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JOSH

Sono agitatissimo, credo di essermi sentito così poche volte nella mia vita. Odio che tutto ciò mi distragga dalle emozioni che ho provato stanotte con Betty, ma al momento riesco a pensare solo al football. Il mio cervello non è programmato per affrontare due situazioni insieme. 

Lascio Elizabeth a casa e rientro,  trovo mia madre arrabbiata. È seduta all'isola della cucina quando entro, una tazza in mano e lo sguardo truce puntato su di me. Mi tolgo la giacca e le scarpe, sorpreso di non sentire la voce di Aimee. La chiamo, ma non ottengo risposta.

«Tua sorella non c'è, è con vostro padre».

Mi volto verso mamma e annuisco. Imbocco le scale, ma non arrivo nemmeno al secondo gradino che lei mi richiama.

«Vieni qui, Joshua».

Mi irrigidisco quando usa il mio nome e faccio un passo indietro, poi un altro fino a quando non rientro in soggiorno.

«Non pensare di poter continuare a fare quello che vuoi come se fossi già al college. Capisco che il divorzio sia stato destabilizzante e che stai soffrendo, ma ci sono delle regole da rispettare e tu ultimamente non lo stai facendo».

Mi domando come faccia a restare così calma quando parla di papà, mi viene voglia di cavargli gli occhi ogni volta che il suo nome viene fuori in una conversazione. 

Non è tanto il divorzio, sono abbastanza grande per capire che a volte le storie non funzionano e le famiglie si sfasciano, è il tradimento e il modo. il fatto che mi vuole insieme a lui e vuole sradicarmi come se non fossi altro che un'estensione di se stesso. Senza contare che ho passato due mesi con lui e mia zia a vederli felici mentre sapevo che mia madre andava in terapia. Mi domando che razza di sensibilità può avere un uomo del genere.

«Mamma...»

«Cosa c'è che non va, Josh? Ne possiamo parlare, cerchiamo di risolvere le cose insieme e di andare avanti. L'anno scorso ci dicevamo tutto, adesso a malapena ti riconosco quando mi passi accanto».

Mi si stringe il petto. Ho sempre avuto un bel rapporto con mia madre e forse è per questo che sono così arrabbiato con mio padre, ma ultimamente mi sento molto distante da lei. 

Come se io fossi solo l'ennesimo uomo che la delude. I miei voti fanno schifo, non sono bravo in niente se non giocare a football e mi vergogno tantissimo di questo perché so che non ne va affatto fiera.

«Sono solo stressato per la scuola. Oggi annunciano i nomi selezionati dai college».

Prendere la borsa di studio è un altro discorso, c'è ancora tempo per quello. Mamma si avvicina e sembra più attenta ora.

«Non ne sapevo niente. Preparo qualcosa da mangiare e aspettiamo insieme?»

Mi schiarisco la voce.

«In realtà, Elizabeth viene qui e pensavamo di aspettare insieme».

Sembra sorpresa dalla mia rivelazione, ma cerca di nasconderlo.

«Quella ragazza ti piace proprio tanto, vero?»

Abbasso lo sguardo sul pavimento e sento le guance avvampare.

«Sì».

Sorride e mi scompiglia i capelli come se fossi ancora un bambino e non la superassi in altezza di una trentina di centimetri ormai.

«Sei adorabile» mormora. «Allora va' a farti una doccia. Parleremo di dove sei stato stanotte dopo, quando sarai più tranquillo».

Annuisco e mi volto per andare al piano di sopra, a metà scala mi volto e lei è ancora lì a guardarmi.

Because Of HerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora