JOSH
Mi esplode la testa e non riesco ad alzarmi dal letto. Non mi ricordo nemmeno come sono arrivato a casa, so che mi sono svegliato stanotte nel mio vialetto l'auto era parcheggiata davanti a me.
Avevo addosso solo la casacca di Chandler e il telefono era gettato sul prato poco distante. Ho la nausea e mi gira la testa, mi sforzo di ricordarmi qualcosa di ciò che è successo ma ho dei ricordi un po' confusi.
Mi ricordo solo che Mitch mi ha dato quello che gli ho chiesto e che poi ho iniziato a sentirmi bene, euforico persino. Come se potessi fare e dire qualsiasi cosa, a briglie sciolte. Oggi mi sento uno schifo, però. Mi sembra di essere stato investito da un treno ad alta velocità e mi pulsano le tempie.
Mia madre ha portato Aimee dalla nonna, quindi sono a casa da solo e ne sono felice perché non saprei come giustificare lo stato pietoso in cui mi trovo. Mi alzo e vado in bagno, mi sforzo di fare una doccia anche se mi sento le gambe e le braccia pesanti. Mi tolgo i boxer e mi infilo sotto il getto caldo, faccio la doccia più rapida di sempre e mi asciugo ancora più in fretta.
Quando torno in camera, mi infilo un paio di boxer puliti e i pantaloni di una tuta, poi mi siedo sul letto e mi sforzo di ricordare quello che è successo dopo che ho portato Betty fuori dal salone. Forse abbiamo discusso, ma ero un po' fuori di me e non sono sicuro di quello che ci siamo detti.
Non so nemmeno com'è tornata a casa e sento la preoccupazione montare dentro. Si è fidata di me e io l'ho mollata a una festa, senza preoccuparmi di come sarebbe tornata a casa.
Che cos'ho che non va? Mi sfrego gli occhi e afferro il telefono dal comodino, apro la chat con il suo nome e arriccio le labbra in una smorfia. Non c'è nessun messaggio. Decido di scriverle per primo.
Josh: Stai bene?
Passano dieci minuti durante i quali decido di provare a scendere al piano di sotto a prepararmi qualcosa da mangiare, opto per un panino che divoro così velocemente da spaventarmi. Sto morendo di fame, non mi è mai successa una cosa del genere. Il mio telefono vibra e lo afferro di corsa.
Betty: Bene.
Fisso quella semplice parola e sento il petto stringersi. Ho di sicuro fatto o detto qualcosa ed è arrabbiata con me, la conosco bene.
Josh: Come sei tornata a casa ieri?
Betty: Uber.
Fantastico, si limita ai monosillabi. Stringo il telefono più forte.
Josh: Mi dispiace, Bets. Scusami.
Non so nemmeno per cosa mi sto scusando, il semplice fatto che io mi sia sballato sapendo di doverla riaccompgnare a casa direi che è più che sufficiente. Lei non mi risponde e il mio umore peggiora, seguendomi come una nuvola oscura per tutto il giorno.
Mi butto sul divano e passo tutto il pomeriggio a fare zapping alla televisione, guardo una partita della lega di football canadese e poi passo a un po' di hockey, non mi faccio mancare nemmeno il basket. Non mi ricordo niente di quello che ho visto e mi sento strano. Decido di darmi una svegliata e di provare a rimediare a questo casino.
Mi infilo una felpa e afferro le chiavi dell'auto dal bancone, poi esco. Non ho la forza di correre oggi, anche se non salto mai un giorno di allenamento di solito. Mi sento troppo stanco, come se qualcuno avesse premuto un interruttore. Guido fino a casa di Betty e lascio l'auto nel suo vialetto, scendo e mi incammino alla porta.
Suono il campanello e aspetto che qualcuno venga ad aprire. Stavolta non è sua sorella quella che mi accoglie, ma lei. Betty spalanca la porta e punta su di me i suoi occhi azzurri. Indossa un paio di pantaloncini e una maglietta di qualche taglia più grande, i piedi nudi. Mi guarda negli occhi e sospira.
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Because Of Her
Teen FictionElizabeth West ha passato tre anni a cercare di essere invisibile alla Weston High. Mentre le sue amiche si affannavano per conquistarsi un posto d'élite nella scuola, lei si limitava a tenere un profilo basso. Fino a quando, per un caso inaspettato...