BETTY
Indosso un abito in maglina attillato e mi guardo allo specchio, reprimendo l'impulso di coprirmi la pancia. Non sono magra, nonostante io abbia perso dieci chili in poco più di due mesi ho comunque un sacco di curve e il mio ventre non è piatto.
Sono piena di cellulite, curve da ogni parte e seno che non sta mai in nessuna maglietta. Non sembro affatto una ragazzina di diciassette anni, ma una donna molto più matura. Il mio corpo mi ha sempre creato dei problemi, un po' lo odio e un po' odio gli altri che mi fanno sentire a disagio nella mia pelle.
Mi fanno sentire invisibile o sotto un faro, come se fossi un animale in una gabbia allo zoo. È odioso, opprimente e mi fa sentire sempre fuori posto. Perciò, so già cosa mi dirà mia madre quando scenderò al piano di sotto.
Prendo la borsetta dal letto e ci infilo dentro il telefono, le chiavi e un lucidalabbra, poi corro al piano di sotto dove mi infilo un paio di stivaletti fino alla caviglia. Allison mi corre incontro e mi guarda da dietro i suoi occhiali tondeggianti.
«Dove vai? Devi leggermi la favola della buonanotte» protesta.
Misha gattona sul pavimento del soggiorno e Inez corre da lui, togliendo ogni oggetto che potrebbe essere potenzialmente pericoloso. Mi raddrizzo e lancio uno sguardo ad Augustine, la più grande di loro tre. Ha solo dieci anni, ma anche lei sta imparano a crescere troppo in fretta.
«Stasera non posso, Allie».
«Esci di nuovo?»
È mia madre quella che parla. Sbuca fuori dal suo studio vestita di tutto punto, probabilmente sta ancora lavorando e andrà avanti fino a notte inoltrata. È quello che succede quando sei nel consiglio d'amministrazione di una grande multinazionale.
«Vado a una partita con Aveena».
Mamma mi squadra con un sopracciglio inarcato e io rabbrividisco sotto il suo scrutinio. Mi mette terribilmente a disagio, non riesce mai a nascondere la sua disapprovazione quando mi guarda e lo odio. Mi schiarisco la gola e mi chino per accarezzare la testa di Misha che si sta arrampicando sulla mia gamba, mi cuccia la pelle come se fossi una caramella.
«E io come diavolo dovrei fare con i bambini?»
Sbatto le palpebre e cerco di mantenere un'espressione rilassata.
«Non lo so, magari potresti staccare ora dal lavoro. Dopotutto sono le sei di sera».
È quasi ora di cena e non c'è un singolo piatto pronto, di solito ci penso io così come penso alla colazione e al pranzo. Seguo le ragazze e le aiuto con i compiti. Faccio tutto io, da quando Chase è andato al college quattro anni fa sono diventata l'adulto di riferimento in questa casa.
Peccato che io sia solo un'adolescente. Mamma si avvicina e mi fissa con disprezzo, Augustine ci raggiunge e si infila tra di noi. I capelli castani sono raccolti in una crocchia e la maglietta che indossa è sporca di cioccolato, ma lei non sembra notarlo.
«Ci penso io, tu va pure, Liz».
Poso le mani sulle spalle della mia sorellina e mi sento in colpa, ha solo dieci anni.
«Torno presto, promesso. Puoi chiamarmi, se hai bisogno di me».
Lei annuisce e mi rivolge un sorriso, senza coinvolgere gli occhi verdi però. Do un bacio anche agli altri e mi allontano, sono arrivata alla porta quando mamma mi richiama.
«Elizabeth, non hai il fisico per vestirti in quel modo. I ragazzi ti guarderanno solo per prenderti in giro e ricordarsi che cosa non desiderano, non tornare da me a piangere quando diventerai lo zimbello della scuola».
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Because Of Her
Teen FictionElizabeth West ha passato tre anni a cercare di essere invisibile alla Weston High. Mentre le sue amiche si affannavano per conquistarsi un posto d'élite nella scuola, lei si limitava a tenere un profilo basso. Fino a quando, per un caso inaspettato...