JOSH
È un piano folle, assolutamente insensato, ma non posso dire di no a Betty e non posso lasciarla sola a mettersi in ridicolo per un ragazzo che non la merita. Non che io la meriti, sono un pezzo di merda e per la maggior parte del tempo sono così fatto da non sapere da che parte sono girato, ma ci tengo a lei.
Siamo amici, non potrei mai farle del male in quel modo. Scendo dall'auto e mi incammino verso la scuola con passo lento, praticamente mi trascino. Mi sto allenando troppo, sto mangiando male e dormendo peggio. Il mio corpo sta protestando, ma io continuo a non dargli ascolto perché voglio una dannata borsa di studio.
Dato che non so fare altro nella vita, portare il mio corpo al limite e puntare sullo sport è la mia unica possibilità.
Spengo la sigaretta e la getto in un cestino, poi mi fermo quando vedo Kane nel suo solito punto vicino all'ingresso. Sta parlando con Mitch e con un tizio che è entrato in squadra quest'anno. Mose, Moore o qualcosa del genere. Un nome del cazzo con la M, il che non è niente di buono dato che ogni coglione da queste parti ha un nome che inizia con quella lettera.
«Josh, amico, dove diavolo corri?» urla Mitch.
Non lo sopporto e ho i miei motivi. Il modo in cui ha trattato i miei amici l'anno scorso è ancora scolpito nella mia mente. Kennedy e Chandler ora stanno bene e sono felici, sono ancora insieme e si sono lasciati tutto questo alle spalle, ma io non mi dimentico di quanto sia stato stronzo con loro solo perché erano una coppia omosessuale. Questo tipo è un bastardo.
«Sono in ritardo» rispondo, ma mi fermo un attimo.
Kane mi lancia uno sguardo, si scosta i capelli scuri dalla fronte e si appoggia contro il muro.
«Venerdì giochiamo contro la Easton High, in casa loro. Cosa facciamo dopo? Io dico festa a casa mia».
«Non lo so, Kane. Probabilmente perderemo» rifletto.
«Non dire cazzate».
È il novellino a parlare, lo fisso con un sopracciglio inarcato e lui stringe gli occhi neri. È più basso di me, ma ben piazzato. Mitch schiocca la lingua contro il palato.
«Già, Moore ha ragione, possiamo fargli il culo, Josh. Sarebbe utile se tu fossi concentrato».
«Io sono concentrato».
Mi alleno tutto il cazzo di giorno, sono ossessionato dalla borsa di studio. Di che diavolo parla?
«Non è quello che dice Billie, a quanto pare non fate che scopare».
Mi irrigidisco e proprio in quel momento, lei ci passa accanto. Ancheggia nella sua gonna della divisa un po' troppo corta, i capelli castani sono legati in una coda mossa e gli occhi verdi sono truccati un po' troppo pesantemente.
Mi strizza l'occhio e si allontana, come se sapesse che ho appreso le voci che ha messo in giro. Mi viene voglia di urlare. Me la sono scopata una volta all'inizio dell'estate, la sera prima che partissi per andare a Nashville.
Ero stressato, lei mi ha chiesto di uscire e fisicamente mi piaceva. Sono un adolescente con gli ormoni a palla, tutto ciò che mi arrapa è scopabile, che cazzo. Non è la donna della mia vita, non le ho mai promesso niente.
Mi lascio scappare un'imprecazione e mi raddrizzo, proprio in quel momento vedo la mia ancora di salvezza camminare verso di me con le cuffie nelle orecchie e lo sguardo basso. Betty non mi ha ancora visto, ma io sto per mettere in azione il nostro piano.
La afferro per la vita e la trascino contro il mio petto, le scappa un gridolino e i ragazzi sembrano sorpresi. Ci hanno sempre visti insieme, ma mai così.
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Because Of Her
Teen FictionElizabeth West ha passato tre anni a cercare di essere invisibile alla Weston High. Mentre le sue amiche si affannavano per conquistarsi un posto d'élite nella scuola, lei si limitava a tenere un profilo basso. Fino a quando, per un caso inaspettato...