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BETTY

Betty: Possiamo parlare?

Fisso lo schermo del mio telefono da un'ora, ho controllato se ci fossero notifiche almeno una ventina di volte, ma Josh non risponde al mio messaggio. Ieri sera le cose erano iniziate benissimo, poi sono degenerate in quella discussione assurda e non so nemmeno come sia successo. 

So solo che a mente fredda, ripensandoci, ho detto delle cose sbagliate e non voglio che si senta offeso dalle mie parole. Josh è mio amico, non ho mai voluto farlo soffrire, e so benissimo che non è l'idiota che tutti vedono o che lui stesso si sforza di sembrare. 

Bevo il mio caffè e faccio i compiti seduta all'isola della cucina, sono le dieci del mattino e ho già cambiato quattro pannolini e preparato Ines e Allison per il corso di nuoto. Le ha accompagnate la mamma di una compagna di scuola perché io non ho la patente, mia madre è al lavoro anche oggi. 

Augustine è sdraiata sul divano davanti alla tv, sta guardando Gossip Girl da qualche giorno e mi si disegna un sorriso sulle labbra.

«Lo sai che dovrei impedirti di guardarlo, vero?»

Lei mi ignora, gli occhi incollati al televisore.

«Per fortuna non sei mia madre».

Già, anche se spesso mi ci sento. Continuo a fare i compiti e Augustine inizia un altro episodio, Josh non mi risponde e io inizio a sentirmi irrequieta. Quando scocca mezzogiorno, decido di chiudere i miei libri e di alzarmi. Ines e Allie non torneranno prima di oggi pomeriggio, ma Misha si sta svegliando dal riposino e deve mangiare.

Betty: Joshy, possiamo parlare di ieri sera? Ti prego.

Mi sento patetica. Salgo al piano di sopra e mi infilo un paio di pantaloncini e una maglietta sopra a un reggiseno sportivo. Raccolgo i capelli in una coda e prendo Misha dal suo lettino.

«Forza, campione. Facciamo la pappa che Liz deve uscire» sussurro.

Al piano di sotto, Augustine ha spento la tv e si è messa in cucina a preparare uno spuntino. Mi fa una tenerezza immensa, ma non dico niente perché non voglio ferirla. È sempre sola, si occupa delle sue sorelle e quando loro non ci sono non le resta che sedersi qui ad aspettare. Assomiglia molto a me e so benissimo che non è un bene.

«Liz, pensi che Chase tornerà a casa prima del Ringraziamento?» mi chiede.

Siedo Misha nel seggiolone e prendo il vasetto in cui ho conservato il suo pasto di oggi. Ho capito che se non voglio impazzire, devo portarmi avanti e prepararli in anticipo. Di solito lo faccio la domenica sera, quando preparo tutti i pasti della settimana e li congelo. 

Non mangia sempre queste pappe, a volte mangia con noi, ma dato che andiamo avanti a panini e cibo precotto forse è bene che mangi quello che preparo io. Scaldo il piatto nel microonde e lo porto al seggiolone, Augustine divora il suo panino e io sento lo stomaco brontolare. Ho fame, come sempre ultimamente.

«Non lo so, tesoro. Ho provato a chiamarlo, ma non mi ha risposto. È molto impegnato».

Vorrei dirle che Chase è uno stronzo, ma mi cucio le labbra. Lo capirà da sola, mi domando quante volte debba ancora deluderla.

«Spero tanto che torni».

L'ho sperato anch'io per tanto tempo, ma non glielo dico. Mi illudo di poterla proteggere dalla delusione che la aspetta.


***


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