JOSH
L'estate a Nashville è stata un disastro. Mio padre si è trasferito lì dopo il divorzio e mi ha voluto con lui a tutti i costi, a fingere che non sia uno stronzo traditore che ha mollato la sua famiglia nella merda.
Mia madre non sta affatto bene da quando ha scoperto il suo tradimento, eppure tocca a me occuparmene. Il figlio che lui vorrebbe al suo fianco nel lavoro dopo il diploma.
Non succederà mai, può andare a farsi fottere. Mi infilo la divisa scolastica e scendo al piano di sotto, saluto la mamma con un cenno del capo e stampo un bacio sulla guancia di Aimee, la mia sorellina di cinque anni.
Quella che sta soffrendo di più per questo divorzio.
«Josh, non voglio andare a scuola».
«Piccoletta, nemmeno io, ma siamo obbligati».
La mamma alza gli occhi al cielo e si versa una tazza di caffè, osservandoci già pronta nel suo completo. È un'interprete e lavora in ambito diplomatico, parla fluentemente quattro lingue e vicino a lei è facile sentirsi degli idioti.
Siamo americani, ma io e mia sorella parliamo molto bene francese e spagnolo. Perché mamma ci ha cresciuti come se fossimo bilingue, il che è folle ogni volta che ci penso.
I miei compagni di scuola parlano a malapena la nostra lingua.«Je déteste l'école» mugugna mia sorella.
Ridacchio e mia madre poggia la tazza nel lavello.
«Andiamo, Aimee. Saluta tuo fratello».
Lei si alza e si scosta i capelli rossicci dal viso, mi abbasso e mi faccio stampare un bacio sulla guancia prima di vederla sfrecciare verso l'ingresso per infilarsi le scarpe.
Mamma mi ignora e si volta, facendomi chiudere lo stomaco in una morsa.«Mamma, possiamo parlare un attimo?»
Lei mi ignora e continua a camminare, i capelli biondi frustano le sue spalle a ogni passo.
«Sono impegnata, Josh».
Stringo i pugni e mi distraggo quando Aimee urla: «Au revoir, Josh! Buona giornata!»
La porta sbatte e io rimango da solo nel soggiorno, a fissare le pareti spoglie da quando mio padre se n'è andato.
Mi è passata la voglia di fare colazione, quindi afferro le chiavi dell'auto ed esco di casa. Mamma è arrabbiata con me per aver passato l'estate a Nashville, come se mi fossi divertito a guardare mio padre fare lo stronzo e sentirlo scopare con mia zia.
Mi ha fatto vomitare, cazzo, ma cosa posso farci? Sono minorenne, anche se ancora per poco. Non voglio problemi e rotture di palle, voglio solo diplomarmi e andarmene lontano, anche se l'idea di lasciare Aimee mi fa male.
Salgo a bordo della vecchia Mustung di mio padre e guido fino a scuola, sono in anticipo ma è il primo giorno e ci sarà il solito trambusto da rientro con le matricole che si perdono e quelli dell'ultimo anno che perdono tempo a ribadire a tutti che ora sono al comando.
Scendo dall'auto e saluto Kane dall'altro lato nel parcheggio. Mi avvicino e lui mi batte il cinque, in una specie di saluto che dovrebbe essere virile. Mi sembra solo una puttanata, ma non glielo dico.
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Because Of Her
Teen FictionElizabeth West ha passato tre anni a cercare di essere invisibile alla Weston High. Mentre le sue amiche si affannavano per conquistarsi un posto d'élite nella scuola, lei si limitava a tenere un profilo basso. Fino a quando, per un caso inaspettato...