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BETTY

Mi sveglio a causa del mio telefono che non smette di vibrare sotto il mio sedere. Infilo la mano tra il mio corpo e il divano e lo trovo in mezzo ai cuscini, lo afferro e rimango sorpresa vedendo il nome sul mio schermo. 

Non parlo con mio fratello da settimane e non ho idea di che cosa voglia da me. Mi guardo intorno e una smorfia mi si dipinge sulle labbra. Dove diavolo mi sono addormentata? Struscio il pollice sullo schermo e accetto la telefonata, reprimendo uno sbadiglio.

«Pronto?»

«Dove diavolo sei, Lizzie? Mi ha telefonato papà dicendomi che la mamma non riesce a trovarti e ha bisogno che badi ai bambini perché lei deve uscire».

Il suo tono è sprezzante e mi irrigidisco appena sento quelle parole. Mia madre deve avermi cercato e non è andata nel panico perché sua figlia adolescente non è rientrata stanotte, ma perché non può uscire se io non bado ai suoi figli. Mi viene la nausea.

«Sono da un'amica, ho dormito qui».

«Beh, porta il tuo culo a casa e aiuta la mamma».

Mi esplode dentro una rabbia feroce.

«Non è quello che faccio sempre? Tu dove diavolo sei intanto, Chase?» sbotto.

Mio fratello sbuffa e io mi immagino i suoi occhi azzurri roteare infastiditi. Mi viene voglia di prendere un aereo e correre da lui solo per schiaffeggiarlo.

«Torna a casa».

Chiudo la telefonata e lancio il telefono sul divano, poi mi prendo la testa tra le mani e conto fino a dieci prima di lasciarmi andare a una sequela di imprecazioni.

«Chi diavolo è Chase?»

Sussulto e mi volto di scatto alla voce di Josh, i suoi occhi color miele sono arrossati e mi fissano ancora ebbri di sonno. Si stropiccia il viso e cerca di mettermi a fuoco, è seduto sul pavimento e sembra terribilmente scomodo. 

Mi sono addormentata mentre parlavamo della partita, non mi ricordo come ci sia finito laggiù mentre io dormivo su un comodo divano dalle dimensioni enormi per quello che sembra uno studio. Mi sento un pochino in colpa, ma indosso una maschera di finta indifferenza.

«Mio fratello» rispondo.

Josh si alza e si passa le mani tra i capelli, i miei occhi scivolano sul suo corpo e si bloccano sul cavallo dei suoi pantaloni. Si sta stiracchiando e la maglietta si solleva un po', rivelando una distesa di muscoli sodi e definiti sotto una pelle lattea e piena di lentiggini. 

Il mio sguardo si sposta sulla linea di peluria che dall'ombelico punta dritta verso i suoi jeans. Mi schiarisco la voce e lui abbassa lo sguardo, quando si rende conto dell'enorme elefante nella stanza arrossisce così tanto che devo soffocare una risata.

«Cazzo» sbotta. «Vado in bagno».

«Poi ce ne andiamo?»

Annuisce e si copre l'inguine con una felpa che raccoglie da terra.

«So cos'è un'erezione mattutina, Josh. Datti una calmata».

Non sono mica una bambina, essere inesperta non significa vivere in un mondo tutto mio. Lui grugnisce e sparisce oltre la porta, lasciandomi lì a fissare l'enorme libreria davanti a me. Ne approfitto per alzarmi e cercare un altro bagno, quando lo trovo mi pento di averlo fatto. 

L'immagine nello specchio mi restituisce un ritratto spaventoso. Il mio look di ieri sera non mi sembra altro che un pessimo travestimento alla luce del giorno, il trucco è sbavato e i miei occhi sono stanchi nonostante io abbia dormito. 

Because Of HerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora