JOSH
Betty è incazzata. Lo capisco quando apro la porta e mi ritrovo davanti il suo viso contrito. Saluta mia madre e la trascino in camera mia. Si sono già viste altre volte, quindi non perde tempo in convenevoli.
Chiudo la porta della mia stanza e allaccio le braccia al petto. Lei mi ignora, scosta la sedia dalla scrivana e ci si lascia cadere sopra. Indossa una delle sue gonne ampie fino alla caviglia e un maglioncino, ai piedi un paio di Converse che hanno visto tempi migliori.
«D'accordo» borbotto. «Cosa succede?»
Mi ignora e prende il quaderno dalla borsa, ha portato anche il suo computer e lo posiziona sulla scrivania accanto al mio.
«Bets?»
Si volta e indica la sedia al suo fianco.
«Siediti, Josh. Non migliorerai la tua media perdendo tempo».
«Non sto perdendo tempo, sto cercando di capire cosa c'è che non va. È tutto il giorno che sei strana».
Mi sono reso conto che qualcosa non andava quando ci siamo sentiti prima per messaggio. Ormai la conosco bene, colgo anche la minima variazione d'umore in base a come scrive ed è una cosa che mi lascia sempre perplesso.
Non sono mai stato in grado di leggere nessuno, io non sono proprio bravo a leggere e basta, ma con lei ci riesco. Fin troppo, direi, dato che per la maggior parte delle volte leggo qualcosa che non mi piace per niente. Mi avvicino e mi siedo accanto a lei.
Profuma di fragole e ciliegie come sempre, le guance sono rosee e le labbra rosse arricciate in una smorfia. I miei occhi ci si incollano un po' troppo a lungo. Mi schiarisco la gola e lei si volta, i suoi occhi azzurri si fissano nei miei.
«Sul serio, Bets. Non inizierò questo stupido saggio fino a quando non mi dici cosa c'è che non va».
Non voglio avere questioni in sospeso con lei, non lo sopporto e non intendo creare un precedente.
«Non lo so, Josh. Possiamo chiederlo a Billie magari» sputa fuori.
Mi irrigidisco e mi raddrizzo sulla sedia.
«Cosa c'entra Billie adesso?»
Sbuffa e lancia una penna sulla scrivania, atterra con un tonfo e rotola oltre il bordo ma nessuno si prende la briga di raccoglierla.
«Non lo so, dovresti dirmelo tu dato che ha postato una foto su Instagram dove sembrate piuttosto intimi».
Cazzo, non l'ho ancora vista perché sono stato impegnato tutto il giorno e non ho avuto il tempo di guardare i social. Prendo il mio telefono e apro l'applicazione, clicco sulla sua immagine del profilo e mi si apre la foto di noi due.
Siamo nello sgabuzzino, non so nemmeno quando diavolo l'ha scattata. Potrebbe esserci chiunque con lei, se non fosse per il dettaglio dei capelli rossi e delle lentiggini. Merda.
«Magari è una foto vecchia» borbotto.
Betty sbuffa e incrocia le braccia al petto.
«Non insultare la mia intelligenza».
«Non lo faccio, mi domando solo quale sia il problema. Io e te non stiamo davvero insieme, a te non frega un cazzo di me» le ricordo.
L'ultima frase la fa sussultare e forse è a causa della rabbia che ci metto dentro, ma non riesco a nascondere quello che sento. Betty si alza e inizia a camminare per la mia stanza.
«Sul serio, Josh? Non me ne frega niente di te?»
Sembra ferita da queste parole e mi sento subito in colpa. Questa cosa si sta ingarbugliando troppo.
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Because Of Her
Teen FictionElizabeth West ha passato tre anni a cercare di essere invisibile alla Weston High. Mentre le sue amiche si affannavano per conquistarsi un posto d'élite nella scuola, lei si limitava a tenere un profilo basso. Fino a quando, per un caso inaspettato...