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JOSH

«Non possiamo stare qui».

Premo le labbra sulle sue e bevo le sue parole, diventano dei gemiti soffocati che spariscono definitivamente sulla mia lingua. La lascio cadere sul materasso della camera da letto e premo le labbra sulla sua fronte.

«Sicura? Siamo già qui e non vedo nessuno che si lamenta».

«Ma è casa di Mitch, se ci becca ci spedisce a casa a calci nel sedere».

«Nessuno verrà qui».

Lo so per certo perché attualmente ho io le chiavi, Mitch me le ha date all'ultima festa quando gli ho raccontato che sono ai ferri corti con i miei. Credo che mi voglia qui solo perché gli sto facendo guadagnare un sacco di soldi con la roba che mi vende, ma a me sta bene. In cambio ho ottenuto un posto in cui rifugiarmi quando sono arrabbiato, è anche per questo che ultimamente Bets mi ha visto poco. Sono sempre stato qui a crogiolarmi nella mia autocommiserazione. Elizabeth si siede e i miei occhi scivolano sulle sue gambe. Siamo tutti e due bagnati per la pioggia e lei sta morendo di freddo.

«Puoi dormire fuori?» chiedo.

Si morde il labbro e annuisce.

«Togliti i vestiti, ti beccherai un accidente».

Mi tolgo la felpa e la getto sul pavimento, la maglietta che indosso sotto è miracolosamente asciutta. Betty arrossisce così tanto che sono sicuro le sue guance siano incandescenti. Mi avvicino al cassettone e lo apro, tiro fuori una felpa nera e gliela lancio.

«Mettiti questa, togliti tutto, Bets».

«Non voglio mettermi una felpa di Mitch».

«Non è sua, ma mia. Mettitela».

Inarca un sopracciglio, ma poi sparisce in bagno senza fare domande. Quando torna in camera, rimane ferma sulla soglia a fissarmi con il labbro inferiore tra i denti. Sono seduto sul letto ora, la schiena contro la testata e le braccia abbandonate lungo i fianchi. I miei occhi scivolano sul suo corpo e prego che non si accorga di quello che succede nei miei pantaloni, mi agito sul materasso e batto un palmo accanto a me. Quando si decide a spostarsi dalla porta, i miei occhi scendono sulle sue gambe lisce e mi ritrovo a stringere i pugni. La felpa le sta enorme, coprendola fino al ginocchio. Vorrei sollevargliela per poter anche solo guardare il suo corpo, mi sento un cazzo di maniaco. Betty si schiarisce la gola e si arrampica sul letto, i piedi sono avvolti nelle sue calze bianche a pois neri e mi concentro su quelli che evitare di divorarla con gli occhi e di metterla a disagio. Prende un respiro profondo e posa la testa sulla mia spalla.

«Josh...»

Mi afferra il viso tra i palmi e mi costringe a guardarla. Ha gli occhi più azzurri che io abbia mai visto, lo sguardo più espressivo del mondo. Betty è l'unica ragazza che conosco che se ne va in giro alle feste senza un filo di trucco e che ha la pelle luminosa e perfetta. Sono dettagli che non ho mai notato in una ragazza prima di lei. Sollevo una mano e le accarezzo le labbra rosse con il pollice.

«Posso toccarti?» mormoro.

Sto morendo dentro per il bisogno di toccarla. Lei annuisce e sussulta quando la afferro per i fianchi e la trascino a cavalcioni su di me. Non una buona idea per il mio amico a sud. Elizabeth indossa solo le mutandine sotto la mia felpa e riesco a intravederle perché la stoffa le è risalita sui fianchi. Lei si aggrappa alle mie spalle e sgrana gli occhi, ma non le do il tempo di rispondere perché premo le mie labbra sulle sue. La bacio lentamente mentre le dita si muovono sulla pelle liscia delle sue cosce. È calda, nonostante la pioggia e il freddo. Betty sospira e mi affonda le dita tra i capelli, schiude le labbra e lascio scivolare la mia lingua nel calore della sua bocca, intrecciandola alla sua. Gemo e lei mi tira i capelli, si avvicina a me e si struscia sul mio grembo, facendomi agitare. Non riesco proprio a controllare l'erezione che si rianima nei jeans.

Because Of HerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora