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BETTY

«Quindi è questo che fai quando dici che passi il tempo con le tue sorelle? La baby-sitter?»

Sbircio alcuni capi appesi davanti ai miei occhi e cerco di trovare una risposta alla domanda di Josh, siamo venuti al centro commerciale dopo pranzo e ho potuto farlo solo perché la vera baby-sitter oggi era disponibile a occuparsi dei miei fratelli. 

Ne abbiamo una perché io non ho la patente e non posso scarrozzarli in giro dalla mattina alla sera, altrimenti sono sicura che i miei ne farebbero a meno. Chase non mi ha ancora richiamata e la cosa mi da sui nervi, è il fratello maggiore e se ne sbatte di quello che succede a casa.

«Una cosa del genere» mormoro.

«Non mi hai mai detto quanti siete».

Mi sposto per guardare alcuni abiti e scoprire che la mia taglia non c'è. Inizio a sentire il disagio montare dentro, non riuscirò mai a infilare le mie curve in nessun vestito di questi e odio che Josh sia qui ad assistere a tutto ciò. Fingo di non essere colpita da alcun capo e mi volto.

«Andiamocene, non mi piace nulla».

«Perché continui a guardare quelle gonne da contadina degli anni '50».

«Io non indosso donne da contadina!»

Josh alza gli occhi al cielo e mi segue in un altro negozio, ho cercato su internet alcune informazioni sui negozi e questo fa di me una psicopatica, ma così ho scoperto che questo ha una sezione per le donne curvy ed è lì che mi dirigo a passo di marcia. Josh mugugna qualcosa sul fatto che continuo a cercare abiti da campagnola, ma io lo ignoro. Inizia a darmi sui nervi.

«Scusami, non credevo di essere venuta a fare shopping con Karl Lagerfeld».

«Chi diavolo è Karl Lagerfeld?»

Alzo gli occhi al cielo.

«Comunque siamo sei fratelli, io sono la seconda. Chase è all'ultimo anno di legge alla Penn State, poi c'è Augustine che è all'ultimo anno di elementari e le più piccole sono Ines e Allison, due pesti inarrestabili che vanno ancora all'asilo. L'ultimo è Misha, ha un anno».

Josh sbatte le palpebre e mi fissa sconcertato.

«Wow, deve essere un casino. Io a volte mi lamento di Aimee».

Già, non ha idea di quanto sia caotico avere cinque fratelli. A volte, mi sento la loro madre e provo una profonda solitudine che mi fa sentire patetica. Non sento di avere un alleato in nessuno di loro, i più piccoli mi vedono come una governante e Chase non mi calcola di striscio.

«Non ne hai idea, non c'è mai un momento di silenzio in quella casa».

«E i tuoi dove sono?»

«Pensano alla carriera e lavorano un sacco, d'altronde sei figli non si mantengono da soli e mio padre è una macchina da soldi».

Da che io ricordi, ne è sempre stato ossessionato. Josh mi fissa in preda alla confusione e io decido di chiudere quel discorso, la mia situazione familiare è abbastanza deprimente quando ci penso, non ho bisogno di parlarne con qualcuno che me lo confermi. Sbuffo e lancio una felpa in un mucchio con un gesto di stizza.

«Qui non c'è niente» sbotto. «Non capisco perché non posso vestirmi con le mie gonne e i miei cardigan, a me piacciono».

«Perché sembri una cinquantenne, Bets».

Gli tiro uno schiaffo e lui ridacchia.

«Facciamo così, va' a cercare un camerino e io ti porto un po' di cose da provare».

Because Of HerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora