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||Felix||

Niente poteva farmi stare meglio della pittura. Ogni volta che avvicinavo il pennello alla tela era come se tutto intorno a me sparisse. Eravamo io e la mia arte, il resto non contava e i miei problemi venivano risucchiati dai colori e dalle curve che tracciavo facendomi guidare dall'istinto. Era come se potessi finalmente esprimere quella parte di me che rimaneva sempre nascosta e che avevo un disperato bisogno di tirare fuori. La gente non lo capiva, ma potevo immaginare il perchè. Sembravo sempre così tranquillo, con l'aria di una persona senza troppi pensieri, eppure avevo così tante cose da esprimere. A volte erano sentimenti così spaventosi e profondi da farmi quasi paura, ma l'arte era il mezzo che usavo per affrontarli e affrontare me stesso.

Quella tela però, sarebbe stata decisiva per me, perché se fosse stata all'altezza delle aspettative della commissione che avevo davanti, sarei potuto entrare all'Accademia d'Arte di Seoul. Praticamente il sogno della mia vita.
Tutta la mia esistenza si era basata su questo posto. Ero andato a scuola, ero uscito con il massimo dei voti solo per ottenere una borsa di studio e arrivare a questo momento. L'Accademia sarebbe potuta diventare il mio trampolino di lancio e finalmente sarei diventato un famoso artista e avrei viaggiato per il mondo. Avevo sempre sognato di andare in Italia.

Mi fermai per pulirmi le mani dalla pittura e osservai il mio dipinto. Non sempre ero soddisfatto delle mie opere, ma quella volta sorrisi. Era come volevo io. Una distesa scura, immersa nell'ombra. Avevo usato pennellate decise, ma l'effetto sfumato e confuso che avevo creato era proprio come volevo che venisse, con una figura nera al centro, che spariva nel buio. Mi guardai attorno per vedere i lavori degli altri. Non eravamo in tanti a fare la prova quel giorno, avevo due ragazzi alla mia destra e altri due alla mia sinistra e tutti e quattro avevano già finito il loro lavoro da un po'.

Fui l'ultimo a posare il pennello e ad allontanarsi dalla tela.

Avevamo tutti lavorato in modo diverso. Chi aveva usato acquerelli, chi carboncini, chi aveva usato colori accesi e chi colori spenti. Per me erano tutti bellissimi. Uscimmo dalla sala e aspettammo un verdetto dai quattro commissari che, potevo vedere attraverso il vetro, stavano girando attorno alle nostre tele. Iniziai ad agitarmi un po'.

"Lee Felix giusto?" disse il ragazzo che aveva dipinto di fianco a me.
"Ehm, sì sono io, come fai-?"
"A sapere il tuo nome? L'ho letto sulla lista in entrata e sei l'unico che non conosco qui." Disse sorridendo.
"Piacere comunque io sono Han Jisung." ricambiai la sua stretta di mano.
"Ho visto la tua tela, acquerelli giusto?"
"Proprio lei, amo gli acquerelli. La tua era davvero bella comunque."
"G-grazie." arrossii un po' perché non ero abituato a condividere la mia arte con gli altri.
Lo so, una cosa stupida visto che il mio sogno era proprio riuscire a far vedere al mondo i miei lavori, ma appunto, era un sogno.

"Speriamo che quest'anno siano buoni con noi. Quel tipo..." disse indicando uno dei ragazzi nella sala  "è stato già rifiutato tre volte. Non ti dico quanti soldi ha speso per tornare qua di nuovo, anche se non si fa troppi problemi, è ricco."
"Oh"
"Qui sono tutti ricchi in realtà." rifletté ad alta voce.
"Sono davvero così cattivi alla commissione?"
"Cattivi è un eufemismo, quelli ti sbranano amico."

Iniziavo davvero ad avere paura. Era come se ogni cellula del mio corpo stesse ballando il tip tap.

"Oh ok, calmati Lix, posso chiamarti Lix? Comunque, la tua tela era proprio bella vedrai che sarai l'unico che ammetteranno. Insomma, spero che ammettano anche me perché ho risparmiato per tutta la mia vita per arrivare fin qua, però fa niente, la tua tela era proprio bella, sarei contento se entrassi tu al mio posto."
Jisung parlava molto in fretta, e sembrava molto impacciato, eppure trovai che fosse simpatico. Non so come, ma riuscii a riprendere il controllo di me stesso e la paura passò.
"Grazie Jisung, spero che entreremo entrambi."

Quando i commissari uscirono dall'aula il tempo si fermò. Passarono lo sguardo su tutti noi con una calma che mi fece tremare le ginocchia.

"Si Woo" disse uno di loro a voce alta, mentre il ragazzo di cui mi aveva parlato prima Han fece un passo avanti speranzoso.
"Sono quattro anni che ti diciamo di non tornare e sono quattro anni che continui a provarci. Dal prossimo diventeranno cinque. Ti prego non farci perdere altro tempo. Puoi andartene."
Deglutii dalla sorpresa.
Davvero c'era bisogno di essere così cattivi? Lo avrebbero fatto anche con me?

"Han Jisung" Han fece un passo avanti.
"Congratulazioni, il tuo lavoro ci ha davvero colpiti, spero tu non deluda le nostre aspettative in corso d'anno." Guardai Han sorridendo, era proprio felice. Si girò verso di me augurandomi buona fortuna prima di prendere le sue cose e  uscire. Io intanto stavo morendo di paura. Il mio destino dipendeva tutto da quel momento.

I due ragazzi a fianco a me furono rifiutati e rimandati a casa, con tanto di battute infelici sui loro baffi a manubrio. Avrei voluto provare pena per loro, ma quei baffi erano proprio brutti.
"Lee Felix" Feci un passo avanti con le mani che tremavano lungo i fianchi.
"Ci hai stupiti. L'utilizzo dei colori, la tua tecnica... hai del potenziale ragazzo. Non tutti sanno esprimersi tramite la pittura come fai tu. Speriamo di rivedere tuoi nuovi lavori."
"Aspettate, quindi sono passato?"
"Si  ragazzo, e ora scusaci ma abbiamo un importante meeting."
Rimasi da solo, con la bocca aperta.
"Sono entrato." dissi ad alta voce prima di ripetermelo in testa una ventina di volte.

"Sono appena entrato all'Accademia."sorrisi.

...

Non potevo crederci. Era il mio primo giorno all'Accademia d'Arte di Seoul.

Jisung, dopo aver saputo della mia ammissione, mi aveva chiesto se volessimo essere compagni di stanza, così avevo accettato e avevamo mandato una richiesta alla scuola. Quando ci arrivò il numero della camera fummo entrambi sorpresi di sapere che avremmo avuto un terzo coinquilino.
"Sei pronto Lix?" mi disse proprio davanti all'entrata dell'Accademia.
"Prontissimo, anche se sto morendo di ansia."
"Chissà come sarà il nostro compagno di stanza. Pensa che il mio amico Minho-"
"Minho?" chiesi.
"Si" rispose lui arrossendo "Ho un amico che studia qui da due anni, ed è molto bravo sai? Lui conosce tutti qui, ma quando è arrivato si è ritrovato in stanza con un ragazzo che non conosceva e a quanto ne so sono molto amici ora."
"Beh speriamo sarà così anche per noi, sono fiducioso."
"Mi piace la tua positività Lix, io invece sono terrorizzato. A scuola mi bullizzavano sempre e ho la continua paura che possa succedere di nuovo. Anche se certamente adesso saprei come reagire. Forse."
"Scusa e perché mai avrebbero dovuto bullizzarti?"
"Per le mie guance."
"Le tue..." Jisung gonfiò le guance davanti a me e scoppiai a ridere.
Sembrava davvero un palloncino, ma lo trovavo carino, di sicuro non l'avrei mai preso in giro.
"Se le buchi con uno spillo esplodono." aggiunse ridendo anche lui.
"Dai entriamo."

Quando entrammo nella nostra stanza trattenni il fiato.
"Wow, è vero che questo è un posto per ricchi."
"Te l'avevo detto io. Menomale che ho trovato un poveraccio come te, mi sento meno solo." si buttò su uno dei tre letti a baldacchino e rimbalzò un po' sul materasso.
Il soffitto intarsiato e le pareti erano in legno, illuminati dalla luce che entrava dalle due grandi finestre in fondo alla stanza.
"Guarda, pure il bagno è enorme!" Indicai a Jisung che era ancora sdraiato a godersi il morbido materasso.
"Un giorno Lix sarò ricco e questa stanza non mi sembrerà che uno sgabuzzino."
Scoppiammo a ridere tutti e due quando sentii la porta aprirsi e un ragazzo dai capelli neri, con una grande valigia. entrò.

"Ciao" disse con poco fiato.
"Hey hai bisogno di una mano?" Io e Jisung andammo verso di lui per aiutarlo a portare dentro il suo bagaglio.
"Scusate, avrei dovuto prendere l'ascensore." Provai a spostare la valigia.
"Wow, ma cosa hai messo qui dentro?"
"Argilla" disse con fare un po' colpevole.
"Oh sì amico, avresti dovuto prendere l'ascensore." aggiunse Han.
"Dammi Lix." Prese la valigia dalle mie mani e portò dentro il bagaglio, vicino all'ultimo letto libero.
"Grazie ragazzi. Piacere comunque, io sono Jeongin, ma tutti mi chiamano Innie."

Ciaooo <3
Come state? 💞
Questa è la prima Hyunlix che scrivo, spero che ne esca qualcosa di carino e soprattuto che il primo capitolo non vi abbia troppo annoiato, ma avevo bisogno di contestualizzare la storia.
Niente, fatemi sapere come vi sembra.
Ciauu

MUSE || HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora