Cap.01 - fuga nel bosco

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Micheldever wood Hampshire1841

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Micheldever wood 
Hampshire
1841

La temperatura era frizzante e Jane intirizzita si sfregò le braccia mentre a passo sostenuto continuava la sua fuga. Le gambe sbucavano nude sotto la lieve protezione della camicia da notte e sfioravano le teste delle campanule il cui azzurro era soffocato dal buio. 

-Sarà questa la direzione giusta?-pensò -e se stessi girando in tondo?

La luna affiorava a tratti dal cielo coperto di nuvole nere e accendeva intorno a lei le forme oscure  degli alberi e dei cespugli del bosco che apparivano meno ostili.

Il freddo pungente dell' umidità notturna e del sudore avevano infradiciato la camicia da notte di seta che ora pesava sul suo corpo come uno straccio bagnato. 

-Il sentiero … Dio mio, fa che sia vicino!  

Camminava da ore senza sosta sorretta ormai soltanto dalla sua incontrollabile paura. Aveva percorso quel bosco più volte con suo padre. Lui le aveva insegnato ad orientarsi con le stelle, con i tronchi d'albero spezzati, con il sorgere e il tramontare del sole. Ma ora le nuvole ingoiavano le stelle e  l'oscurità della notte precedeva la nascita del sole. 

Lo strepito del suo respiro affannoso e delle frasche calpestate risuonava insidioso nel silenzio attonito che la circondava.

-Il mio faggio… deve essere qui intorno...
Papà, mamma…aiutatemi! 
Eccolo! È lui! È quello!

Lo raggiunse e si fermò. Le dita sottili e gelate sfiorarono l'incisione nel tronco con sollievo e disperazione, le sue iniziali JW, Jane Walsham, intagliate dal padre con il suo coltellino da caccia. 

Suo padre non c'era più. 

Sua madre non c'era più. 

Ma il loro amore era ancora lì, in quelle iniziali eterne impresse nel legno della corteccia. 

Il suo faggio le confermò che era sulla strada giusta.

Si accorse di quanto fosse esausta. Non si era fermata un attimo da quando aveva lasciato la casa dello zio per il terrore che il mostro si destasse da un momento all'altro e si accorgesse che era scappata.

Riprese a correre. 

Doveva raggiungere i dintorni della città di Winchester prima che sorgesse l'alba. 

Ad ogni costo. 

Alla luce del giorno tutti avrebbero notato la presenza di una ragazza poco vestita e con delle pianelle mezzo rotte ai piedi. E qualcuno poteva riconoscerla o denunciarla ai gendarmi che avrebbero scoperto la sua identità. E subito l'avrebbero riportata dallo zio Willard. 

-Mai! - ringhiò.

Aveva una sola speranza: la vedova Fleming, lady Hanna Fleming, la migliore amica di sua madre. Quella donna aveva nutrito subito un profondo affetto per lei ed era l' unica in quel momento a cui potesse rivolgersi, l' unica che potesse aiutarla a nascondersi dal mostro che la inseguiva.

Lui le aveva impedito di rivedere Lady Fleming e chiunque altro dal giorno del funerale dei suoi genitori. Quanto era passato? Ah sì, più di un anno… 

Finalmente lo vide. Attraverso i legni diritti degli alberi  a pochi metri di distanza s’intravedeva il sentiero che costeggiava il bosco fino alla città di Winchester. 

Esultò. 

Poche miglia ancora e sarebbero apparse le prime case di periferia. Continuò a correre rimanendo all' interno della vegetazione per evitare di essere scorta da qualche carrozza che viaggiasse di notte, ma soprattutto per evitare lui, il mostro, che forse si era già svegliato, forse la stava inseguendo in sella al suo cavallo nero come la notte.

Un rumore improvviso le provocò una scossa violenta al centro del petto. Urlò e si voltò di scatto.

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Ciao lettori,
ecco il primo capitolo della storia.

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È la prima volta che pubblico una storia senza averla revisionata centinaia di volte, perciò siate magnanimi se la trovate ancora un po' rozza.

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Il fantasma di Hatfield CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora