembrava volermi uccidere ogni volta che il mio sguardo cadeva erroneamente su di lei, non potevamo stare da soli senza supervisione, perché la scintilla della passione avrebbe potuto improvvisamente colpirci.
Per mia fortuna amavo l'aula di scultura più di ogni altra cosa, ma per mia sfortuna amavo anche il tizio che insegnava lì dentro e che ora era in silenzio in un angolo, con un foglio e una matita in mano. Avevo provato a ignorarlo.
Le cuffiette le avevo messe, mi ero tranquillizzato quasi come avrei voluto ed ero riuscito a concentrarmi sul blocchetto di argilla che avevo scelto e che dopo un'ora e mezza era diventato un uomo quasi completamente nudo. Eppure avevo alzato lo sguardo troppo spesso dalla mia postazione. Avevo incrociato il suo viso troppe volte e quando non lo avevo guardato io, avevo sentito i suoi occhi su di me.
Speravo di averlo immaginato soltanto e allo stesso tempo morivo dalla voglia di sapere che anche lui si sentisse veramente come mi sentivo io: completamente e inspiegabilmente legato a lui.
"Jeongin amore, siamo passati a salutarti."
La voce di mia madre richiamò la mia attenzione dallo stipite della porta.Accanto mio padre stava studiando la maniglia come se fosse un vero e proprio reperto storico.
Li salutai di rimando senza un briciolo di sorpresa. Quasi ogni settimana passavano a ispezionare e salutare chiunque, pensando di essere al pari della casata reale Inglese.
"Yul ci ha detto che ti avremmo trovato qui."
Ancora mi faceva strano sentire chiamare il direttore in modo così poco formale, non ci facevo proprio l'abitudine. Lui e i miei genitori erano apparentemente grandi amici da sempre, mentre io... forse non gli avevo neanche mai rivolto la parola.
"Siamo passati per fare una donazione."
"Un'altra?" Chiesi confuso. I ricchi.
Era la terza donazione che facevano all'accademia.Io amavo i miei genitori, ma a volte mi chiedevo perché non potessero comportarsi da persone normali e magari, se davvero volevano donare dei soldi a qualcuno, perché non darli in beneficenza a chi li avrebbe trovati davvero utili?
"Certo, non vorremmo che questo posto ti cadesse addosso." Commentò mio padre che probabilmente non aveva davvero mai visto una maniglia. Pensandoci meglio, tutte le porte di casa nostra erano automatiche.
"Ma se è stato ristrutturato l'anno scorso."
"Ad ogni modo caro, ti aspettiamo a cena nel weekend." Si intromise mia madre.
"Certo, lo so." Sbuffai controvoglia.
"E per favore indossa il vestito nero che ti ho comprato."
Giusto. Il vestito era un semplice straccetto. Un McQueen originale a dirla tutta. Camicia, pantalone, giacca e cintura. Niente scarpe questa volta, avrei dovuto usare quelle comprate due settimane prima.
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MUSE || Hyunlix
FanficHai presente quando inizi ad odiare quello che hai sempre amato fare? Hwang Hyunjin, uno dei più famosi artisti del mondo, da anni ormai non sente più quella vibrante sensazione che dovrebbe regalargli la vita e persino il suo cuore pare non batter...