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BETTY

Oh. Mio. Dio.

Josh mi ha baciata e si è dichiarato. Non ho fatto altro che rigirarmi nel letto per tutta la notte e pensarci e ripensarci. Non so cosa diavolo gli sia preso, ma sembrava sincero e io ho provato una strana sensazione.

 Qualcosa che non avevo mai provato prima. Una specie di scossa, una scarica di brividi così forte che mi sono sentita sul punto di tremare davvero. E mi sono spaventata, mi è scattato dentro una specie d'istinto di autoconservazione che mi ha chiesto di fuggire, di mettere della distanza tra di noi. Ma più sto lontana da Josh, meno me lo tolgo dalla testa. 

Mi sfioro le labbra e sento ancora il calore delle sue, il suo sapore. 

Non mi ha baciata come fa Kane, mi ha marchiata e non sono sicura che la cosa dovrebbe piacermi quanto mi piace. Dannazione, è Josh. Cosa dovrei fare? 

Scendo dal letto e mi precipito in bagno, mi lavo in fretta e mi infilo la divisa della scuola. Sono in ritardo e devo preparare la colazione alle mie sorelle, papà è a casa per le vacanze invernali e le porterà a scuola, ma non sono sicura che penserà anche al cibo. 

Scendo al piano di sotto e sento la risata di Augustine riecheggiare in cucina. Quando la raggiungo, mi blocco sui miei passi.

«Buongiorno, tesoro» esclama papà. «Pancake?»

Deglutisco e faccio un cenno d'assenso, guardandomi intorno con circospezione. Sono tutti seduti intorno all'isola, manca solo mamma che probabilmente è già al lavoro. 

Mi avvicino e mi accomodo, prendo il piatto che mi porge papà e mi ci avvento sopra in silenzio. Sono piuttosto scioccata da quello che sto vedendo, di solito spetta a me sfamare tutti quanti.

«Com'è andato il ballo?» mi chiede.

Soffoco un lamento. Kane mi ha mandato già due messaggi stamattina, vuole sapere perché ieri mi sono fatta accompagnare a casa così presto, ma onestamente non so che risposta dargli.

«Bene, mi sono divertita».

«Lizzie ha un ragazzo» lo informa Augustine.

«Ma davvero?» borbotta papà.

«Non è niente di che, usciamo insieme da poco».

«Io preferisco il suo migliore amico Josh».

«Augustine» sibilo.

Lei alza le spalle e riprende a mangiare. Mio padre non c'è mai, non mi va di condividere i fatti miei con lui. Dubito anche che possano interessargli davvero, l'unica cosa che vuole da me è il mio impegno a scuola e che faccia da baby-sitter alle mie sorelle. 

Non mi ha mai più fatto domande dopo l'incidente, il che è deprimente. Veniamo interrotte dal campanello e ne sono immensamente grata. Augustine mi lancia uno sguardo curioso.

«Chi è?»

«E io come faccio a saperlo?» borbotto. «Vado a vedere».

Mi allontano e percorro il corridoio, grata per questo diversivo, ma mi basta aprire la porta per cambiare idea. Kane è davanti a me, la divisa della Weston High perfettamente stirata e i capelli scuri ben pettinati. 

Josh ha sempre la divisa spiegazzata, i capelli sono un disastro e il suo aspetto è sempre bellissimo nonostante sembri non dormire da giorni. Un momento, un aspetto bellissimo? Mi schiarisco la voce ed esco, mi chiudo la porta alle spalle e forzo un sorrido.

«Ciao» esclamo.

Kane si china per posarmi un bacio sulle labbra e io mi irrigidisco. Afferro la sua cravatta quando si sta per spostare e lo bacio di nuovo, guadagnandomi uno sguardo confuso. 

Because Of HerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora